Capitolo 1

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Mi abbasso in fretta ma il pugno arriva comunque, abbattendosi con violenza sulla mia mascella; impreco tra i denti mentre la folla ai lati ruggisce e lascio che il mio avversario si goda il momento per poi girarmi di scatto e fargli lo sgambetto, cade a terra disorientato e cerca di rotolare via ma con un altro calcio in pancia lo metto ko.

Dopo un momento di silenzio il chiasso e le grida tornano prepotenti mentre mi avvio verso l'uscita della gabbia con lo sguardo alto, sfidando chiunque a dire qualcosa sulla mia recente vittoria; capita, certe volte, che dopo i combattimenti parenti o amici degli avversari vengano da me a lamentarsi di sabotaggi (ovviamente inesistenti) e io mi ritrovo a dovermi difendere a suon di pugni.

Vado a ritirare i miei soldi e mi avvio verso l'uscita ma vengo fermata da un corpo massiccio circondato da un tanfo di alcol nauseante che mi blocca la strada "te pareva se oggi potevo andare a casa tranquilla" penso con una smorfia, e subito me ne pento perché sento la mascella che pulsa. Alzo ancora un po lo sguardo e mi ritrovo davanti il volto di quello che sembra essere un uomo sulla trentina -te ne vai così presto? - mi chiede con un ghigno -non è giusto, vorrei quantomeno conoscere la sgualdrina che ha battuto mio fratello- sbuffo, se cè qualcosa che proprio non sopporto è essere insultata, specie da gente del genere -già, e siccome sei sulla mia strada ti consiglio anche di spostarti se non vuoi finire come tuo fratello- sento pian piano la rabbia che sale ma lui non sembra scoraggiarsi e continua a parlare- è meglio se mi dai quei soldi stronzetta, non amici tu o tua sorella vi faceste male per questa piccola incomprensione e io e i miei amici - sgrano gli occhi e mi volto di scatto, mentre parlavo con mister Puzzocomesenuotassinellalcotuttiigiorni si sono messi dietro di me cinque colossi che ghignano, me la cavo nellarena e guadagno bene ma questa è una vera e propria imboscata; poi noto anche laltra parte della frase e sento che inizio a perdere il controllo – come sai di mia sorella?!- domando rabbiosa, lui mi guarda e ghigna e io realizzo che sono caduta nella sua trappola.

Una rabbia ceca si fa strada e proprio come se fosse qualcosa di materiale la sento salire dalla bocca dello stomaco - non meriti neanche di parlare di lei- ringhio, un lento sorriso di consapevolezza si fa strada su quel volto orribile - e se invece volessi fare altro? - .

A quel punto impazzisco e tutto si tinge di rosso, prima di sprofondare nell'oblio scorgo gli sguardi terrorizzati dei miei aggressori, le urla di terrore della folla e un paio di occhi verdi che mi scrutano senza timore ne odio, ma qualcosa che sembra... divertimento?!

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