Changbin passò quella notte totalmente in bianco. Felix lo aveva coccolato e aveva provato a farlo stare meglio, ma l'unico che si era rilassato era stato il minore che aveva dormito in modo tranquillo, mentre lui non aveva fatto altro che pensare. Non poteva lasciare che i suoi genitori rovinassero le ultime settimane che gli rimanevano, eppure lo stavano facendo, ancora una volta stavano condizionando la sua vita a tal punto da impedirgli perfino di riposare in pace. Non riusciva a toglierseli dalla testa, continuava a ripensare alla conversazione che avevano avuto e a piangere in silenzio. Chiuse gli occhi solo per un paio di ore verso la mattinata ma poi si svegliò per colpa di Felix che non credeva fosse rimasto sveglio tutta la notte, non glielo disse per non farlo sentire in colpa. "Hanno detto che verranno a trovarmi oggi." fu l'unica cosa che gli riferì riguardo la conversazione che aveva avuto con i suoi. "Probabilmente sono già partiti."
"Va tutto bene, loro non sanno dove vivo, se non glielo dirai non potranno trovarti." gli accarezzò i capelli. "Glielo dirai?"
"A dire il vero..."
"Che cosa?" domandò, lo vide assumere un'espressione triste. "Puoi dirmelo."
"Vorrei che tu venissi con me, tutto qui. Non voglio essere da solo ma voglio andarci perché... non lo so, sento che se non lo farò continuerò a pensarci. Scusa."
Felix sorrise e gli prese la mano. "Di cosa ti scusi? Posso farlo."
Si poggiò a lui e disse dell'altro. "Non avrei mai voluto coinvolgere nessuno in questa storia."
"Sono il tuo fidanzato e devo starti vicino, no?"
"Già. Ma mi dispiace." Changbin recuperò il cellulare e vide che non aveva né messaggi, né chiamate perse. "Non so dove ci vedremo."
"Devi mettere un punto a questa storia o non riuscirai a sentirti bene." gli baciò la guancia e lo vide sorridere. "Andiamo a fare colazione."Felix sapeva che non c'era molto che poteva fare per aiutarlo ma credeva che stargli vicino e farlo ridere fosse un buon inizio, qualcosa che avrebbe alleggerito il tutto. Se Changbin gli era sempre sembrato forte, in quel momento stava scoprendo il suo lato vulnerabile. Era molto giù e anche se provava a rallegrarlo sapeva che ci pensava costantemente, avrebbe voluto poter fare di più. Erano distesi sull'amaca in giardino con un piumone pesante e caldo a coprire i loro corpi, Changbin si addormentò a causa di tutta la stanchezza che aveva provato e anche Felix cadde nel mondo dei sogni, tutto durò finché un cellulare non cominciò a squillare — quello del maggiore. Non aveva ancora memorizzato il numero di sua madre ma le cifre comparse sullo schermo erano familiari, guardò Felix che gli disse di rispondere. Dopo quella telefonata brevissima in cui non aveva fatto altro che chiedere alla madre dove si sarebbero visti, i due si apprestarono ad uscire di casa. Stavano passeggiando e Changbin sentiva il suo cuore battere forte, strinse la mano di Felix e si disse che sarebbe andato tutto bene.
Scorse la macchina dei suoi genitori in piazza, i due erano già fuori dalla vettura e si stavano guardando intorno. Anche Felix era leggermente teso ma se stava facendo tutto ciò era solo per il suo fidanzato. "Sono loro." gli disse, anche se il minore lo aveva già capito. Si voltò dando le spalle ai due e guardò il più piccolo.
"Ce la puoi fare." rispose lui, avvicinandosi e baciandolo piano. "Sono qui con te."
Annuì e si fece coraggio, camminarono insieme verso i genitori del maggiore che non appena lo videro gli andarono incontro, tuttavia ciò che voleva di meno lui era abbracciarli, infatti si fermò e non disse una parola. "Changbin." lo salutò sua madre, era proprio come l'aveva lasciata, non era cambiata di una virgola. "Grazie per essere venuto. Tu devi essere il... come avevi detto che ti chiamavi?"
"È il mio fidanzato, anche se hai paura di dirlo." rispose Changbin guardando suo padre, lui non sembrava voler dire una parola.
"Non ho paura, se tu sei felice con lui lo siamo anche noi."
"Non sembrava così quando mi avete mandato via di casa."
