Capitolo 4

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PARIDE'S POV
Quando Lea e Irene lasciano la stanza mi guardo intorno, cosa che non ho potuto fare con loro presenti a causa di tutte le occhiatacce che mi ha lanciato Lea ogni volta che ho distolto lo sguardo dai suoi occhi di ambra.
Sembrano molto povere, la cucina, composta solo da mobili in legno è spartana e, a parte qualche tocco colorato qua e là dato da alcuni fiori messi in dei vasi, non molto decorata.

I vasi sono sicuramente opera di Irene, Lea non si metterebbe di sicuro a cogliere fiori per decorare la casa; o almeno credo, dato che non l'ho mai vista al difuori di un ring, fatta eccezione di oggi.

All'improvviso un frastuono mi fa alzare in piedi e con passo veloce e mi dirigo verso la stanza da dove viene il suono, quando entro, davanti a me trovo le due sorelle che ridono con le lacrime agli occhi, rimango un po' ad osservare senza che se ne accorgano perché è davvero bello vederle così rilassate e a loro agio tra di loro, difficilmente sento risate simili in giro; specie nell'ultimo periodo a causa della malattia che si sta diffondendo.

All'improvviso Lea alza lo sguardo e quando incrocia il mio, improvvisamente i suoi occhi ambrato smettono di ridere e io sento di essermi intromesso in qualcosa di cui non dovevo nemmeno sapere l'esistenza

Merda.

IRENES'POV
Mia sorella sta ridendo di cuore accanto a me e non credo esista suono più bello, è da tanto che non la sento ridere così di gusto, da quando la mamma è morta più o meno, lei crede che non la sento quando si alza di notte per andare a combattere, ma una volta mi sono alzata con lei e l'ho seguita, fino ad un magazzino del grano dove con orrore l'ho vista combattere contro energumeni per soldi, soldi che poi introduce di nascosto in casa mettendoli di nascosto nella nostra piccola cassaforte.

Mia sorella si sta facendo in quattro, letteralmente, per proteggerci dalla strada; e io mi sento in colpa per tutte le cicatrici che sta accumulando nei mesi, ma so anche che, se le dicessi di smettere, non mi darebbe ascolto quindi faccio del mio meglio con ricami che mi vengono commissionati le signore benestanti del paesino.

DINUOVO IL GRASSETTO

YUPPYYY

SCUSATE, ho dinuovo scritto un capitolo brevissimo, e ci ho dinuovo messo un sacco di tempo.

Sono un caso umano.

Ma sto iniziando la scuola, e il mio prof di greco e latino si diverte a darci i compiti.

Lui è più una bestia di Santana.

Scherzo, è il prof più tenero che ho mai avuto, sembra un pulcino.

Ah, dimenticavo, non mi hanno arrestato.

Agartha la Città Delle StelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora