5. una vera amica?

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La mattina dopo mi svegliai molto presto, sicuramente fin troppo per i miei standard. La cosa strana era che non avevo una sveglia e tanto meno qualcuno che mi svegliasse, ma alle 7 avevo aperto gli occhi.

Dopo svariati tentativi per cercare di riaddormentarmi, mi arresi, consapevole del fatto che, una volta sveglia era inutile tentare di addormentarsi nuovamente, perché tanto non ci sarei riuscita.

Ero sempre stata così, fin da bambina, e purtroppo questa caratteristica non era cambiata crescendo.

Mi alzai dal letto e, avendo messo le mie scarpe da ginnastica in bella vista, mi venne voglia di andare a correre e quindi decisi sul momento di andare a farlo sul lungomare che era proprio lì fuori.

Tanto sarebbe stato inutile provare a svegliare Simon, che mi avrebbe letteralmente uccisa, e tanto meno inutile provare a cercare Liv, dato che questa casa era enorme e non avevo idea di quale fosse la stanza in cui dormiva.

Così mi vestii velocemente e uscii cercando di fare meno rumore possibile.

Mentre correvo con la musica al massimo nelle cuffiette, mi presi qualche minuto per osservare il mare, bello come non mai. La mattina, subito dopo l'alba, in quella zona era sempre cristallino e pressoché vuoto dato che nessuno poco dopo le 7 avrebbe il coraggio di essere già in spiaggia.

E fu quello il momento in cui mi vennero in mente tutti i pomeriggi delle estati passate, quando ancora io ed Aiden eravamo amici. Ricordai le corse per scappare dai genitori che volevano riportarci a casa con la forza, tutte le volte in cui cercavamo di prendere le onde più alte e tutti i tentativi di costruire il castello di sabbia perfetto, mai andati a buon fine.

Ricordai infine l'ultima estate insieme, quella prima che iniziasse ad ignorarmi e a quel ricordo non riuscì a fermare le lacrime.

Durante quel periodo qualcosa stava cambiando ed entrambi ce n'eravamo riesci conto o almeno io me n'ero accorta, però non è finita come pensavo.

Smisi subito di correre e mi sedetti per terra. Non mi importava cosa avrebbe pensato la poca gente che passava di lì a quell'ora, avevo bisogno di fermarmi e ricompormi.

Non ero mai stata la tipa che piangeva per tutto, ma quando si trattava delle persone a cui volevo bene, o nel caso dello stronzo, a cui avevo voluto bene, diventavo un'irrigatore.

Non avevo mai amato questa cosa di me dato che odiavo mostrare i miei sentimenti, ma non potevo farne a meno.

Faceva parte del mio carattere ed è risaputo che non lo si può cambiare.

Quando il sole cominciava ad essere più forte, iniziai a correre verso casa e mentre tornavo, pregavo in tutte le lingue del mondo di non imbattermi in Aiden.

Arrivai a casa ed entrai, forse, con poca delicatezza. Un elefante avrebbe potuto essere più aggraziato di me, ma non mi facevo alcun tipo di problema.

Andai verso la cucina dato che la fame cominciò a farsi sentire, ma mi imbattei in una bionda truccata e vestita come se fossimo ad una sfilata di moda. D'altronde era una truccatrice ed era più che normale che si truccasse parecchio.

-Norah! Già sveglia?- Mi stava anche simpatica, ma a volte mi sembrava davvero scema.

-No, sono solo uno spirito con le sue sembianze. Certo che sono sveglia.- Lei fece una faccia leggermente offesa, ma si riprese subito e io mi resi conto di essere stata fin troppo dura.

Perché non riuscivo ad essere gentile con chi cercava di esserlo con me?

-Oddio, scusami Liv...- Lei mi fermò subito mettendomi le mani sulle spalle per tranquillizzarmi.

-Ho già capito come sei fatta, non devi preoccuparti. Conosco qualcuno che è esattamente come te.- Guardò qualcosa alle mie spalle. Io mi girai per capire e vidi lo stronzo. Capii subito che si riferiva a lui.

-Io non sono stata sempre così... È che...- Mi fermò nuovamente.

-Che da quando è successo il casino con Aiden hai sentito la necessità di costruire un muro per proteggerti da altre eventuali delusioni. Lo so.- Mi leggeva forse nel pensiero? Forse Dio l'aveva mandata per controllarmi o cose del genere. Tralasciai questo dettaglio e decisi di cambiare argomento.

-Come mai alle 10 del mattino sei già vestita così.- Lei sorrise subito. Guardai il suo top nero e o suoi pantaloni larghi bianchi, per non parlare degli orecchini a cerchio e dei tacchi a spillo. Con che coraggio, poi, lì indossava dentro casa?

-Perchè oggi noi due andremo in centro e faremo un giro per conoscerci meglio.- Mi sembrava un'idea merdosa, ma avrei fatto di tutto pur di non stare in questa casa con Aiden sono stronzo Harrison.

-Va bene, ma ad una condizione.- Le puntai il dito contro e lei, spiritosamente, alzò le mani.

-Tutto quello che vuoi!-

-Non farò come nelle serie tv o nei film in cui la ragazza si prova mezzo negozio e all'ultimo vestito convince l'amica perché le sta divinamente.- Parlai a macchinetta e per un secondo dubitai che Liv avesse capito qualcosa, ma lei annuì e diedi per scontato che avesse capito. Ma non fu così.

Alla fine mi ritrovai a fare proprio quello che non volevo fare e non so per quale assurdo motivo ma mi piaceva. Uscii e rientrai nel camerino un sacco di volte ma non mi pesó mai.

Alla fine, proprio come avevo detto, uscii fuori con un vestito rosso abbastanza corto che lasciava leggermente scoperte le parti sopra o fianchi. Era un abito smanicato che sicuramente avrebbe fatto invidia ad una modella.

Dopo aver visto la faccia di Liv mentre glielo mostravo e successivamente anche la faccia del commesso che mi aveva dato la taglia, mi convinsi e lo presi.

-Norah stavi troppo bene con quel vestito! Ad Aiden cadrà la mascella quando ti vedrà con quello addosso!- Bloccai immediatamente l'entusiasmo della bionda.

-Lui non mi vedrà mai con questo vestito Liv. Non mi vedrà mai messa a tiro per lui.- Lei lasciò stare, ma avevo già capito che finché non le avrei raccontato ciò che era successo tra me ed Aiden, lei non avrebbe smesso di tirarmi queste specie di frecciatine.

La fermai prendendola per una mano.

-Liv, vuoi sapere tutto, non è così?- Lei non esitò nemmeno un minuto per annuire.

Ci sedemmo su una panchina e respirai profondamente più volte per calmarmi.

L'avevo raccontato solo a Simon e devo dire che non era stato molto facile.

Dopo svariati minuti in cui l'unica cosa che faceva Liv era cercare di tranquillizzarmi, iniziai a parlare.

-Io ed Aiden ci conosciamo praticamente da sempre. I miei genitori e i suoi sono amici dal college e ci hanno cresciuti come fossimo fratelli. Stavamo sempre insieme e ogni anno che passava io e lui eravamo sempre più inseparabili. Ricordo che alle medie eravamo capitati in classi diverse e pur di farsi spostare aveva iniziato a tormentare un bambino i cui genitori alla fine avevano richiesto che Aiden cambiasse sezione. Viviamo attaccati, quindi ogni giorno lui veniva da me e giocavamo insieme. In seconda media lui aveva iniziato a suonare la chitarra e a comporre le prime canzoni. Io sono stata il suo primo pubblico non che la sua prima fan. Aveva anche scritto una canzone per me. Insomma eravamo... Non so come spiegarlo. Al primo anno di superiori tutto iniziò a cambiare. Io e lui ci trovavamo sempre più a disagio a fare qualsiasi cosa insieme. Una sera prima di iniziare il secondo anno lui mi ha baciata. Dopo quella sera non mi ha più rivolto la parola. Ho sempre pensato che fosse perché voleva diventare cantante e che quindi quella di ignorarmi fosse solo una fase, ma dopo un po' ho smesso di crederci e mi sono chiusa in me stessa. Se non fosse per Simon non so cosa farei. Ora se n'è uscito con questa cosa del video e mi parla come se nulla fosse. Io non lo capisco Liv, davvero.- La mia nuova amica mi guardò con attenzione un altro po', poi si alzò e mi tese la mano.

-Andiamo a farla pagare a quello stronzo.- Sorrisi e le presi la mano.

Questa si che è solidarietà.

Simon non avrebbe mai potuto capire.

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