La donna sospirò. "Eravamo solo confusi Changbin, ti chiediamo scusa."
Il ragazzo ammiccò un sorriso. "Vorrei sentirlo dire anche da lui."
Guardò l'uomo che annuì subito. "Mi dispiace."
"Va bene." fu l'unica cosa che disse.Di colpo la donna scoppiò a piangere e lui non sapeva cosa fare, una delle cose che aveva sempre odiato era vedere la sua mamma triste, eppure era diventata un'abitudine prima che andasse via dalla loro casa. Non sapeva per cosa stesse effettivamente versando quelle lacrime, fatto sta che quando si avvicinò per abbracciarlo non andò via, lasciò la mano di Felix e strinse le braccia intorno al corpo di sua madre. Il minore si sentiva il terzo incomodo e un po' a disagio, guardò in avanti e vide che il padre di Changbin si stava avvicinando a lui, senza neanche rendersene conto lo abbracciò. Quando suo figlio si accorse di ciò che aveva fatto l'uomo lo guardò e sorrise, poi si unirono tutti e quattro in un abbraccio. Non dicevano niente, ma quel gesto aveva gridato fin troppe cose. Quando si allontanarono Changbin guardò entrambi i suoi genitori negli occhi. "Vuoi venire a casa con noi?" chiese suo padre, inaspettatamente.
Felix lo guardò e lui sorrise. "No."
"Come stai vivendo questa situazione? Abbiamo soltanto altre tre settimane." disse la donna. "Vogliamo ridurre il nostro ultimo incontro... a questo? Vogliamo stare con te."
"Non l'ho deciso io." disse a quel punto. "Ho avuto bisogno di aiuto e Felix mi ha dato qualsiasi cosa mi servisse, io lo amo e devo stare con lui."
Il ragazzo sorrise, sua madre se ne rese conto. "Ma noi —."
"Per me è stato già difficile vedervi adesso. Voglio riflettere."La donna annuì. "Ho pensato tanto in questi giorni Changbin, ho pensato a quanto stupida io sia stata a permettere che le brutte sensazioni lasciassero andare via mio figlio e mi dispiace perché so che niente ci restituirà la tranquillità che avevamo un tempo, vorrei solo tornare indietro per non rifare lo stesso sbaglio." Changbin si trattenne dal piangere e cercò di nuovo la mano di Felix. "Vorrei sentir parlare anche lui."
"Io?"
"Sì."
Felix era imbarazzato. "Changbin è la persona migliore che abbia mai conosciuto." vide l'altro abbracciarlo e sorrise. "Abbiamo entrambi delle mancanze che riusciamo a colmare stando insieme, ho bisogno di lui."
"Anche io ho bisogno di te." gli strinse la mano. "E senza di lui probabilmente non avrei deciso di incontrarvi."
Sua madre annuì. "Verremo a trovarti ancora."
"Va bene." rispose dopo un po', non ne era molto sicuro e aveva un grande bisogno di pensare, anche se erano stati insieme per poco voleva già scappare da quella situazione. "Andiamo a casa." disse piano, rivolgendosi a Felix.Sua madre volle abbracciarlo un'ultima volta prima di andarsene, non appena Changbin li vide ripartire si sedette sul muretto della fontana ormai fuori funzione e fissò il pavimento in silenzio. "Come ti senti?" chiese il minore, si sedette accanto a lui e lo abbracciò. "Sei stato bravo."
"Suppongo di sì." sorrise guardandolo. "È stato proprio strano, cazzo..."
"Quando tuo padre mi ha abbracciato —."
"Non me lo aspettavo." lo interruppe. "Sembravano entrambi pentiti."
"Lo so, l'ho notato anche io. Alla fine siete stati lontani solo pochi mesi, ora possono sembrarci un tempo lungo dato che ne abbiamo molto meno, ma... credo che anche se questa storia non fosse mai cominciata, loro ti avrebbero cercato prima o poi."
"Lo credi davvero?"
Annuì. "Mi dispiace per quello che hai passato."
"Va tutto bene ora." mormorò Changbin. "Ho te, no?"a/n: l'altra notte ho sognato di essere in questa storia ed è stato traumatico pensare di avere solo poche settimane di vita davanti a sé omo ora mi sento più vicina ai due personaggi... it was pretty weird tho lo ammetto
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the end of the world - changlix
Fanfictionse dovessi morire domani, cosa faresti oggi? pubblicata il 18/07/19 conclusa il 03/09/19