Capitolo 2

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l'indomani mattina mi sveglio alle 8, e ciò significa che come al solito ho poco più di mezz'ora per vestirmi, lavarmi fare un soldo di colazione e scendere giù ad aspettare il tram. Mi infilo i primi stracci che trovo , tanto in Instituto quando devo fare le autopsie non mi cerca nessuno,  e non c'è più nessuno per cui andarci tutta acchitata.Mia madre direbbe che sono fesserie e io devo vestirmi bene curarmi non per far piacere agli altri ma a e me stessa,  ma io la reputo una grande cavolata. Io mi piaccio abbastanza,  ciò che fa abbassare la mia autostima è la solitudine. Prima di uscire di casa mi metto una spruzzata di profumo, saluto la mia amata coinquilina che questa notte se l'è spassata con un tedesco qui in Erasmus e acchiappo il libro di poesie che mi regalò Claudio ormai secoli fa. Alla fermata del tram la tentazione di vedere se qualche belloccio in preda a demenza abbia messo mi piace al mio profilo. Zero cuoricini. Come volevasi dimostrare. Io non ci tengo affatto comunque. Il mio telefono tace tranquillo nella borsa mentre sfoglio le pagine del libro di poesie di Claudio, in una pagina aveva fatto uno scarabocchio, e appuntato una A. Ho sempre fantasticato se quella A fosse per me per il mio nome Alice, chissà se quella poesia gli ricordasse me. Arrivo in Instituto e mi  dirigo nello spogliatoio per cambiarmi.  

" Dottoressa Allevi, sono anni che viene qui e arriva ancora in ritardo" la voce della Boschi echeggia nello spogliatoio. " Il tram ha fatto tardi" " Potrebbe iniziare a usare la macchina non crede? Comunque appena ha fatto la voglio nel mio ufficio" Annuisco. La professoressa esce dalla stanza e io mi infilo di corsa il camice, do un occhiata a whatsapp sperando di trovare un messaggio di Claudio .. ma dopo otto mesi cosa ti aspetti Alice una dichiarazione di amore fulminea?  come al solito nessun messaggio se non uno di Lara che mi dice che oggi non viene e se avevo avuto riscontri da Tinder. Le risponderò più tardi. Cammino per il corridoio, e vado verso la stanza della Wally . Stanza che una volta apparteneva a Conforti. La Boschi non ha molto gusto in fatto di arredo però devo dire che con lei è molto più ordinata. " Professoressa, posso?" Lei annuisce. "Prego Allevi, si accomodi. Ho una bella notizia per lei, dato che è stata molto brava negli ultimi congressi a cui l'abbiamo inviata io e il direttore abbiamo pensato di mandarla a Parigi. Per un congresso internazionale sul ruolo del medico legale nelle inchieste giuridiche. " " Un altro congresso.." La Boschi fa una smorfia contrariata " Ma come ! un tempo se le avessi detto che la mandavo alla Sorbona di Parigi sarebbe andata in brodo di giuggiole! o forse prima aveva altri motivi per voler partecipare a ogni Congresso " non rispondo all'insinuazione perché infondo una parvenza di verità c'è.. se mi avesse offerto di andare a Parigi , la città dell'amore, con Claudio sarei partita seduta stante. Ma la verità è che adesso di  partire non mi va per niente e poi dovrei comprare un nuovo taier. " No no ma si figuri , ovvio che sono contenta. Non vedo l'ora. Quando devo partire?"  " sta sera ha l'aereo. tornerà domenica mattina. " "Grazie mille, ora vado " " Non deve ringraziarmi è un suo dovere, le manderò tutto per mail".

La mattinata si conclude in modo abbastanza tranquillo termino l'autopsia sul caso di overdose, confermando la causa della morte in un cocktail letale di metanfetamina e  hashish. Firmo verbale, mi cambio e incammino verso casa. Me la faccio a piedi non mi va di aspettare il tram. Nel mentre chiamo mamma  " Mamma , senti scusa il poco preavviso ma domani non posso venire a pranzo, all'ultimo minuto ho saputo che devo andare a Parigi per un congresso. Scusami tanto, saluta nonna e gli altri" " certo tesoro, alla prossima. Ali non pensare solo al lavoro divertiti!! " "Si si, ciao" Divertirmi sarà difficile però ci proverò.  Arrivo a casa mi faccio una doccia e provo i taier per vedere se l'acquisto di un altro è proprio necessario. Le gonne mi vanno bene ma nei pantaloni sto troppo stretta. Tutta colpa dei budini al cioccolato. Mi toccherà comprare una 46.  La pigrizia però vince su di me e decido di non uscire  per comprare altri pantaloni e aspettare le sette per andare in aeroporto.

 L'allieva :  Mai più senza teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora