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Martina sospirò, poggiata al davanzale della finestra. Guardava fuori, la pioggia incessante che ormai da due giorni scendeva con prepotenza. Viveva in quella villa già da un anno. E in quell'anno aveva fatto un patto col fratello. Lui avrebbe passato le giornate in camera con lei ogni qualvolta non avessero nulla da fare. Se stavano insieme, il demone aka Dark non attaccava. Era meglio per entrambi. Dopo l'ennesimo pesante sospiro della minore, Caleb si decise ad aprire un qualsiasi discorso.
«Hai fatto i compiti?»
«No...» fu la distratta risposta della ragazza. Ma ovviamente il fratello non demordè.
«Domani non hai un compito in classe?»
«Si...» rispose nuovamente distratta Martina, facendo sospirare il fratello che fece un altro tentativo.
«E quindi non dovresti prepararti?»
«Nah...» continuò a rispondergli con distrazione la sorella. Caleb provò ad attirare la sua attenzione.
«Sai che all'ennesima insufficienza ti metto in punizione?»
«Lo so...» rispose Martina come prima, facendo capire al fratello che non aveva avuto successo nella ricerca di attenzione. Dopo attimi di silenzio, Caleb parlò nuovamente.
«Cosa ti preoccupa?»
«Eh?»
Ora la ragazza si era voltata a guardarlo, nascondendo un po di panico. Caleb non doveva sapere ciò che le passava per la testa. Per nessun motivo.
«Allora?»
«Non c'è niente che mi preoccupi, onii-chan»
«Ah no? In questi giorni sei distratta. A cosa pensi, mh?»
«A niente. Odio semplicemente star qui»
«Sicura? Tutto bene a scuola? Qua a casa? Dark non ha fatto nulla?»
«Cal, basta insistere. Non è successo nulla. Anzi, perché non te ne torni in camera? Sto bene anche sola»
Il punk la scrutò, poi per la prima volta in quell'anno la lasciò sola. Martina sospirò ancora, tornando a guardare fuori dalla finestra. Si che era successo qualcosa. A scuola la gente le parlava solo per sapere qualcosa su suo fratello oppure la trattavano male per invidia. Le era passata la voglia di far qualsiasi cosa. Ed era sicura di aver fatto salire vari sospetti anche alle sue amiche dato che era da giorni che rifilava loro varie scuse per non uscire e non passare tempo con loro. La notte continuava a sognare la madre, probabilmente come Caleb. Con Aiden non riusciva a parlare normalmente, finiva sempre con l'insultarlo anche quando il povero ragazzo non faceva nulla. Si stava facendo odiare, lo sapeva. Ma non riusciva a non trattarlo così. Troppo imbarazzata per non nascondere i suoi sentimenti dietro un insulto. Si sentiva fragile. Si credeva estremamente debole. E non ce la faceva più. Quella notte, Martina Stonewall fece il primo di una serie di errori imperdonabili.

Double FaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora