Una partita difficile da dimenticare

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Da poco iniziato settembre, da poco iniziato l'ultimo anno di università. Questi anni sono stati i migliori della mia vita. In questi giorni pensavo che sarà il mio ultimo anno insieme ai miei,seppur spesso odiati, cari professori, ed ai miei compagni di classe. I primi due anni sono stati tremendi, e non tanto per lo studio, ma perché non mi ero ambientata nel gruppo. Invece dal terzo anno sono cambiata molto, e sono riuscita a creare-era anche l'ora- un legame con i miei compagni. Però,fin dal primo anno ho conosciuto due ragazze fantastiche. Ci chiamavano, e ci chiamano, il trio. Siamo Chiara la rossa,Erika la mora ed io, Sammy, la bionda.
Oggi era finalmente arrivato il Sabato in quel di Torino. Il Sabato, fin da quando ero più piccola, è sempre stato il mio giorno preferito...motivo ancora molto discutibile. Oggi andrò allo stadio per Juve-Milan. Era la prima partita che andavo a vedere della Juve quest'anno. Prima di iniziare l'università andavo spesso allo stadio, ma dopo le superiori le volte in cui sono andata sono diminuite sempre di più, e non perché mi era passata la passione, ma perché ero troppo impegnata dallo studio e dal lavro. A pranzo mangiai la mia solita insalata, dato che non avevo né tempo né voglia di cucinare qualcosa. I miei genitori erano in vacanza ed io e mio fratello non eravamo proprio dei maghi in cucina, quindi per evitare di fare esplodere la casa, compravamo le insalate già preparate dell'esselunga. Ah sì ho un fratello più grande di me di un anno. Anche lui è biondo con gli occhi verdi come me.
"Gabri che ore sono??" La mia domanda non venne considerata ovviamente.Solamente dopo averla ripetuta una seconda volta, ottenni una risposta.
"Sono le 15:00, la partita inizia alle 18:00 quindi non hai motivo di essere in ansia" stava per aggiungere qualcosa, ma si fermò lì.
"Infatti non sono in ansia, ti pare?" Il mio tono era palesemente ironico, e per questo mio fratello scoppiò a ridere. Successivamente si sedette vicino a me.
"Cos'è? Sei in ansia perché hai paura che Paulo non faccia un'ottima prestazione?" si allontanò, prevedendo un calcio da parte mia.
"Non incominciare con questa storia scemo"gli dissi trattenendo le risate e tirandogli un leggero pugno sulla spalla. Era sempre così con mio fratello, i litigi non erano quasi presenti nella nostra vita, e se c'erano duravano poco, perché non sapevamo stare l'uno lontano dall'altro.
Le 16:00 arrivarono velocemente, le 16:30 ancora di più, ed in un batter d'occhio erano già le 17:20.
Io iniziai a prepararmi. Presi i trucchi e mi disegnai il logo della Juve sulla guancia, mentre sull'altra creai un cuore bianco e nero. Mi misi dei leggins neri, e la mia amata maglietta di Dybala. Lui, tra tutti, era il mio preferito. Bello, bravo, talentuoso,vive nella mia città e ha pochi anni più di me...
Quando uscii dal bagno c'era ad aspettarmi mio fratello. Lui indossava la sua nuova maglia di Ronaldo. Era pazzo di lui, quasi più di me di Paulito. 
Spensi le luci, chiusi a chiave il portone, scesi le scale e salii in macchina.
"Metti un po' di musica?" Domandai a Gabri. Eravamo partiti da 5 minuti ed io non vedevo l'ora di arrivare allo stadio. Era da tanto che non ci andavo, e avevo una voglia matta di urlare a squarciagola l'inno della Juve, il nostro inno, il mio inno.
Per arrivare allo stadio c'era, ovviamente, una coda lunghissima. Parcheggiammo la macchina. Mancavano 15 minuti al calcio d'inizio. Ci aggiungemmo all'infinita fila di persone. Io ero agitatissima.
"Mi dai i biglietti Samantha?" Mi chiese Gabri. Io glieli porsi. La fila di persone, che sembrava molto lunga all'inizio, diminuì velocemente, e prima che me ne rendessi conto era il nostro turno. Consegnati i biglietti entrammo. Un'emozione unica. Tutto completo. Striscioni ovunque. Gente che cantava, gente che urlava. Un'emozione unica ed indimenticabile. Rimasi incantata per qualche istante, poi Gabri mi prese per mano e mi portò ai nostri posti. La partita iniziò, ed il primo tempo fu banale. Uno schifo pensai. Entrambe le squadre erano senz'animo.
"Ma che cavolo, una volta che vengo allo stadio, mi becco una partita di merda!"Urlai arrabbiata. Il mal umore regnava tra tutti i tifosi. E non per il pareggio, ma proprio perché i giocatori non giocavano con testa, come distratti. Il secondo tempo iniziò. Ronaldo prende il pallone, inizia a dribblare, a dieci metri dalla porta tira. Il pubblico sussulta. Il pallone viene deviato. Calcio d'angolo. Va Berna, si prepara al lancio, Mandzuckic salta, grande stacco da terra, tocca la palla con la testa ed è magia. Uno a zero per la Juve.
"SIIIIIIIIIIII GABRI HAI VISTO CHE GOOL???! 1-0!!! SIII" Stavo urlando a squarciagola,il pubblico in delirio. La voce degli autoparlanti iniziava a gridare come sempre
"MARIOOOO..."
E il pubblico su risposta
"MANDZUCKIC!!!"
Dopo 10 minuti Paulo prese palla, si avvicinò alla porta avversaria, tirò da molta distanza un colpo sicuro con il suo sinistro ed è rete. 2-0. Gli occhi che mi brillavano. Lui arrivava sotto la curva, sotto la mia posizione, faceva la sua esultanza, e nel mentre guardava ognuno di noi,ogni suo tifoso. Non sentivo più nulla, il mondo intorno si era bloccato. Avevo occhi solo per lui. Il pubblico urlava a risposta degli altoparlanti, e questo mi fece svegliare. La partita finì con un fantastico 2-0.


Paulo Dybala-La JoyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora