Ninive lo guardò impietrita.
In passato, aveva già potuto assaporare la metamorfosi di Edgar durante gli allenamenti dei Guardiani, ma non le fu mai concesso di avvicinarsi tanto; forse, era anche a causa di quell'eccessiva protezione che il suo spirito-guida tardava a manifestarsi.
Si decise ad accennare qualche passo verso di lui, ammirandolo con l'entusiasmo di un bambino: la sua stazza era imponente, doveva superarla in altezza di almeno un metro e mezzo; le zampe, poi, premevano sul terreno con vigore, suggerendo un peso altrettanto pericoloso. Ciononostante, non appena la creatura si distanziò da lei, Ninive si rese conto che era anche incredibilmente agile e che i muscoli che costellavano il suo corpo non lo appesantivano affatto.
La creatura si sporse sul limitare del tratto di terra, affondando il muso nel torrente: l'acqua, già cristallina, sembrò acquistare una nuova purezza a contatto con il suo corpo.
Fu proprio quella visione che spinse Ninive ad affiancarsi a lui, eliminando ogni imbarazzo: con l'indice, si appuntò un ciuffo di capelli dietro le orecchie e si sedette sulle rocce, allungando le gambe nel torrente. La forza con cui le acque premevano sul suo corpo, le ricordò quanto per lei fosse stato difficile non lasciarsi travolgere; Edgar, invece, si lasciava comodamente cullare da quel flusso inarrestabile.
«Il tuo pelo luccica,» azzardò lei, ancora un po' a disagio. Se solo la creatura non fosse stata avvolta da quella luce, Ninive avrebbe creduto di essere pazza.
«È anche merito dell'Albero.»
La sua voce era gutturale, e sembrava che provenisse dalle viscere più profonde del suo corpo: il calore del suo animo, infatti, unito all'energia che lo permeava, non poteva che riversarsi anche all'esterno.
«Quando riuscirò a farlo anch'io? Quando potrò vedere il mio spirito?»
L'Orso si voltò a guardarla, intenerito dalla sua impazienza. Tutto gli ricordava la stessa bambina che lo osservava allenarsi, con lo sguardo di chi non smetteva di chiedersi quando sarebbe toccato a lei.
Si ricordò di tutte quelle volte in cui, in passato, intravedeva una chioma scarlatta nascosta tra i cespugli, troppo timida per osservare le sue trasformazioni da vicino.
Edgar, dal canto suo, non l'aveva mai respinta: il re voleva tenerla lontana dall'addestramento, con l'ingenua credenza che la figlia non avrebbe mai avuto la necessità di allenarsi. Ci siete voi Guardiani per questo, gli ripeteva sempre il sovrano, ma Edgar sapeva di non potersi fidare di Shajara; tutto era ancora troppo criptico, e le sorti del regno non potevano fondarsi su una fiducia ed una fedeltà indiscriminata. Tenersi pronti, secondo l'uomo, era la cosa migliore da fare e di certo non avrebbe privato Ninive di quell'esperienza.
«Per prima cosa, devi imparare a individuare il colore del tuo spirito,» l'Orso si sollevò sulle zampe, provocando un grosso scrosciare alle sue spalle. Inerpicandosi sulla terraferma, tutta l'acqua che aveva inzuppato il suo pelo si riversò sul prato.
«Vuoi dire che abbiamo finito con l'addestramento fisico?»
«No, questa è solo la seconda parte. Presto, dovrai imparare a coordinare le tue capacità fisiche al tuo spirito.» asserì lui, invitandola a procedere, «Li vedi quei ciuffi d'erba?»
Seguendo lo sguardo dell'Orso, Ninive intuì che si stesse riferendo alla flora intorno all'Albero. In particolare, la sua attenzione era stata catalizzata da un paio di margherite, dietro alle quali vorticava una scia luminosa giallastra.
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Il Legame, Vol. I - Il Risveglio della Fenice
FantasyNinive è la principessa di Muja, uno dei due mondi paralleli uniti insieme dal Patto. Tutto sembra procedere come prestabilito dai Guardiani, quando qualcosa va storto: l'equilibrio si spezza e la natura è costretta a rivedere i termini della sua al...