31 || Ti perdono

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Canzone per il capitolo: Frank Ocean - Nights

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Tornare a scuola dopo le vacanze di natale dovrebbe rientrare nella definizione di 'tortura'.

È solo lunedì e sono già esausta. Ho passato l'intera mattinata a fantasticare su Los Angeles, non ascoltando neanche una parola detta dai professori durante le lezioni, e anche ora che è arrivata la pausa pranzo - il mio momento preferito della giornata - non riesco a non pensare ai cinque giorni passati nella città degli angeli.

Mio padre aveva ragione, Los Angeles è una vera bomba. La casa è perfetta, il mio nuovo liceo è perfetto, è tutto perfetto. Mi sento una stupida per aver sprecato tre settimane della mia vita senza rivolgere la parola ai miei genitori, contando che ora non sto più nella pelle di trasferirmi.

Per la prima volta in quasi due mesi sono tornata a mangiare in mensa, ma solo ed esclusivamente perché Macey mi ha obbligato a farlo. Avevo iniziato ad apprezzare il pranzo in solitudine nel giardino della scuola o in biblioteca, ma stamattina la mia compagna di squadra mi ha praticamente implorato di mangiare insieme a lei e di smetterla di isolarmi. Sembrava persino preoccupata per me, nonostante io le abbia ripetuto cento volte che non sono vittima di bullismo o roba del genere.

E adesso eccomi qui, chinata con la testa sul mio hamburger ricoperto di maionese mentre evito in tutti i modi di guardare verso il tavolo della squadra di football. Mi è bastato incrociare un secondo lo sguardo di Lucas per sentire il sangue ribollirmi nelle vene.

"È un peccato che tu debba saltare la gita" Macey mi osserva sconsolata. "So che ci tenevi"

"Va bene così, in realtà. Ho preso una effe in biologia e devo assolutamente recuperarla, per cui qualche giorno libero per studiare mi sarà sicuramente utile"

"Sì, però.. Stiamo parlando di Roma!" Macey si muove sulla sedia, eccitata al solo pensiero della gita. Gli studenti del terzo e quarto anno partiranno il prossimo lunedì e resteranno in Italia per un'intera settimana, quindi a scuola non si parla d'altro ormai. Purtroppo la notizia della punizione mia e di Tyler sembra essere circolata in fretta, e solo stamattina mi hanno fermato in cinque per chiedermi se fosse uno scherzo o se fosse tutto vero.

Penso sia la prima volta nella storia della St Jude che due rappresentanti propongono una gita e poi vengono sospesi dalla stessa. Un record, non c'è che dire.

Il mio sguardo viene catturato dalla scena che si snoda alle spalle di Macey. I ragazzi della squadra sono tutti seduti al solito tavolo e stanno ridendo a crepapelle, immagino per una delle solite battute stupide di Liam. Le sedie che di solito occupavamo Emily ed io sono vuote, e la vista di quei posti liberi mi provoca una fitta di nostalgia.

Devo ammettere che mi manca uscire con i ragazzi. So che l'unico motivo per cui erano miei amici era Lucas, ma era divertente passare le serate ad ascoltare i loro discorsi assurdi sul football, gli alieni e le ragazze.

L'unico a non ridere è Tyler. È stravaccato al suo solito posto e muove la forchetta all'interno del piatto nuovo con un'espressione pensierosa stampata in faccia. Quasi come se riuscisse a sentire il mio sguardo su di lui, i suoi occhi si alzano su di me e vedo le sue labbra distendersi in un leggero sorriso.

Distolgo rapidamente lo sguardo e torno a focalizzare l'attenzione su Macey, sentendo le guance bruciarmi per l'imbarazzo. Chissà cosa diavolo penserà Tyler ora che mi ha beccato a fissarlo come una cretina.

Do un altro morso al mio panino e lo mando giù con un sorso di CocaCola mentre ascolto Macey blaterare sull'ultima puntata della sua serie preferita. Improvvisamente sento delle dita picchiettarmi sulla spalla, e quando giro la testa per poco non mi strozzo con l'hamburger.

