Qualcosa Di Adorabile

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Dopo che il gruppo fece la visita di tutto il Sito-19, i ragazzi andarono nelle loro stanze, visto che era anche arrivata notte fonda.

Elena rimise a posto le ultime cose sul suo letto, ravvivando anche un po' la stanza con una lampada sul comodino, e dopo aver rimesso a posto sul comodino una foto di lei coi suoi genitori, mise il pigiama e andò a dormire.

Sotto le morbide coperte, i pensieri della giornata appena finita frullavano e si rimescolavano fra di loro nella testa della ragazza.
Pensieri belli e brutti creavano un mix che ad Elena dava molto fastidio, tanto che non riuscì neanche a chiudere occhio per un bel po'.

Rimase con la testa sul cuscino a fissare il soffitto, mentre cercava di togliersi dalla testa le paure e concentrarsi sulle cose che sarebbero potute accadere.
Dopo un'ora circa di insonnia e riflessioni, finalmente si addormentò.
Il giorno dopo aveva in serbo nuove esperienze per lei...

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Il mattino dopo, Elena si svegliò, con la luce che filtrava dall'unica finestrella nella stanza.
Si alzò e si mise addosso i vestiti: una camicia viola, dei jeans neri e delle sneaker viola scuro.

Mentre stava per uscire dalla stanza, notò poco dopo sul minuscolo attaccapanni della sua stanza, un camice da scienziato, con dentro appiccicata l'etichetta con il suo nome preceduto da "Dr.ssa", e la sua foto che aveva allegato al test email con il suo curriculum.

Elena lo indossò, guardandosi come le stava addosso grazie allo specchio dell'armadio, e poi prese la sua roba andando a prepararsi per ciò che sarebbe successo quel giorno, fosse stato bello o brutto.

Nel corridoio, però, Elena riconobbe un'altra figura.
"Dannazione.
È di nuovo quell'inquietante di Bright..." pensò lei e strinse i denti, facendo uno sguardo leggermente preoccupato.
"Oh Dio, cosa faccio..."

Dopo un minuto intero che Elena era ferma impalata nel corridoio, fece un respiro profondo, e gli passò davanti, cercando di ignorarlo chiudendo gli occhi.
Ma non funzionò.

"Ehi, a quanto pare ci reincontriamo ancora nel corridoio, cara Elena.
O dovrei chiamarti Dottoressa, adesso?" chiese lui appena la vide, salutandola e facendo quel suo sorrisetto inquietante.

Elena rimase per un attimo bloccata e piena d'ansia, ma poi si girò, guardandolo in faccia, facendo un sorriso forzato.
"S-sì.
A quanto pare..." rispose, cercando di non sembrare spaventata, ma non ci riusciva, era troppo evidente.

Già era la seconda volta che incontrava quell'uomo, e ancora la inquietava, specialmente per quel medaglione che lui aveva al collo.
Le dava una strana sensazione, come se quell'oggetto avesse degli strani poteri occulti o robe del genere.

"Ho sentito dire che hai fatto una scenata ieri, dopo che è stato ricontenuto SCP-106.
Hanno detto che dopo averlo ricontenuto hai urlato e sei scappata via allontanandoti dal gruppo, o sbaglio?
Hanno dovuto anche richiamare il Dr.Glass per richiedere un aiuto" chiese lui, mutando il suo sorrisetto in uno sguardo più cupo e guardandola negli occhi, quasi fulminandola con lo sguardo.

Elena, rimase bloccata per l'imbarazzo.
A quanto pare la figuraccia che aveva combinato ieri aveva fatto il giro del Sito, e già tanti lo sapevano, oltre ai compagni, il Dr.Gears e il Dr.Glass.
"Ahem, ecco, io ho avuto paura, e quindi io..." cercò di dire balbettando, ma lui la zittì con il dito sulle labbra.

"Avere paura qui non è una cosa accettabile, lo sai?"
"Mh?"
"Hai fatto una vera e propria figuraccia ieri, hai dimostrato di essere una piagnucolona.
Mi chiedo come riuscirà una come te a sopravvivere qui..."

Ma fu in quel momento che arrivò la Dr.ssa Esme, che vide la scena e riuscì subito a separarli, semplicemente dopo essersi fatta notare da Bright.

SCP: Welcome to the FoundationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora