Chiamai Nicole, per fortuna rispose al secondo squillo. <<Il numero di Richard, subito.>> lo memorizzai velocemente sul cellulare, distogliendo lo sguardo dalla tavola. Lo chiamai e rispose subito.
<<Sono Michelle, ho un problema, cioè devi venire, voglio dire che lo spirito vuole che gli parlo...>>
<<Ok, Michelle non parlargli per nessun motivo, più gli parli più gli dai potere su di te, ricordalo... Io arrivo.>>La luce non si accendeva e la tavola era sempre a terra davanti ai miei occhi. Con la torcia vidi una figura nera, mi guardava da sotto il letto, non riuscivo a distinguere nessuna parte del corpo, era un figura anonima. Iniziò a strisciare venendo verso di me, strisciava con le mani e le gambe. I miei respiri iniziarono a diventare irregolari, con la luce del cellulare ancora in mano cercai di uscire dalla camera, la maniglia era bloccata, insistetti, quando ormai la figura era a un metro da me la porta si aprì. Corsi per il corridoio fermandomi con le spalle al muro, spensi la torcia e rimasi in silenzio in quell'angolo. Stavo tremando, mi misi una mano alla bocca per non far sentire il mio respiro. Era una persona reale o no? Nel buio non riuscivo a distinguere nulla di quella figura. Scesero le lacrime quando qualcosa mi toccò la caviglia, lentamente guardai ai miei piedi, non vedevo nulla, era buio. Un verso disumano spezzò il silenzio, sembrava un animale sconosciuto. Qualcosa mi saltò vicino al viso, mi teneva ferma dalle spalle.
Un sussurrò mi perseguitava nella mia mente, proveniva dall'esterno, ma era dentro la mia testa. Parlami parlami parlami.
<<Esci dalla mia testa!>> urlai piangendo. Con tutta la forza che avevo in corpo lo spinsi via e uscì fuori da casa mia, ma proprio fuori dalla porta c'era Samuel che stava per suonare. <<Michelle! Stai piangendo? Che hai?>> Samuel mi prese il viso tra le mani. Gli tappai la bocca con la mano e gli feci segno di stare zitto. Lui si spaventò, avevo trasmesso la paura anche a lui. <<C'è qualcuno in casa?>> sussurrò al mio orecchio. Feci segno di si con la testa. Lui entrò e prese il vaso sul mobile come difesa, quel vaso non sarebbe servito a nulla contro un fantasma, ma lui non poteva saperlo. <<No!>> dissi piano ma Samuel non mi ascoltò e andò verso il corridoio. Quando Samuel sparì, Richard comparve alle mie spalle. <<Cosa è successo?>> sembrava tranquillo, ma era affannato, aveva corso. <<Samuel...>> non ebbi il tempo di finire la frase che dei vetri infranti ci fecero sussultare. Corsi dentro seguita da Richard. Samuel era a terra. <<Samuel! Stai bene?>> lo presi tra le mie braccia, non potevo nemmeno immaginare che gli potesse accadere qualcosa di brutto. <<Sto bene, sono solo inciampato non so dove.>> si mise seduto baciandomi la fronte, Richard distolse lo sguardo e andò verso la mia camera. <<È meglio che tu vada...>> Samuel non sapeva nulla e per il momento era meglio così. <<No, non ti lascio sola, potrebbe ancora esserci qualcuno.>> si alzò barcollando, non aveva nessuna ferita, per fortuna. Richard tornò con la tavola in mano. <<Dimmi che non gli hai parlato.>> disse guardandomi e tenendo la tavola sollevata. <<Ma che...>> disse Samuel non capendo la situazione. Chiusi gli occhi e cercai di mantenere la calma. <<Ok, gli hai parlato...>> disse piano Richard sospirando sconfitto. <<Gli ho solo urlato di uscire dalla mia testa...>> Ammisi. <<Puoi spiegarmi per favore?>> Chiese Samuel scioccato, mi guardava come se fossi un alieno. Rassegnata iniziai a raccontare tutto, che le paure di Nicole erano reali, che Richard era un medium chiamato da Nicole, che qualcosa aveva tentato di soffocarmi e che quella stessa cosa era stata dentro la mia camera poco prima. Lui ascoltò tutto, inespressivo. Quando terminai guardò me e Richard, <<Voi siete matti.>> Aveva detto con una risata isterica. <<Davvero pensi che nel mondo non esista nient'altro oltre a noi? Se pensi questo non siamo noi i matti.>> Questa fu la risposta di Richard. Perché non poteva credermi? Che motivo avevo di inventare tutto ciò?
Samuel non rispose a Richard, ma quelle parole lo colpirono, perché aveva cambiato espressione e si era fatto serio in volto. <<Perché non me l'hai detto prima?>> mi domandò lasciandosi andare contro lo schienale della sedia dove era seduto. <<Non volevo coinvolgerti, né te, né il gruppo.>>
Ma ormai coinvolgerli era inevitabile, prima o poi avrei dovuto dare spiegazioni e la verità sarà l'unica cosa a cui non tutti crederanno.
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Frammenti: L'inizio
Horror[PREQUEL DI FRAMMENTI] A 14 anni Michelle perde suo padre, un dolore che si porterà dentro per sempre, soprattutto perché non è riuscita a dirgli addio. Dopo quattro anni, ancora distrutta dalla perdita decide di evocarlo spinta dalla sua migliore a...