T'immagini se...

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Quella mattina Laura aveva una questione urgente da risolvere: parlare con Ugolino di Enrico Michetti e Pasquale Patriarca; essendo i due ragazzi con il rendimento più scarso del III A, promossi ogni anno per carità di tutto il corpo docente o aiutati con qualche debito formativo, all'inizio di quell'ultimo anno erano diventati l'obiettivo principale della smania di bocciare del prof Martini.
La Castelli entrò sicura nella stanza dei docenti, dove Ugolino era già arrivato.
《Se Michetti e Patriarca sono un pretesto perché in realtà vuoi che chiuda un occhio su tuo figlio e i suoi amici, sappi che non farò alcun favoritismo》esordì subito l'inquietante professore.
《Contrariamente alle tue aspettative, sono venuta qui proprio per i miei due studenti. Lo so cosa pensi su di loro》replicò la donna.
《Che non studiano, che non gli va di fare un cazzo e che usano le loro vicende personali come giustificazione del fatto che sono sfaticati》ribattè l'uomo con freddezza.
《Ti sbagli su di loro. Michetti e Patriarca hanno un grande potenziale e tanta forza di volontà, vanno solo un po' spronati》insistette lei.
《Ti do tempo fino alle pagelle di fine gennaio. Tanto non vedrò progressi nelle mie materie, ma se non ne vedo nemmeno nelle tue o in quelle degli altri colleghi, quei due se lo scordano di essere ammessi all'esame di Stato》intimò lui.
《Accetto la sfida. Vedrai che avrò fatto bene a scommettere su di loro》affermò l'una.
《Lo spero per te》concluse l'altro, prima che lasciassero la stanza, diretti nelle rispettive aulee dove avevano la prima ora.
La Castelli, prima di cominciare le lezioni, fece un grosso sospiro; s'era presa un impegno immenso, a migliorare i rendimenti di Enrico e Pasquale, perché non erano che una goccia nel vasto mare di rogne che imperavano in quella classe: c'erano Sara e Francesco che volevano uccidersi a vicenda; c'era Concetta che non riusciva nemmeno ad avere un ascensore funzionante o una pedana per la sedia a rotelle; c'era Youssef che si sentiva benvoluto solo per i suoi soldi; c'era Rachele che si vergognava di una madre avvenente e impicciona.
Non era sicura di riuscire a tenere insieme i pezzi di un simile casino, ma sperava di riuscìrci.

                                      ***

Alle undici suonò la campanella della ricreazione, e Bianca si era subito accodata a Sofia, che aveva grandissima esperienza di sopravvivenza al Da Vinci.
La prima persona che videro non appena uscirono dall'aula fu Aldo Marioni, il bidello, che non appena le vide mise a posto il giornale e prese uno straccio, dove cominciò a fare finta di pulire la sua postazione.
《Guardi, Marioni, che non serve di far finta di lavorare davanti a noi》gli fece notare Sofia.
《Sempre una parola gentile per tutti, Tindari Due!》ribattè sarcastico il bidello.
《Tindari Due?》domandò Bianca.
《Sì, Marioni così mi distingue da mia sorella Irene》spiegò la Tindari.
《Tindari Uno, la Buona》precisò il bidello.
《Io invece sono la Cattiva》fece la mora con un mezzo sorriso soddisfatto.
《La Strega, semmai...》commentò Marioni, mentre le due ragazze si allontanavano.
《Ti ho sentito!》disse Sofia di rimando. 《Adesso raggiungiamo Irene ed Ester, che sta per mettere in atto un piano sicuramente fallimentare》aggiunse poi, mentre si dirigevano verso le macchinette, dove il tecnico Ettore Calvani elargiva le solite perle di saggezza.
《La maturità è un ponte che collega due sponde: la scuola e la vita vera...》sentenziava agli studenti di passaggio.
《Figo! Dove le trova tutte queste massime?》domandò la rossa incuriosita.
《Penso su internet. Non credo siano farina del suo sacco... Oh, ecco Ester che tenta di provarci con Alberto per ingraziarsi la Castelli col resto dei professori... Lei non è assolutamente una da favoritismi, ma godiamoci lo spettacolo ugualmente...》dichiarò Sofia, mentre Irene si avvicinava a loro.
Intanto Alberto stava prendendo un caffè, quando Ester gli si parò davanti.
《Ciao, Alberto》lo salutò sorridendo maliziosamente.
《Ciao, Ester. Sono contento che ogni tanto ti ricordi che esisto》ribattè subito Baldi, insospettito dal fatto che la ragazza dai costumi più facili dell'istituto si rivolgesse proprio a lui.
《Ma come sei rigido... E dai, è l'ultimo anno e chissà se ci rivedremo mai nella vita... Possono succedere tante cose all'ultimo anno, è il periodo in cui può succedere di tutto...》continuò decisa la Gherardi, avvicinandosi ancora di più e facendolo sentire parecchio a disagio.
Fortunatamente da lontano sua madre, in compagnia delle colleghe Di Nardo e Locascio, aveva visto tutta la scena.
《Ma la Gherardi pur di passare si sta incollando a tuo figlio o sbaglio?》osservò Caterina.
《Aspettate, adesso la sistemo io... Gherardi?》fece dunque la Castelli, avvicinandosi.
《Sì, prof?》disse la giovane, alzando gli occhi verso la docente.
《Posso parlarti un attimo in privato?》proseguì la donna, lanciando un'occhiata eloquente al figlio per dirgli di andare via. Il ragazzo ubbidì, raggiungendo Davide.
《Che voleva dirmi, prof?》domandò tranquilla Ester.
《Io non so a che gioco tu stia giocando, ma stai lontana da mio figlio, altrimenti ti boccio. È chiaro?》l'ammonì la prof, in modo tranquillo, ma deciso e provocatorio.
《Chiarissimo, prof》rispose la studentessa, correndo velocemente verso Irene, Bianca e Sofia, che stava sghignazzando.
《La Castelli ti ha sgamata con Alberto, giusto?》chiese quest'ultima, ridendo di gusto.
《Sì, cazzo, e vorrei sotterrarmi...》dichiarò a bassa voce la Gherardi.
《Troverai un altro espediente, vedrai...》la rassicurò Irene, mentre tornavano in classe.
《Oppure puoi sempre studiare...》ipotizzò sarcastica Sofia, prima che le arrivasse un messaggio.
Vide il display e sorrise, era Francesco:

Bianca - La mia più bella cosa mai successa [Saga del Liceo Da Vinci]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora