Prologo

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Trasferirsi fu meno traumatico di quanto Fabio avesse immaginato.
La mancanza di amici veri e l'allontanarsi dalla caotica e grande città erano stati elementi a favore, la sua paura per tutto ciò che era nuovo, invece, no.

L'ultimo anno, passato nel disperato tentativo di trovare un modo per evitare di lasciare casa, si era miseramente concluso in quel lungo viaggio in auto.

Papà guidava in silenzio, l'aveva relegato sul sedile posteriore per non dover sentire i suoi brontolii, e così Fabio si era perso a guardare fuori dal finestrino combattendo con un mal di stomaco lancinante.

Come in ogni spostamento, tutta la sua concentrazione era focalizzata nell'imparare la strada percorsa dalla vecchia casa. Avere un modo sicuro per ritornare sempre al punto di partenza, era il suo meccanismo di difesa contro l’ansia di viaggiare.

L'unica cosa che non calcolava mai erano i tempi di percorrenza.
Camminare, anche per ore, non era un problema, l'importante era farlo alla sua modesta velocità.

- Siamo quasi arrivati - annunciò il padre facendolo sobbalzare.

Ignorandolo di proposito, il castano continuò a mantenere lo sguardo all'esterno.

Stavano superando una cittadina, molto meno affollata di quella da cui provenivano, lungo un viale alberato che tagliava verso una zona più collinare.

Un ambiente così naturale era una novità per la loro famiglia, ma era stato un cambio d'aria obbligatorio, l'ultima spiaggia prima di finire sotto un ponte.

Fabio però questo ancora non lo sapeva, per lui si trattava di un capriccio del genitore. Da quando sua madre era morta, il ragazzo si sentiva più solo che mai e, il dover abbandonare la casa in cui era cresciuto, gli appariva solamente come un'enorme ingiustizia.

- Quanto manca ? - chiese con tono infastidito, sentiva l'orticaria lungo le braccia e la paura farsi sempre più forte

- Resisti ancora un po', ci siamo quasi. Questa è la strada da seguire per arrivare in centro. Così, se vuoi, dopo che avrai finito di sistemarti, potrai andare a fare un sopralluogo nei dintorni -

Fabio non aveva intenzione di uscire, prima doveva seguire la propria procedura da viaggio.

Punto uno: ispezionare gli ambienti interni;
Punto due: sistemare adeguatamente i propri oggetti personali;
Punto tre: esplorare le immediate vicinanze della casa;
Punto quattro: individuare i più vicini centri di interesse come il supermercato e la fermata degli autobus;

Aveva scritto la lista su ben due dei propri quaderni personali, quello adibito alle riflessioni e quello con le liste giornaliere sulle cose da fare. Entrambi, insieme al blocco degli scarabocchi, erano l'unico mezzo che aveva per non uscire totalmente di testa.

I troppi pensieri l'avrebbero fatto impazzire.

Recuperando dalla tracolla il secondo dei tre salvavita nominati, Fabio ricontrollò quanto doveva fare quella mattina, non aveva dimenticato nulla.
Presa una svolta, l'auto costeggiò una collina e si fermò davanti ad una cancellata arrugginita oltre la quale era possibile vedere una rudimentale casa di campagna.

Abbassato il finestrino per una vista più chiara, Fabio sporse la testa e, unito al frusciare delle foglie, poté vedere chiaramente che cosa  rendeva quella casa speciale.

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