Capitolo 2

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Davanti a me un uomo sulla quarantina dai capelli corvini mi chiede gentilmente di spostarmi per poi dirigersi lungo il corridoio.
Al di là della scrivania vedo l'uomo che prima mi ha cacciato via in malomodo guardarmi storto.
Balbetto un《I-io... stavo... arrivederci》
Non mi faccio intimorire facilmente ma quell'uomo ci riusciva soltanto con uno sguardo.
Dopo aver pronunciato queste parole corro verso l'ascensore, pregando che arrivi il più velocemente possibile, per poi fiondarmici dentro.
Appena entro vedo un'inconfondibile figura avvicinarsi ed entrare nell'ascensore per poi premere il pulsante che ci avrebbe condotti al primo piano.
Appena le porte si chiudono l'uomo si volta verso di me, mi pone il pollice sulle labbra e mentre mi regge il mento con l'indice sussurra
《Giochiamo a fare le spie ed origliare?》
Quello sguardo color ghiaccio e la situazione mi intimoriscono parecchio.
Fortunatamente le porte si aprono, l'uomo si ricompone ed esce dall'ascensore dirigendosi chissà dove, saluta Jessica con un sorriso e sparisce.
Non avevo ancora realizzato cosa fosse successo.
Era un uomo sulla quarantina, alto circa un metro e ottanta, aveva un ordinatissimo ciuffo castano tendente al biondo, due sopracciglia folte ma ordinate che stavano sopra a due grandi occhi azzurri, un viso a diamante contornato da una leggera barba perfettamente curata.
Devo ammettere che è molto affascinante, ma non posso sopportare un tale carattere, da sempre cerco un uomo dolce e lui non lo sembrava per niente.
Mi distolgo da quei pensieri e decido di tornare a casa, ripercorro i miei passi sino in stazione: un'ulteriore mezz'ora di treno mi attende e finalmente casa dolce casa!

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