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Il sonno giunse in fretta.
Il fruscio al posto dei clacson assordanti, l'odore del lago a ripulirgli il naso dallo smog, Fabio non ebbe nemmeno bisogno di aprire la finestra, la stanza era naturalmente fresca.

La nuova casa lo assopì con un armonioso arpeggio.

Sognò sua madre, seduta sulla panchina del salotto, al proprio posto. Un filo di fumo di sigaretta le usciva lento dalle labbra mentre guardava la televisione, come al solito.

Il ragazzo sapeva che non era reale, ma fu felice di rivederla. La abbracciò pregandola di non lasciarlo, di restare con lui, ma la supplica rimase inascoltata.

L'incanto finì fra le lacrime. Fabio aprì gli occhi, ma invece del soffitto, incrociò uno sguardo sconosciuto. Sussultò e, allontanandosi, finì per cadere dal letto. Gli occhi appannati dal sonno misero a fuoco una figura protendersi verso la finestra ed uscirne.
Erano al secondo piano.

Nonostante la paura, il giovane si avvicinò e guardò in basso. Non c'era nessuno.

Scesa l'adrenalina, le gambe di Fabio cedettero ed iniziarono a tremargli in modo incontrollabile. Non riuscì a muoversi fino all'alba, quando suo padre entrò nella sua stanza per svegliarlo.

- Fabio, che cosa stai facendo sul pavimento ? -

Alzandosi immediatamente, il figlio corse ad abbracciare terrorizzato il genitore.

- C'era qualcuno ! C'era qualcuno in camera mia ! -

- Come qualcuno ? - chiese sconvolto l'uomo guardandosi intorno - Ma non è possibile, non ho sentito nessuno passare nel corridoio -

- No ! Non nel corridoio ! Dalla finestra ! È passato da lì ! -

Guardandolo confuso, il padre si sporse per controllare. Nessun segno di intrusione, inoltre non c'erano punti rialzati che avrebbero permesso ad un ladro di utilizzarlo come ingresso per penetrare all'interno. Lasciando Fabio, il genitore lo guardò serio. Era più che sicuro che si trattasse solo di una scusa del figlio per convincerlo a lasciare la nuova casa.

- Te lo sarai immaginato. Avrai visto l'ombra di un ramo sul muro, andiamo a fare colazione adesso -

- Papà, non me lo sono immaginato ! Devi credermi ... -

Ma l'uomo non perse tempo ad ascoltarlo e lasciò il figlio solo nella stanza. Arrabbiato, Fabio non andò nemmeno a fare colazione.
Aspettò che il padre uscisse per andare al nuovo lavoro, nemmeno rispose al suo saluto. Solo quando l'uomo ebbe chiuso dietro sé la porta partendo, abbandonò la stanza.

Non aveva tolto gli occhi dalla finestra nemmeno per un secondo. Sapeva cosa aveva visto e, se già il nuovo ambiente non lo convinceva, l'idea che non fosse abbastanza sicuro non migliorava le cose. Recuperate le chiavi, Fabio uscì in giardino e poi sul retro della casa in cerca di indizi.

Non c'erano tracce del passaggio di qualcuno. Dopo qualche minuto di ricerca, il ragazzo era sul punto di mollare. Voleva chiudersi in casa, preoccupato all'idea di venir aggredito, quando sentì di nuovo la melodia del giorno prima.
Veniva dal lago, quindi qualcuno c'era.

Un attimo prima Fabio sarebbe corso dentro ed avrebbe chiamato aiuto, ma quell'arpeggio armonico lo fermò.
Lo spingeva a seguirlo e, con la paura ormai lontana, il giovane obbedì e corse verso il lago.

Il Canto del LagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora