un anno dopo... -Capitolo 26

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Un anno dopo...
Fino ad una settimana fa io e Nathan eravamo fidanzati. Strano vero? E chi l'avrebbe mai detto che saremmo stati insieme per un lungo anno?
Beh, in ogni caso, nonostante tutto siamo rimasti in ottimi rapporti, ci siamo sempre l'uno per l'altra. Insomma, siamo rimasti grandi amici, davvero.
Il motivo per cui abbiamo deciso di smettere è molto semplice; nessuno ci crederà, ma con il tempo mi sono accorta di essere ancora follemente innamorata di Alvaro.
Che cretinata, vero? Sono ancora innamorata del ragazzo che mi ha fatto soffrire. Beh su questo posso farci poco, mi ha fatto davvero perdere la testa.
Ormai non gli parlo da un anno, ma non ho mai smesso di amarlo.
Ho un disperato bisogno di rivederlo, così provo a contattarlo, ma a quanto pare mi ha preceduta: non appena sblocco il telefono con l'intenzione di scrivergli, trovo un suo messaggio.
A: Ciao Sofia... come stai?
S: Male, Alvaro... e tu come stai?
A: malissimo, sono stato troppo tempo senza di te... poi non ho mai avuto il coraggio di scriverti ancora...
S: anche io... senti, vediamoci qui, a casa mia... come ai vecchi tempi.
A: ora?
S: si, vieni.

Scrivendo questi messaggi mi viene da piangere, ho i nodi in gola.
È solo lui che voglio, mi basta lui.

Appena bussa alla porta vado subito ad aprirgli; senza dire una parola, cominciamo ad abbracciarci scoppiando in lacrime.
È raro vederlo piangere, vuol dire che gli mancavo davvero.
<mi manchi così fottutamente tanto, Sofia.> mi dice singhiozzando.
<non sai tu quanto mi manchi!>
Dopodiché ci sediamo sul divano a parlare.
<ti vedo cambiata sai?> mi dice. <ti vedo cambiata in tutto...>
<in meglio o in peggio?> gli domando ridendo.
<solo in meglio, che domande.> risponde. <sei ancora più bella.>
<Io ti vedo sempre uguale... sempre con gli stessi occhi di cui mi sono innamorata.>
<ma dal punto di vista di serietà sono un'altra persona.> mi assicura.
Sento di potermi fidare sul serio adesso. Insomma, a distanza di un anno sento che è cambiato davvero su questo.
<Sofia... io e te funzioniamo insieme.>
Lo guardo un attimo sorridendo.
<si, funzioniamo. Sta volta me lo sento davvero.>
Io voglio lui, è lui l'uomo con cui vorrei costruire una famiglia, è l'uomo che i miei figli chiameranno papà.
Beh, che dire, era davvero destino che le cose si sarebbero sistemate prima o poi.

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