Capitolo 4

3.8K 80 11
                                    


Il mio sonnellino dura molto più a lungo del previsto, e durante mi sveglio più volte di soprassalto, temendo di aver sognato ogni istante che ho passato con CC. Mi alzo e stropiccio gli occhi ancora secchi dalla stanchezza, Virginia se ne è andata e non si è neanche degnata di svegliarmi. Meglio così. Cerco il telefono che è finito sotto di me, e con mia grande gioia trovo dei messaggi:

CLAUDIO " Ti passo a prendere alle 21. Non farmi aspettare ti porto in un posto speciale."

Bene ora sappiamo l'ora e che verrà lui a prendermi. Mi dirigo verso camera mia e cerco un vestito da mettere sta sera. Molti mi fasciano troppo sui fianchi, ma le nuove proporzioni un pò più spesse del mio corpo non mi dispiacciono per niente. Dopo aver cercato a lungo e in largo per l'armadio opto per un vestitino lungo fino a poco sopra le ginocchia, a fiori con uno scollo a v non troppo pesante. Non voglio che guardandomi prevalga il suo istinto animale delle cosacce, anche perché ammettiamolo in questi otto mesi si sarà sicuramente divertito con qualche biondona stile modella di victoria secret. Quella rimasta in bianco tutti questi mesi sono io. Ma dall'appuntamento di stare non spero, solo, di uscirne con una notte di passione, ma spero di poter parlare con Claudio di noi e del perché di questi otto lunghi mesi di silenzio da parte sua. Forse l'ho ferito non chiedendoli di partire con lui, ma come avrei potuto. Le ultime volte che ci eravamo visti non avevamo fatto altro che litigare. E tutto per colpa sua. Certo mi sono sentita in colpa per come l'ho trattato quella notte in ospedale, ma se lui non fosse stato così stronzo da mettermi le corna con Beatrice, adesso le nostre vite sarebbero molto diverse. Basta Alice non divaghiamo nel mare dei "se" e dei "ma", quel che è stato è stato.

Il pomeriggio lo passo a truccarmi e a cercare un'acconciatura per i miei capelli che oggi proprio non vogliono collaborare. Sono le 21 meno un minuto quando Claudio suona alla porta e io sono stranamente pronta. "Scendo" rispondo immediatamente. Mi tocca fare tre piani di scale con il tacco 10, dannato centro assistenza degli ascensori. "Sei già qui ? mi sembra un miracolo. Devo esserti mancato dopotutto se hai fatto così in fretta." Gli sorrido, le sue avance mi sono mancate e diciamocelo chiaro e tondo mi è mancato anche lui. Ma questo già si sapeva. " Dove mi porti sta sera?" "sorpresa. Vieni ho parcheggiato qua dietro" " pensavo che avessi venduto la tua macchina, " " perché avrei dovuto? La mia bambina non si tocca. Ora muoviti sennò faremo tardi" Sorrido, se non ha venduto la "bambina" vuole dire che non pensa di restare oltreoceano a lungo. Saliamo in macchina, il viaggio dura poco giusto il tempo di arrivare a piazza argentina dove parcheggia, in una zona che secondo me non è adibita a ciò ma non oso discutere con lui. Non sia mai che se la prendesse a male. " Mi porti a mangiare alla feltrinelli?" dico ridacchiando. " No scema. Avanti andiamo, ti faccio sgambettare un pochino così poi puoi ingozzarti di amatriciana. So quanto ami il guanciale croccante" Effettivamente il guanciale lo adoro si. Camminiamo che lungo le viette che costeggiano largo Argentina e il pantheon. Roma di sera ha una magia tutta sua, da far invidia a tutte le città del mondo. Le luci dei vecchi lampioni risplendono nel buio romano, io e Claudio camminiamo vicini ogni tanto sento la sua mano sfiorare la mia quasi per sbaglio, ma non ho il coraggio di prenderla e stringerla a me. Il mio cuore ogni volta che lui si gira a guardarmi palpita. 

"Eccoci" dice fermandosi davanti a una trattoria che ha tutta l'aria di essere uscita da un film anni 50'. "Prego signorina" dice facendomi entrare per prima. Il cameriere ci conduce a un tavolo un po' appartato, apparecchiato con una tovaglia a quadri rossa e bianca e una candela soffusa che rende l'atmosfera ancora più magica. "Quanto tempo.." sussurra Claudio allungando la mano sfiorandomi  delicatamente il dorso. Quanto tempo si. Vorrei ricordargli che è per colpa sua se ne è passato così tanto, che è lui quello che non rispondeva ai messaggi e che per otto mesi è praticamente sparito. Però non contra adesso, rimango in silenzio a godermi i suoi occhi color diamante che mi fissano, e brillano come se dentro ci fosse qualcosa in più che solo felicità di vedermi, è come se dentro di lui potessi vedere amore come quando ci vedevamo a domodossola.

 L'allieva :  Mai più senza teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora