# - La Ratio Divina (2/2)

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La conferenza fu abbastanza superficiale, addirittura un po' insoddisfacente. Ma Persefone si accorse che era solo una sua impressione, perché il resto del pubblico pendeva dalle labbra dei Divini. Erano tutti eccitati anche solo per essere lì, in presenza di tre Dei maggiori, e non molto importava quel che avevano da dire. Li idolatravano per quello che erano, non per quel che dimostravano di valere o sapere.

Come era sempre stato, in tutti i secoli dei secoli.

Si parlò di argomenti molto vaghi, quindi, anche perché tutti sapevano che non era tanto un incontro per imparare: era un incontro per mantenere un contatto civile. Gli stessi Dei, che fosse per loro scelta o meno, non parlavano mai troppo nello specifico del loro Oltretomba, si limitavano alle informazioni che gli umani già conoscevano. Quindi Anubi, nel suo pesante accento arabo, parlò della pesatura del cuore, e fece anche una battuta sul fatto che avrebbe scelto una piuma particolarmente pesante per valutare quello del professore, che era stato così gentile; Hel parlò della difficoltà etica di valutazione degli atti di coraggio per i credenti della religione norrena, perché nei tempi moderni era ben difficile morire in battaglia ed accedere al Valhalla; infine, Ade parlò delle differenti sorti riservate alle differenti anime, partendo dalle colpevoli, passando per le neutre, finendo con le meritevoli.

Fu ovviamente il più laconico. Non dava l'idea di uno che gradisse parlare, per nulla. Era a suo agio con il pubblico, forse perché stare seduto sul trono dell'Oltretomba l'aveva abituato, ma comunque non era uno che si perdesse in chiacchiere. Non pareva godere particolarmente nemmeno delle attenzioni dei mortali, e il che per un Dio era più unico che raro.

Alla fine, il professore chiuse la trattazione. Intimò il pubblico a un applauso e infine, quando si fu placato, annunciò che c'era tempo per qualche domanda.

Si alzarono parecchie mani, ed erano quasi tutte per Anubi. Era normale: era l'unico che dava l'idea di gradirle, nonché forse il più interessante agli occhi degli umani, causa il suo aspetto animalesco.

Anche Cate provò ad alzare la mano, ma non venne scelta, per sua disgrazia.

Dopo più di cinque domande tutte rivolte ad Anubi, il professore chiese se ci fosse qualcuno interessato a chiedere qualcosa specificatamente a Hel o Ade, per spaziare.

E fu in quel momento, quando Persefone vide che nessuno si azzardava ad alzare una mano, che qualcosa si mosse in lei: compassione. Se fosse stata lei lì sul palco, si sarebbe vergognata nel notare che nessuno voleva chiederle nulla.

Aspettò un poco, stringendo le labbra, sentendo il peso dell'imbarazzo di centinaia di persone tutto su di sé. Si volse, scrutò le file dietro, ma non vide nessun movimento.

Allora strinse le labbra e, maledicendo la propria eccessiva empatia, alzò la mano.

"Sì, la signorina in centro alla sala!" la spronò il professore.

Persefone deglutì. Lanciò uno sguardo a Caterina e la vide incredula: le chiedeva con lo sguardo e un sopracciglio alzato che cosa diamine avesse intenzione di fare.

Beh, auguri, Persefone stessa non ne aveva idea.

Si alzò in piedi riluttante, cercando nella mente qualcosa di intelligente da domandare. Ma quando si trovò davanti alla bocca un microfono fu comunque troppo presto, e ancora aveva la mente bloccata.

Aprì la bocca e la richiuse. Il professore dovette accorgersi della riluttanza, perché cercò di darle il La.

"A chi voleva porre la domanda?"

"Ahm..." le facevano pena entrambi, ma conosceva meglio il proprio Pantheon, quindi optò per quello, "Ade. Ho una domanda per Ade."

Deglutì, sentendosi la peggior bugiarda della storia. Cercò disperata qualcosa da dire, scavando tutte le informazioni che aveva appreso a proposito di quel suo zio non zio. Ma si rese conto di sapere ben poco. Sua madre non ne parlava e lei di certo non si era mai attivamente interessata all'Oltretomba, essendo immortale.

Il Giudizio di PersefoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora