Francesco se la cavò con una medicazione e l'accordo tra le famiglie, entrambe altolocate, che non volevano suscitare scandali a causa dei loro figli, i quali vennero giustificati col fatto di essere ancora adolescenti e quindi di agire d'impulso; ma mentre il maggiore degli Altobelli si comportava come se nulla fosse successo, uscendo con Irene, Sara era sprofondata in una terribile depressione, usciva dalla sua stanza solo per mangiare o per andare al bagno e stava sempre con le cuffie dell'iPod nelle orecchie ad ascoltare canzoni malinconiche e a sperare che il volume della musica superasse quello dei pensieri; quel pomeriggio del 22 dicembre stava ascoltando "Mi tengo" di Laura Pausini, e sembrava che le parole del singolo le fossero state cucite addosso:
Mi tengo molto più di quel che perdo
Io lascio andare te, non il ricordo
Mi tengo gli anni, quelli dell'incanto
Verranno gli altri, poi te li raccontoAveva ancora sulla pelle l'odore della notte d'amore passata con Francesco nella palestra della scuola, l'ultima sera dell'occupazione; aveva creduto a tutte le sue parole, alle sue promesse sul fatto che era cambiato e che avrebbero affrontato la vita insieme, senza perdersi più: c'era cascata, ancora una volta.
Perché con te ho imparato che felici
Lo si è senza un miracolo
Con te guardare dalla stessa parte
Era già quello uno spettacoloSara in un certo senso sapeva ciò a cui sarebbe andata incontro, dando nuovamente fiducia ad uno che l'aveva già ferita una volta, ma credeva che, col tempo e la conoscenza, magari le cose tra loro due sarebbero anche potute funzionare; i giorni dell'occupazione, poi, li avevano passati gomito a gomito, come se stessero percorrendo un sentiero che li avrebbe portati ad una destinazione comune.
Perché non c'è una colpa da cercare
Se non c'è nessun colpevole
C'è solo un'altra strada da trovare
Non c'è il forte, non il debole
Ma mentre tu dormivi
Io spiavo il cieloLa cosa brutta era che non poteva nemmeno dare completamente la colpa a Francesco, perché parte di tutto quel casino era successo per la sua intrinseca, inespressa ingenuità, che l'aveva portata a credere ancora ai sorrisi e ai modi suadenti del giovane Altobelli, dandogli l'appiglio per fare il cazzo che gli pareva, con lei, per la seconda volta consecutiva.
Eppure di quella notte, in cui il cielo sembrava blu e privo di nuvole, non riusciva a rinnegare niente.Vedevo stelle alzarsi sulle punte
E buttarle su te
Fino a riempire la stanza
Della luce più bella che c'è
Fino a riempire la vita
Della luce più bellaC'erano le stelle, in quella sera d'inizio dicembre, dalla luce brillante che invece, nei cieli di quelle notti sempre più vicine al Natale, sembrava fiacca, frantumata, morta; Roma sfavillava di luci, ma nel cuore della Michetti era buio pesto.
Mi tengo la tua rabbia se ti pare
La mia ti giuro l'ho lasciata andare
Se siamo stati parte di uno sbaglio
A volte anche qualcosa di un po' meglioMa il fatto era che nemmeno ce la faceva più ad essere arrabbiata, non ne aveva le forze: il sipario era calato sulla sua stupidità, e lei non aveva nemmeno il coraggio né la voglia di controbattere ai commenti del pubblico.
Aveva sbagliato, questo lo sapeva, ma sentiva che era inutile ripromettersi di non sbagliare più: sarebbe significato predicare bene e razzolare male.***
Intanto il campanello di casa era suonato e la signora Michetti era andata ad aprire: si trovò davanti Rachele, Concetta e Silvia, piene di buste ripiene.
《Salve, ragazze... Siete amiche di Sara?》domandò loro.
《E anche molto di più... Siamo venute per stanarla dalla sua stanza》spiegò Rachele.
《Abbiamo portato tutto il necessario per rimetterla in sesto》aggiunse Concetta.
《Non ce la facciamo a vederla così, rivogliamo la nostra Sara l'Indistruttibile》concordò Silvia.
《Non sapete quanto la rivoglia indietro anch'io... Prego, entrate...》sospirò la padrona di casa, conducendole fino alla porta della stanza di Sara. Bussò, ma la ragazza non rispose: era in cuffia.
Allora aprì la porta.
《Sara, tesoro... Sono venute a trovarti le tue amiche...》esordì, seguita dalle tre ospiti.
Sara si tolse le cuffie: era spettinata, vestita come se fosse scappata di casa e aveva gli occhi rossi di pianto e d'insonnia.
《Ragazze... Come mai qui?》domandò con voce spenta.
《Siamo qui perché non possiamo vederti in questo stato》ribattè Rachele.
《Abbiamo portato tutto l'occorrente: piatti, bicchieri, tovaglioli e posate, poi patatine, popcorn, caramelle e marshmellow, e ovviamente la roba light per Rachele...》elencò Concetta, sciorinando il contenuto delle buste e facendo riferimento alla perenne dieta dell'amica e compagna di banco.
《... E una serie di commedie romantiche》completò Silvia, mostrandole alcuni dvd che avevano noleggiato.
《Io vi lascio sole...》sorrise la madre di Sara, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta.
Chissà che non riuscissero, in un pomeriggio, a restituire il sorriso a sua figlia.
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Bianca - La mia più bella cosa mai successa [Saga del Liceo Da Vinci]
ChickLitRoma, settembre 2017. Alberto Baldi, figlio della prof Laura Castelli, si innamora della nuova compagna di classe Bianca Ventoni, coi capelli rossi e la pelle lattea, e sostiene con gli amici Sofia e Davide che riuscirà a conquistarla entro la matur...