Capitolo 3 (2 parte)

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"Tu chi sei? Che ne hai fatto di Mark?!" sbraitai.

Avevo così tanta paura che le ginocchia mi tremavano fino a farmi quasi cadere.
Era uno sconosciuto in una casa sconosciuta.
Non ero più in me,
goccioline di sudore scendevano dalla mia fronte e lacrime di terrore pervadevano la mia faccia sconvolta.
Lanciai uno sguardo veloce secondi, qualcosa che potessi usare per difendermi. Afferrai una vecchia lampada che era ancora attaccata alla presa, la staccai con tutta la violenza che avevo in corpo e feci un gesto di attacco al tizio di fronte a me.
Mi avvicinai con passi lenti e concisi, ci scrutammo in un attimo.
Alzò le mani.
Mi bloccai ad osservarlo, la sua barba e la sua corporatura robusta.
Avrebbe potuto colpirmi all'istante, ma non fece altro che restare immobile, e disarmato.
Il rumore del pendolo mi distrasse, e in un instante ero sbarrata dalle sue braccia.
Mi dimenai ma lampada che avevo cadde, ed ecco indifesa anche io.
"Sta calma, piccola ingrata che non sei altro"
Mi fermai.
"Ecco brava, tranquilla non voglio farti del male, chi credi che ti abbia salvato ieri, il tuo angelo custode?"
sogghignò.
Mi accompagnò piano a sedermi come se fossi una schizofrenica pericolosa.
Eravamo seduti, uno di fronte l'altra.
"Puoi parlare, sai non ti mangio mica"
"Dov'è?" fu l'unica cosa che mi uscì dalla bocca.
"Chi?"
"Ho detto, dov'è??" dissi alzandomi e scandendo ogni lettera quasi facendomi venire una crisi nervosa.
Si mise in allerta, e con le mani mi indicò di sedermi.
"Di chi stai parlando?"
"Sto parlando di Mark, il mio fidanzato. Ero con lui prima... prima di annegare"
singhiozzavo
"Mi dispiace, ma eri sola quando ti ho trovata nel campo difronte casa mia, raccontami cosa ti è successo. Come ti chiami?"
"Mi chiamo Camille"

L'altra parte dello specchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora