act four; player one

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Felix aveva detto ai suoi genitori che Changbin era un amico conosciuto a scuola per evitare di spiegargli che lo aveva incontrato mentre era sull'orlo di una crisi di nervi e che aveva fatto entrare in casa loro un perfetto sconosciuto. Erano stati molto gentili con lui e —dopo aver scoperto che viveva da solo — gli avevano offerto di dormire nella camera degli ospiti quella notte, al che Changbin aveva risposto che ci avrebbe pensato. Era strano trovarsi in quell'ambiente così poco familiare ma sapeva che se fosse andato a casa sua avrebbe dovuto fare i conti con il nulla più assoluto, preferiva mille volte stare lì e conoscere una persona nuova che la solitudine, quella che aveva sperimentato il giorno seguente gli era bastata e avanzata.

Stava guardando la televisione mentre l'altro era impegnato a scrivere su un quaderno, teneva gli occhi fissi sul foglio e il rumore impercettibile della biro che passava sulla carta era udibile da Changbin, quando gli attori nel film facevano silenzio. "Non mi hai ancora detto che stai facendo." disse frustrato, era un tipo curioso, voleva sapere cosa stesse architettando, sembrava talmente importante.

"La lista." rispose, non sollevando gli occhi dal foglio. "Goditi il film finché puoi, perché al secondo posto c'è andare al supermercato a comprare qualsiasi cosa io mi sia sempre trattenuto dal comprare con i soldi che ho conservato da una vita. E sarà una bella spesa."

"Non penso ti serviranno i soldi."

Da quando Felix aveva smesso di leggere o guardare i notiziari — il giorno stesso, perché aveva scoperto che facevano peggiorare la sua ansia — si era perso un bel po' di cose. Sapeva che le città fossero in crisi, ma certamente non immaginava che si potesse arrivare a un punto talmente critico dal diventare addirittura pericoloso. Il posto in cui vivevano non era neanche così importante, era una città secondaria, se si poteva definire in quel modo — eppure era piombata nel caos e nessuno sapeva come gestire quella situazione. Lui e Changbin uscirono di casa quel pomeriggio, dopo un pranzo molto buono e sostanzioso preparato dal padre del minore — cappotti sulla schiena, Felix aveva un berretto in testa per evitare di prendere troppo freddo, l'altro aveva usato il cappello della sua felpa. Dopotutto era ancora dicembre, il clima invernale si sentiva fin troppo. "È un problema stare qui?" domandò Felix, i vetri delle finestre e delle porte del grosso supermercato erano stati rotti ed erano ovunque. 

"Non credo, non c'è nessuno. Guarda dove metti i piedi però." continuò a camminare e per poco non cadde a causa di una mattonella rotta che non aveva visto. "Il brutto è passato, hanno preso ciò che dovevano prendere, se gli fosse importato ora sarebbe pieno di poliziotti. A loro non interessa mantenere la civiltà e come dargli torto." ridacchiò.

Camminarono fino all'interno, era ben illuminato e arieggiato grazie alle finestre inesistenti. Changbin prese un carrello e cominciarono a recuperare snack, cibo, bevande, cose normali che avrebbero potuto mangiare quella sera. Arrivarono nel reparto dei giocattoli che Felix guardò con nostalgia e in quello della frutta, della carne e del pesce, che non erano freschi e non avevano affatto un bell'aspetto — non presero niente lì. Recuperarono un po' di DVD e videogiochi, talmente tanti che non sarebbero neanche riusciti a finirli tutti, una volta arrivati nel reparto degli alcolici Changbin abbandonò il carrello e cominciò a usare entrambe le mani per riempirlo. "Dovremo nasconderlo quello."

"Anche se i tuoi dovessero notarlo, penso che capirebbero." sorrise. Non era così divertente come Felix aveva sperato che fosse, anzi, era molto strano trovarsi in quel posto, era diverso dalla normalità e non gli piaceva quel clima di vuoto. "Va tutto bene?"

Inclinò la testa e sospirò. "Per quanto possa andare bene."
"Hey." recuperò il carrello e prese a spingerlo verso l'uscita. "Questo è solo l'inizio, che altro c'è sulla tua lista? Quando avrai spuntato tutto ti sentirai meglio."
Non ci credeva, ma fece finta di sentirsi confortato da quelle parole. "Non mi hai ancora detto cosa c'è sulla tua."
"Facciamo con calma — intanto ci porteremo questo carrello a casa, non so perché ma è emozionante."
Sorrise. "Se lo dici tu."

the end of the world - changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora