«Hey» una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare, e mi giro subito, riconoscendolo.
«Oh, hey»
E' Tom. Ma forse non sa ancora che so il suo nome.
«Cosa ci fai qui?» gli chiedo, perché sembra parecchio strano che stia ancora qui, a due passi dal bar.
«Ti ho aspettata» risponde lui senza troppe esitazioni, come se fosse normale.
«Per..» guardo l'orologio. «..due ore?» lo riguardo.
«Si, si, volevo sapere se poi è andato tutto ok con quel tipo, il capo»
«Stranamente si, forse ti è stato a sentire»
Sembra pensarci su. «Ne dubito. Ti tratta spesso così?»
«Beh, quando faccio cazzate che non dovrebbero farsi al lavoro» faccio spallucce e sorridendo consapevole.
«Stronzate. Ti stavo dando a parlare io, tecnicamente non puoi essere scortese con un cliente»
La conversazione finisce all'incirca qui. Parlare del signor Smith non è molto piacevole quindi ci spostiamo verso altri argomenti, nel frattempo che lui chiede di camminare e ci dirigiamo verso l'uscita della spiaggia.
Come un lampo di genio, una scintilla nel cervello, un colpo di testa e una lampadina che esplode in testa mi rendo conto con chi mi trovo. Ecco dove ho sentito il suo nome!
«Aspetta, ti chiami Tom Holland?» lo fermo e cerco di capire.
«Si.. perché?»
«Wow, hai appena fatto Spider-Man, cioè il film, è uscito il film!» dico forse fin troppo esaltata.
Inizialmente sembra davvero sconcertato, come se stesse cercando di capire se mandarmi o no in terapia. «Tu solo adesso l'hai capito?»
«No! Cioè si! Ho letto il tuo nome sul documento che mi hai dato prima e sapevo che l'avevo già sentito da qualche parte!»
A questo punto lo sento ridere per la prima volta, mentre mi guarda rilassato e con occhi allegri. Ha una risata molto contagiosa perché dal niente mi ritrovo a ridere anch'io.
«Scusa, non ho visto il primo, ne End Game, ma giuro che recupero» gli confesso.
«Non li hai visti?» mi chiede confuso.
«Lo so, è strano, ma non ho mai tempo, e quelle poche volte che sono a casa e decido di vedere un film crollo prima della prima battuta!»
Lo sento ridacchiare di nuovo, è piacevole. Però poi si fa più serio. «Lavori tanto?»
«Normale, direi, come tutti»
Mi racconta poi del perché si trova qui, dei suoi genitori rimasti in Inghilterra e quanto gli mancasse il suo cane. Se mia sorella e mio padre sapessero che sono con l'attore di Spider-man morirebbero, giuro, si sentirebbero male. Che buffa e confusionaria che è la vita. Il ragazzo sembra quasi confidarsi quando mi racconta degli aneddoti del "dietro le quinte" del suo lavoro, ma poi si fa quattro risate quando io gli racconto le mie.
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THE BOY - tom holland
Short StoryUna semplice e stupida OS tratta da un universo parallelo, un'altra vita. Un americano e una straniera. Un attore e una barista. Tra di loro un sentimento giovane. «Ascolta, gli italiani non sono solo pizza spaghetti e mafia» «Davvero?» fa il finto...