Mikael

67 15 8
                                    

In cielo i tuoni cominciavano a farsi sentire potenti come un martello sull'incudine, rendendo i passi di Karen inudibili in mezzo a quel frastuono. L'infermiera percorse tutta d'un fiato il lungo corridoio, arrestandosi bruscamente a qualche metro di distanza dalla stanza 0009. Lì, il paziente più misterioso e problematico del Sanitario X era rinchiuso da circa tre anni. Poche volte Karen era stata incaricata di entrare la dentro, e non aveva mai davvero avuto una conversazione con il ragazzo. Quelle poche cose che sapeva gliele aveva raccontate Matthew in quei brevi momenti di lucidità che lo accompagnavano durante la giotnata. Ma quelle poche volte in cui era stata in quella stanza, non era stata un'esperienza piacevole. L'ostilità in quel luogo era palpabile.

Con non poco timore l'infermiera bussò alla porta. Non bastava la solita chiave per aprirla, ma una password ed un badge speciale erano richiesti a chiunque avesse avuto necessità di entrare. Il cuore rimbombava nel suo petto con la stessa intensità dei tuoni la fuori, ma dovette farsi coraggio.

La stanza era priva di finestre, a differenza delle altre che erano dotate di una piccola finestrella quadrata. Ad illuminare vi era una vecchia lampadina che faticava a restare accesa, la cui luce era così fioca che non riusciva a  rischiarare a pieno il buio di quelle quattro mura, lasciando ampio spazio al nero delle tenebre.

Nella penombra, nascosto in un angolo, il viso del ragazzo era appena riconoscibile. Dalla porta i lineamenti del giovane si confondevano con l'oscurità. Karen prese un respiro profondo e spinse il suo carrello dentro, richiudendo la porta alle sue spalle. Fece qualche passo, intimorita dallo sguardo freddo del paziente che sembrava volerla esaminare da testa a piedi.

- Mikael, hai dormito bene questa notte? -

Silenzio.

Gli occhi azzurri del ragazzo non si scollavano dalla donna. Erano piantati sul suo viso, come le radici degli alberi in cortile lo erano al terreno. Non era ammirazione, tristezza o desiderio ciò che trasmettevano, no. Era odio. Un odio puro che in pochi avranno provato nella loro vita. Guardare negli occhi Mikael era come fare un tuffo negli abissi più profondi, ed essere divorati vivi da mostri che non credevi neanche  potessero esistere. I capelli biondi e sporchi gli ricadevano appena sulle spalle, occhiaie marchiate creavano contrasto col colore chiaro della sua pelle.

- Mikael...la medicina.. - balbettò l'infermiera accennando un sorriso, mentre con mano tremante posava un bicchiere con un liquido marroncino sul comodino di fianco alla branda.

A quel punto il biondo fece un passo fuori dall'ombra, rivelando il suo volto ricoperto da cicatrici. Karen non riusciva a capacitarsi di come un viso tanto angelico avesse potuto essere ridotto in uno stato del genere, e soprattuto di come potesse appartenere a qualcuno che trasmetteva inquietudine anche da lunghe distanze.

- Mi costringa, Karen Schmidt - un sorriso malvagio si formò sulle labbra sottili del ragazzo.

- Mikael. Prendi la medicina - rispose lei con voce tremante, cercando di mostrarsi autoritaria.

- Ho detto che deve costringermi. Me la dia di forza -

La povera infermiera non aveva altra scelta. Prese il bicchiere e lo avvicinò alla bocca di Mikael, tenendo con l'altra mano la testa del ragazzo. Lui era alto e lievemente robusto, all'incirca come Matthew. Volendo avrebbe potuto allomtanare Karen, ma non lo fece. Si limitò a guardarla negli occhi mentre lo costringeva ad ingurgitare quella roba.

Quando ebbe finito una risata malsana uscì dalla gola del biondo. Karen si allontanò immediatamente, un tuono eccessivamente forte fece tremare le pareti e saltare la corrente. La donna entrò nel panico quando sentì il respiro dei Mikael sul suo collo.

- Mikael...non fare nulla di cui potresti pentirti - sussurrò.

Nessuna risposta. Improvvisamente sentì delle mani fredde come la morte cominciare a risalirle la schiena e le spalle, fino ad arrivare alla base del collo. Alcune lacrime scesero sulle sue guance rosee.

- Mikael ti prego.. -

Sentì il suo respiro avvicinarsi al suo orecchio destro.

- Fuori - sussurrò lui con voce ferma, spingendo la donna verso l'ignoto.

Karen cadde sul pavimento disorientata ed in preda al panico. Il Mondo sembrava scomparso, era tutto così buio. Poi la luce tornò, e come per magia si ritrovò insieme al suo inseparabile carrello fuori dalla porta, nel corridoio. Scoppiò a piangere poco dopo, inginocchiandosi ad una finestra per pregare Dio di salvarla da quell'Inferno.

Mikael Jäger
11 anni
Informazioni rriservate

Dr. Kramer -

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 21, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Cruel childrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora