Una cena di lavoro per sistemare tutto -Capitolo 18

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Due giorni passati bene ma male. Cosa intendo? Bene perché ho iniziato ad uscire con Greg, chissà se ci sarà mai qualcosa, ma male perché continuo a pensare ad Alvaro costantemente.
Oggi ho il primo giorno di esami a scuola.
L'estate è bella: svegliarsi tardi la mattina, non fare niente, uscire il pomeriggio... purtroppo non posso fare nessuna di queste cose per ora. La mattina mi sveglio presto per preparare documenti e robe varie, quindi non posso permettermi di poltrire sul divano o uscire e il pomeriggio sono a scuola.
Sicuramente oggi vedrò Alvaro, ma ovviamente farò tutto il possibile per ignorarlo o evitarlo anche se vuole parlarmi.
Appena arrivata vado in aula professori verso Francesca, per evitare Alvaro che era proprio nei paraggi.
<Fra, tu che sei più alta, nascondimi da Alvaro per favore.>
<vieni, usciamo di qui, andiamo a prendere un caffè.> mi dice.

<sono due giorni che esco con Greg.> le spiego. <ma un uscita così, non è nulla di che.>
<come il bacio a casa sua che mi hai raccontato?> mi domanda di nuovo ridendo.
<ok, ok, sorvoliamo questa cosa.> rispondo.
Appena mi giro per tornare indietro vedo Alvaro che parla al telefono, ma cerco di non farmi notare e cambio direzione.
Ecco che entro in aula per gli esami orali. Dove sono seduta? Ovviamente hanno pensato bene di lasciarmi il posto vicino ad Alvaro, peggio di così non mi poteva andare.
Per tutto lo svolgimento degli esami non gli ho rivolto ne lo sguardo ne la parola; è come un fantasma, come se non esistesse, ma ho notato che lui non finiva di guardarmi.
Una volta finiti, finalmente, gli esami di oggi, mi dirigo verso l'aula professori, quando la mia attenzione viene catturata da Alvaro che parla con un signore. Chi può essere? Un nuovo professore? Beh, sarebbe abbastanza strano averlo come collega, qui siamo tutti dai venticinque ai trent'anni, lui potrebbe avere l'età mia e di Alvaro messe insieme!
Mentre passo per andare a prendere i libri questo signore mi ferma.
<mi scusi.> mi dice mettendomi una mano sulla spalla.
<si? Mi dica. Ma lei chi è?> domando spaesata.
<non mi sono presentato, sono il nuovo vicepreside.> mi risponde. <sono appena arrivato. So che lei è uno degli insegnanti di musica più bravi.> dice rivolgendosi ad Alvaro.
<beh, grazie, ce ne sono tanti altri.> risponde Alvaro imbarazzato.
<Nathan mi parla sempre di te, di quanto sei bravo.> dice ad Alvaro. Nathan? È che gli è preso? A quel punto iniziamo a guardarci straniti entrambi. Il primo, unico ed ultimo sguardo di oggi, perché non ce ne saranno e non ce ne dovranno essere altri.
<comunque volevo chiedere a lei e alla sua ragazza> dice indicandomi <di vederci questa sera per una cena di lavoro, ho alcune cose di cui parlarvi.> ci chiede. Io? La sua ragazza? Cosa? Ma sta bene?
<signore, guardi, si sta sbagliando perché...> intervengo. Ma subito dopo vengo interrotta da Alvaro.
<ma certo, dove?> risponde Alvaro a voce alta per nascondere la mia voce.
<direi al ristorante in centro a San Cugat.> risponde.
Wow, uno dei ristoranti più costosi.
<Va bene, allora a sta sera.> dice Alvaro sorridendo... come uno scemo, perché è scemo veramente.
Appena il preside se ne va inizio a scambiare due parole con Alvaro.
<quindi sta sera devo fingere di essere la tua ragazza?> gli domando arrabbiata.
<cosa dovevo dirgli?>
<la verità, ecco cosa dovevi dire. Almeno saresti potuto andare con la tua Sarah.> rispondo ingelosita.
<non fa niente, meglio così, sta sera ti devo anche parlare. Passo a prenderti per le otto, ok?>
<si, ok, a sta sera...> gli rispondo annoiata. Ho dovuto dire di sì perché non ho tanta voglia di prendere la macchina...

ALVARO
Perfetto, finalmente, questa è la mia unica occasione per sfuggire da Sarah e farle capire che non voglio sapere più niente di lei, un'ottima occasione per farla allontanare da me una volta per tutte. Lei mi ricatta. Non vedo l'ora che sia sta sera, da quando Sofia è tornata a Barcellona non l'ho ancora abbracciata, ma sono sicuro che sta sera avrò il tempo di farlo.

SOFIA
Entro in aula a prendere i libri con una faccia quasi spaventata, e Francesca lo nota subito.
<Sofia, sembra che hai appena visto un fantasma.> mi dice.
<peggio.> rispondo. <sta sera devo fingere di essere la ragazza di Alvaro perché siamo stati invitati a cena dal nuovo vicepreside. Crede che stiamo insieme ma Alvaro non ha voluto dirgli che non è vero. Io ci ho provato ma mi interrompevano.>
<allora buon divertimento, davvero.> mi dice ridendo.
<vacci tu al mio posto.> le rispondo.
<Alvaro lo lascio a te.>
Verso le sei torno a casa, inizio a vedere i vestiti per sta sera e poi mi metto sul divano per riposarmi un po'. Nel frattempo mi sorge un problema: sta sera devo andare a San Cugat, ma avevo promesso a Greg che sarei uscita con lui! Non posso saltare questa cena di lavoro... insomma, c'è il vicepreside, non mi sembra il caso. Vorrà dire che con Greg rimanderò a domani, o comunque in questi giorni. Gli mando un messaggio su whatsapp, ma dato che non gli arriva decido di chiamarlo.
<ciao Greg, ti ho mandato un messaggio ma vedo che non ti arrivano.>
<l'ho appena visto, ero al lavoro e non so perché ma la connessione non era il massimo oggi. Dovevi chiedermi qualcosa?> mi domanda.
<si, ti volevo dire che purtroppo sta sera non posso, ho una cena di lavoro.>
<ci vedremo in questi giorni, non fa niente. Ci sarà anche Alvaro?> mi domanda.
<Ehm... non so, molto probabilmente si. Come mai?>
<fai attenzione.>
<come mai?> gli domando.
<tu fai attenzione...>

Amami o faccio un casino... Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora