tenth chapter

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- Perché sorridi in quel modo?
Emmet entrò nella palestra e interruppe i profondi pensieri della ragazza.
- Ricordavo i bei tempi...- rispose lei, nostalgica
- Quindi, tutto ciò che sembra un viso angelico in realtà è dieci volte più potente di un vampiro, però sorride teneramente ricordando cose passate... Sei strana, ragazza
- Sì, lo so benissimo
I due stettero per minuti in silenzio, senza guardarsi, anche se ogni tanto Annah riusciva a intuire che Emmet alzava la testa per guardare cosa lei stesse facendo, e lei con lui faceva la stessa cosa.
Lei percepiva benissimo ciò che lui provava e si stava facendo un sacco di domande in quel momento, domande a cui lei avrebbe saputo rispondere perfettamente, ma non sapeva se l'avrebbe fatto.
Probabilmente no.
Dopo un po', ecco la fatidica domanda...
- Tu nascondi qualcosa, Annah, non è così?
- Che cosa dovrei nascondere? Ho già detto tutto quello che dovevo dire
- Ci sono altre motivazioni sotto l'uccisione di quella ragazza.
- No, non ci sono, altrimenti le avrei già dette - mentì spudoratamente - è inutile che cerchi di estrapolare cose dalla mia bocca solo perchè vuoi andare ad attaccare i Volturi
- Non è questo che intendo. Hai smesso di raccontare cosa è successo ad un certo punto. Ti sei fermata come se stessi per dire qualcosa che non dovevi, o meglio, non volevi dire.
- Ti sbagli - rise - ti sbagli di grosso, Emmet - scese dalla cyclette, ignorando totalmente il ragazzo, per poi prendere un asciugamano dall'armadietto all'angolo della stanza e uscire da lì.
Emmet la seguiva, a passo svelto.
- Mi stai evitando per caso?
Lei non rispose.
In quel momento aveva paura, troppa paura.
Il sangue nelle sue vene si scontrava con il veleno, riusciva a sentirlo distintamente: il veleno era più liquido rispetto al sangue e la miscela dei due creava una sorta di reazione chimica che la poteva far reagire in diversi modi. Istintivamente si girò verso Emmet che continuava a pedinarla e a farle domande su domande...
- La smetti di seguirmi? - era in preda al panico ma non lo dava a vedere più di tanto, per la prima volta in vita sua era davvero spaventata. Ma come è possibile?
- Voglio risposte
- Non ho risposte Emmet! Basta. Vattene. I tuoi tentativi di storcere informazioni falliscono dal principio...anche se dovessi partire da solo per "andare a divertirti", come dici tu, credo che quelli che si divertiranno a vederti soffrire saranno i Volturi.
Lui la bloccò per il polso e, stranamente, riuscì a fermarla.
Non si poteva spiegare come Emmet in quell'istante avesse avuto più forza rispetto a lei, tanto da farla immobilizzare, lasciandola scioccata.
Forse, dopo qualche minuto, lei riuscì a capire il perché, e si collegava al resto di questioni che non poteva rivelare a nessuno...

Se solo fosse stato tutto più facile.

Avrebbe voluto dirgli che lei aveva avuto, in passato, problemi grossi con il controllo della rabbia, uccidendo in seguito troppe persone innocenti, e che probabilmente questa complicazione sarebbe potuta tornare facilmente se lui non la lasciava andare. Voleva provare a spaventarlo, ma capì che non ci sarebbe riuscita, Emmet era troppo concentrato a comprendere cosa lei nascondesse.
Si mostrò determinato perfino con i pensieri.
Con tutta la forza che aveva spinse via la mano di Emmet e corse via, uscendo di casa dalla finestra nel corridoio del secondo piano, si diresse ai boschi, tra gli alberi, velocissima; doveva seminarlo, doveva evitare che scoprisse tutto.
Ma la raggiunse.
- Se non hai niente da nascondere, perché scappi?
- Non ho nulla da dirti
In men che non si dica Emmet si fiondò addosso alla ragazza mentre ancora correva e la fece cadere a terra; le bloccò i polsi con le mani e rimase a fissarla intensamente.
Lei, ad un tratto assunse uno sguardo triste, tristissimo e spinse via il ragazzo; si trascinò fino al tronco di un albero e ci si poggiò sopra con la schiena, chiudendo gli occhi e corrucciando le sopracciglia come in segno di dolore.

«Io ti ho già vista prima d'ora»
Lesse nei pensieri di lui, leggermente scosso e confuso.

- È così.

- Cosa..?
- È così, ho detto.
Rimase incredulo a quelle parole. Sbigottito.
Non sapeva più che pensare.
- Se reagisci così solo per due paroline, figurati se ti dico la verità.
- Dillo, allora
Annah sospirò.
Dirglielo o non dirglielo? Ci avrebbe creduto?
Ma sì, tanto che importava, ormai era passato troppo tempo, che differenza avrebbe fatto?
Sarebbe sembrata una stronza senza sentimenti, ma forse era così che doveva apparire un ibrido.

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