"Possiamo parlare?" Emily mi guarda con i suoi grandi occhi castani, giocherellando con una ciocca di capelli biondi tra le dita.

Sembra invecchiata tutta d'un colpo, con le borse viola sotto agli occhi e il viso completamente struccato. Emily tiene parecchio alla sua apparenza, rasentando a volte l'ossessione, ed è veramente strano vederla al naturale.

Vorrei dirle di no e tornare a mangiare in pace, ma qualcosa dentro di me mi ricorda che prima o poi dovrò affrontarla. Dal giorno della discussione non l'ho più incrociata a scuola, al punto che per un attimo ho anche creduto che avesse cambiato istituto, ma ora che è qui sento che la cosa giusta da fare è darle la possibilità di spiegare le sue ragioni.

Mi scuso con Macey per l'interruzione e afferro il mio zaino, seguendo Emily fuori dalla mensa. Il corridoio è completamente deserto a parte per una coppietta di matricole che si scambiano effusioni da voltastomaco contro la fila di armadietti.

Emily si ferma il più lontano possibile da loro, davanti a un'aula chiusa a chiave. La vedo mordersi compulsivamente le labbra mentre cerca le parole giuste da dirmi, con lo sguardo basso sul pavimento come se avesse paura di me.

"Io.. ecco" la voce le esce in un sussurro. "Sono stata una vera stupida"

"Non è questo il punto-"

"No Charlie, fammi parlare" finalmente Emily alza gli occhi su di me, e dalla loro lucidità e il modo in cui le trema la voce capisco che sta trattenendo le lacrime. "Sono stata una stupida a non dirti subito del bacio con Lucas. Avrei dovuto avere fiducia in te e nel fatto che mi avresti capita, ma ero così spaventata all'idea di perderti che mi sono lasciata influenzare dalle sue minacce"

La vedo deglutire a fatica. "Capirei se decidessi di non parlarmi più, ma queste settimane lontano da te sono state una vera tortura. Mi manchi Charlie, sei la mia migliore amica e mi dispiace così tanto"

La voce le si spezza in gola mentre pronuncia queste ultime parole, e io sento gli occhi pizzicarmi. A furia di non vederla stavo iniziando quasi a dimenticarmi come fosse passare del tempo insieme, ma ora che Emily è qui davanti a me sento la nostalgia invadermi come un tornado di emozioni. In sedici anni non abbiamo mai litigato una volta, a parte ovviamente per cose minori, e questa è la prima volta che la vedo piangere per me.

Tiro fuori un pacchetto di fazzoletti dalla tasca dello zaino e glielo allungo in modo che possa asciugarsi le lacrime che hanno iniziato a colarle sulle guance.

"Dispiace anche a me per averti detto quelle cose" Ammetto. "Non fai schifo e la colpa non è tua. Certo avresti dovuto dirmi tutto subito, ma ora ho capito che sei stata vittima di quello stronzo tanto quanto me"

Lucas ha usato entrambe, e posso solo immaginare quanto abbia sofferto Emily sia nel ricevere un bacio che non desiderava, sia nel dover ascoltare le sue minacce.

"Mi manchi anche tu, Em"

Emily mi butta le braccia al collo, stringendomi così forte che fatico quasi a respirare. Eppure non mi importa. Nonostante non lo ammettessi ad alta voce, stare senza la mia migliore amica e la mia spalla è stato orribile.

"Scusa" Singhiozza contro la mia guancia, e io le accarezzo i capelli lunghi per tranquillizzarla. "Mi perdoni?"

"Ma certo che ti perdono"

Restiamo entrambe in silenzio per un po', strette nell'abbraccio come se avessimo paura di scioglierci altrimenti. E mentre la sento calmarsi tra le mie braccia ripeto a me stessa che non permetterò mai più a uno stupido ragazzo di interferire tra me e lei.

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