Cassie è una comunicatrice sin da ragazzina, da quando suo padre è morto, lei ha preso le redini. Non mi ha mai parlato tanto di lui, né di sua madre, da quel lato è sempre stata misteriosa. So per certo che ha più di un fratello, la non me ne ha mai presentato uno. Parliamo di altre cose, di molte cose:
Conosce tantissime nozioni, è una buona maestra; sa come svuotate un caricatore di proiettili di legno su un vampiro senza però ucciderlo. Sa farsi dire le cose. È una tosta, Cassie, le voglio molto bene e ho bisogno di lei.Ma quando mi sveglio, nel mio letto, più stanco di quando ci sono entrato, e bagnato dalle lacrime, so subito che sono solo.
Voltandomi lei non c'è, il letto è intatto e il suo profumo è inesistente. È tutto troppo in ordine, troppo da me.
Decido di non abbattermi, ma è strano che lei non mi abbia detto nulla: incrocio le braccia e penso, alla nostra ultima conversazione:Io ero stanco dopo una giornata di lavoro, Charlie era al tavolo della cucina a fare colazione con i suoi cereali preferiti e sua madre al suo fianco.
-Ehi amore, vieni siediti. Com'è andata? Sei un po' sfatto- mi dice con un tenero sorriso, alzandosi e prendendo anche per me una ciotola. Mi siedo al mio posto, sulla sedia spaiata col cuscino azzurro.
Mi verso in una tazza il tè caldo e nella ciotola il latte tiepido. Ho fame ma, ho forse più sonno. Mi verso i cereali.
Lei, guarda il cellulare, si acciglia, incredula, poi fissa il vuoto, sospirando e torna a sorriderci.
-Tutto okay?- le chiedo dopo aver finito ciò che avevo in bocca.
-Sì... Ehm, niente di ché, non preoccuparti, Lex-
-Quando fai quella faccia mi preoccupo... Sicura vada tutto bene?-
Le mi prende la mano. -Sei stanco, vedo capre per asini, mangia poi vai a letto, io porto Charlie a scuola e ti raggiungo, poi se dovessi essere ancora preoccupato per me, ne parleremo- poi sorride. -Per ora, nerd, finisci o domani sta sera non ti reggi in piedi...-
Si alza, prende Charlie tra le braccia, mi lasciano entrambe un bacio sulle guance, poi prima di uscire:
-Ehi Lex, senti, ricordami che quando torno, ti devo dire una cosa...-Forse non era stato nulla quel messaggio ma
mi rendo conto che a quel punto la faccenda è più seria di quanto pensassi all'inizio.
Mi alzo, rifaccio velocemente il letto, mi lavo e mi vesto alla veloce, poi esco dalla stanza e vado a prendere Charlotte.
Lei è nella cameretta che disegna, tiro fuori le sue scarpette, gliele infilo e la faccio alzare:
-Amore, cerchiamo mamma- enuncio mentre le infilo il cappottino rosso.Ho abbandonato la vita attiva per quella di ufficio, è vero, ma non ho dimenticato il brivido della caccia che ti percorre giù, giù fino in fondo alla schiena, l'eccitazione che ti fa capire che i giochi sono aperti. L'adrenalina che scorre e il fiato gelido della morte sul collo.
Devo trovare mia moglie o almeno capire che cosa stava succedendo.A grandi passi percorro la casa e vicino alla cucina vi è lo sgabuzzino, dove controllo che ci sia ancora il mio borsone e che non manchi nulla: esso è piccolo ed angusto, accendo la luce e in un angolo, stranamente lucido, il mio borsone da lavoro e lo apro.
Al suo interno, tra l'acqua santa e i collari d'argento, vi è un bigliettino piegato accuratamente:
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L'Avvocato del Diavolo - Lex Hunter
ParanormalLex Hunter, la sua vita è tutta lavoro da quando ha colto il suo compito: difendere le creature della notte. Il suo amore? La sua piccola Charlie. Ma nel momento in cui la sua vita si svuota, essa inizia una strada più oscura per le strade di Salem...