act eleven; your boyfriend

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Felix e Changbin uscirono dall'edificio ridacchiando, era stata una mattinata molto produttiva. Il minore aveva proposto di andare nella sua scuola e si era divertito molto a fare un tour completo della struttura a Changbin, con aggiunta di varie rovesciate di banchi e vandalizzazione di qualsiasi cosa intralciasse il loro cammino. Era stato divertente sfogarsi prima al bowling e poi rovinando uno dei posti che più aveva odiato durante la sua adolescenza, in quel momento si sentiva pieno di adrenalina e felice, come se si fosse liberato di un peso. Vide Changbin lamentarsi e sorrise. "Hey, avevi detto che non ti faceva più male la caviglia."

"Non mi fa male." rispose. "È solo che abbiamo corso tanto e mi sento stanco, ho anche fame."
Erano quasi arrivati a casa. "Oggi cuciniamo insieme?"
"Cucino io, mi farò perdonare per essermi fatto servire da te per due giorni. Comunque prima tu mi hai fatto male all'occhio, ci vedo ancora appannato."
"Quando abbiamo fatto la battaglia di gesso? Ma se non ti è minimamente andato sulla faccia, andiamo." ridacchiò e si fermò, lo guardò negli occhi e gli prese la faccia. "Stai fermo, ti ci soffio dentro."
Changbin sorrise e lo lasciò fare per qualche secondo. "Va bene, basta o comincerò a lacrimare. Comunque sono sempre stato allergico al gesso."
Spalancò gli occhi. "Questo non me lo avevi detto, avrei evitato di colpirti." disse infastidito. 

Camminarono mano nella mano verso casa, Felix aveva bisogno di una doccia, si sentiva pieno di polvere ovunque visti i luoghi che avevano visitato. L'ora di pranzo era passata da un po', forse per quel motivo cominciavano ad accusare così tanta fame. Felix aprì il cancello e successivamente il portone, non appena entrarono dentro Changbin lo abbracciò. "Si gela." lo disse come per giustificarsi, lo baciò e poggiò la fronte contro la sua, poi continuò a guardarlo negli occhi. "Sei bellissimo."

"Non avevi detto che avresti cucinato?" domandò, un po' imbarazzato.
"Tra poco. È che mi piace guardarti da vicino." aggiunse. "Le tue lentiggini sono proprio belle, sembrano un cielo stellato."

Il minore reagì d'istinto e lo baciò di nuovo, restarono così per un po' finché non vennero interrotti da una voce. "Felix sei tornato? Ho preparato —." era sua madre, si bloccò e indietreggiò una volta che li vide. "Gli spaghetti..."

Il ragazzo era diventato completamente rosso dall'imbarazzo, Changbin si allontanò e vide l'altro correre in bagno, forse per sciacquarsi un po' la faccia o per scappare da quella situazione, il maggiore avrebbe voluto seguirlo ma venne fermato da suo padre che li aveva raggiunti all'entrata. "Come va la caviglia?"

"La mia caviglia? Bene, alla grande. Non mi fa più male." ridacchiò. "Posso muovermi liberamente ora." fece uno strano gesto con la mano e l'uomo lo guardò inarcando un sopracciglio.
"Menomale. Stavamo per mangiare, venite a tavola."

Andò a sedersi accanto ai genitori del minore nonostante lui non fosse ancora tornato dal bagno, la madre si stava comportando in modo normale. "Eccomi." disse a un certo punto Felix, andando a sedersi e cominciando a mangiare.

"Dove siete andati stamattina?" domandò la donna, per poco lui non si strozzò con gli spaghetti.
"Al parco." rispose subito Changbin.
"Sì, al parco."
"Dovete stare attenti, c'è brutta gente in giro e non dovremmo lasciare la casa vuota se non vogliamo che vengano a derubarci, non si sa mai." parlò l'uomo. "Ho sentito che il tasso di criminalità si è alzato ovunque, non ci si può più fidare di nessuno."
Changbin tossì e prese dell'acqua che si versò in un bicchiere. "È vero." aggiunse poco dopo. Non appena ebbero finito, il ragazzo si alzò e aiutò a sparecchiare. "Posso lavare io i piatti oggi."
La donna sorrise e accettò il suo aiuto. "Visto Felix? Dovresti aiutarmi in casa proprio come fa il tuo fidanzato."
Rimasero tutti in silenzio, il più piccolo aveva voglia di sotterrarsi. Non voleva che commentassero la sua vita sentimentale. "Mamma..." mormorò, in tutto ciò Changbin stava ridacchiando sotto i baffi.
"Vado in garage a sistemare una cosa." suo padre se la svignò e si sentì ancora più imbarazzato.

La madre lo guardò. "Ma non è una brutta cosa Felix, anzi, avresti dovuto dirmelo da subito. Sarei stata molto più gentile e aperta con Changbin, no? E poi sono felice che tu abbia finalmente trovato qualcuno, è importante fare certe esp—."

"Può bastare." la interruppe.
"Felix si imbarazza sempre così tanto quando si tratta di queste cose." continuò sua madre, avvicinandosi a Changbin che stava lavando i piatti. "Spero che a te non dia fastidio se mi prendo tutta questa confidenza."
"Certo che no." parlò piano. "È bello sentire questo affetto."

Era dura accettare che lui non aveva più una mamma che gli voleva bene, spesso gli ritornava in mente e tormentava le sue giornate, era una mancanza che non credeva sarebbe mai riuscito a colmare. Finì di lucidare il ripiano della cucina e raggiunse il salotto, Felix era disteso sul divano e stava guardando la TV. Non appena lo vide tirò indietro le gambe e gli fece un po' di spazio, Changbin si sedette lì e lo guardò. "Come va?"

"Bene."
"Vuoi giocare ai videogiochi?"
Sapeva sempre come farlo sorridere. "Okay."

Risero un sacco quel pomeriggio, ripensando a cosa avevano passato poco tempo prima e soprattutto all'espressione del tizio che li aveva beccati nella pista da bowling. Felix si era davvero divertito e voleva fare altre esperienze del genere insieme a lui, era bello vivere in prima persona cose che aveva visto solo nei film o che aveva da sempre immaginato. Più tardi fecero anche un bagno in piscina, Changbin riusciva a nuotare tranquillamente e si era già dimenticato della distorsione alla caviglia, non poteva lasciare che rovinasse quelle giornate. "Felix." lo richiamò, erano entrambi distesi sull'acqua. "Pensi che avresti apprezzato la mia compagnia anche se niente di tutto questo fosse successo?"

Il ragazzo sorrise e mosse le braccia, producendo un suono piacevole con l'acqua. "Perché, saresti stato diverso?"
"Penso di sì." non si aspettava quella risposta. "Non ti avrei fatto rompere la porta di una sala da bowling, per prima cosa."
Ridacchiò. "Io penso che saremmo stati comunque bene insieme io e te." fece una pausa e aggiunse qualcos'altro. "Allora è come dice mia madre? Vuoi essere il mio primo e unico fidanzato?"
"Certo." rispose naturalmente. "E tu sarai il mio fidanzato preferito. Comunque... sai che ci conosciamo da più di una settimana? Stavo pensando di fare qualcosa di bello per festeggiare e no, normalmente non avrei fatto qualcosa di così imbarazzante, ma sai com'è."
"Perché, è imbarazzante? Lo trovo carino." chiese in modo innocente. "Cosa vuoi fare?"

Il cielo era diventato scuro e Changbin era chiuso in cucina da circa due ore. Aveva vietato a Felix di entrare sia lì che nella sua stanza, e il minore doveva ammettere che — oltre a morire dalla curiosità — si stava anche annoiando a giocare ai videogiochi da solo. Lo sentì dirigersi verso di lui poco dopo e si sollevò, il più grande si era appena tolto il grembiule. "Ho finito." esordì, tirando fuori dalla tasca una maglietta. "Fatti bendare."

"Posso almeno prima fare le scale? Non vorrei uccidermi."
"Sei perspicace." gli prese la mano e le percorsero insieme, una volta arrivato davanti la porta chiusa Changbin lo guardò. "Va bene, chiudi gli occhi e non aprirli."
"Li chiudo." non appena lo fece, sentì l'altro lasciargli un bacio.
"Non aprirli!" lo rimproverò, aprì la porta e lo aiutò a camminare. "Va bene, ora puoi farlo."

Changbin aveva sempre voluto preparargli qualcosa del genere, qualcosa che lo facesse sentire speciale, sapeva che nessuno aveva mai fatto niente di simile per lui e a giudicare dalla sua espressione, aveva apprezzato. Aveva disteso una tovaglia sul letto, sopra ci aveva messo dei piatti pieni di cibo che aveva preparato da solo — e una bottiglia di champagne che avevano preso al negozio tempo prima. Felix sorrise e si voltò verso la scrivania, c'era una vecchia candela accesa, non aveva idea di dove l'altro fosse andato a pescarla. L'ultima cosa che notò, ai suoi piedi c'erano dei petali provenienti da qualche fiore familiare. "E questi?"

"Li ho presi dal giardino, tua madre non lo noterà mai."
"Oddio." esclamò ridacchiando. "Grazie per aver fatto tutto questo per me." disse sinceramente, abbracciandolo. "E poi continuavo a sentire un buon profumo provenire dalla cucina prima, avevo intuito."
"Allora mangiamo, sto morendo di fame e sono curioso di sapere se quello che ho preparato ha un sapore decente. Il profumo promette bene, no?"

the end of the world - changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora