Il Giorno In Cui Ci Incontrammo

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Ore 23:35, New York

ERWIN POV'S

È da circa mezz'ora che inseguo quella fottuta moto con la mia volante della polizia.
Mi presento sono Erwin Smith, è da circa due anni che sono entrato nel corpo di polizia di New York e sono fiero del fatto che in soli due anni io sia diventato il capo del mio dipartimento.

Ora tornando a noi, circa una trentina di minuti fa, mentre pattugliavo uno dei quartieri più malfamati di questa città, sentì uno sparo provenire da un parcheggio situato nelle vicinanze. Proprio per questo appoggiai la suola della mia scarpa sull'acceleratore della mia auto raggiungendo in meno di 10 secondi il parcheggio.

La scena che mi si parò davanti mi fece estrarre in poco la mia pistola dalla sua fondina: un ragazzo, che a colpo d'occhio avrà avuto all'incirca 17/18 anni, impugnava una pistola con la quale stava mirando ai piedi di un ragazzino di 14 anni. Appena mi vide, il ragazzo, ghignando mise la sicura alla pistola, inserendola poi all'interno dei suoi jeans neri. Iniziai subito a correre nella direzione del ragazzo che senza perder tempo si gettò sulla sua moto nera con delle fiammate azzurre elettriche sulle fiancate, per poi prendere le chiavi mettendo in moto il suo veicolo.
Prima che potessi fare qualsiasi cosa, la moto prese velocità guidata dal ragazzo verso la mia direzione.

Appena pochi centimetri dal mio viso, la gomma anteriore del veicolo si alzò, facendo così ondulare i miei capelli per via del suo impatto con l'aria.
Il tempo che ci misi per analizzare ciò che era appena accaduto servì al ragazzo per uscire dal parcheggio a tutta velocità.

Non mi ci volle molto per reagire. Iniziai a correre verso la mia volante accendendo prima di tutto il motore e dopodiché anche le sirene.
Da lì fino a questo momento era iniziato un feroce inseguimento, che vedeva il sottoscritto come predatore.
Stufatomi del continuo recupero di distanza da parte del guidatore della moto chiesi due volanti come supporto. Ci volle qualche minuto prima che i rinforzi arrivassero, da allora ci sarebbe voluto poco prima di poter catturare quel criminale.
Infatti dopo neanche 5 minuti il ragazzo si trovò spalle al muro, in un vicolo ceco.

<<Porca puttana>> fu la prima cosa che udì uscire dalle sue labbra.
<<È in arresto per possesso di arma usata a scopo illecito, la prego di seguirci alla centrale senza opporsi in alcun modo>> fu quello che dissi al ragazzo iniziando pian piano ad avvicinarmi.
Lui rassegnato protesse i polsi verso di me che dopo aver tirato fuori le manette, bloccai con queste ultime.

Lo scortai nella mia auto facendolo sedere nel posto del passeggero, ordinando ai miei sottoposti di tornare per primi alla centrale.
Rimasto solo con quel criminale provai a mettere in moto la mia vettura, fermato però dallo sguardo gelido che mi fu rivolto dal ragazzo. Per la prima volta lo guardai per bene.

Il suo vestiario era simile a quello di un qualunque ragazzo della sua età: Jeans neri aderenti strappati al ginocchio, felpa nera oversize con fiamme azzurre sulle maniche e converse nere ai piedi. A completare la sua immagine una marcata linea nera adornava i suoi occhi color ghiaccio, un pircing gli spuntava dalla parte inferiore sinistra del labbro, mentre un altro si trovava sulla lingua che faceva ripetutamente passare su quelle labbra rosee. Altri pircing potevano esserere notati sulla parte superiore delle sue orecchie, lasciate scoperte dal taglio militare che portava.

Rimansi imbambolato a guardare quel ragazzo che pian piano si avvicinò pericolosamente a me.
Prima di poter sbattere le ciglia due labbra soffici si scontrarono con le mie, dando vita ad un leggero bacio, il quale diventò sempre più appassionato e umido con lo scontrarsi delle nostre lingue.
Non realizzai, in quel frangente, che il ragazzo fosse riuscito non so come a sfilarmi le chiavi delle manette riuscendo a sfilarsele senza troppi problemi.
Un colorito rosso iniziò ad insinuarsi sulle mie gote creatosi dalla mancanza d'aria e la passione di quel bacio. Accortosi di questo, però, il ragazzo non diede la minima impressione di volersi fermare, al contrario, prese a baciarmi con sempre più foga.
Non so da chi o da che cosa fui spinto a fare quell'atto ma in poco tempo il criminale che avrei dovuto portare alla centrale si ritrovò senza felpa mostrando un fisico tutt'altro che asciutto: tutti i muscoli a partire dalle spalle per poi arrivare agli addominali erano ben definiti, come tra l'altro anche quelli delle braccia.

Non mi accorsi neanche di aver preso a succhiargli il capezzolo sinistro, che forti gemiti di piacere arrivarono fino alle mie orecchie. Per sentire ancora quel magnifico suono non persi tempo a stuzzicare anche il capezzolo destro con la mano. Ciò che volevo non tardò ad arrivare.

Piano la mia mano che gli aveva torturato quel punto tanto sensibile scese arrivando fino al l'ombelico, per poi andere sempre più giù fino a ritrovarsi a slacciare il bottone dei jeans e la cerniera che rendevano quasi impossibile l'arrivo della mano nei boxer del corvino.
Proprio quest'ultimo da poco aveva preso a struciarsi sempre con più freneticità contro il palmo del polizziotto, gettandosi anche innumerevoli volte sulle labbra di quest'ultimo alla disperata ricerca di quel sapore che tanto lo aveva assuefatto.

<<Ah...ahhh....>> leggeri gemiti uscirono dalla bocca della mia preda, appena iniziai a muovere la mia mano sul suo cazzo.
'Per essere giovane è ben dotato' fu il mio pensiero riguardo alla bestia che stringevo nella mia mano.
<<La prego non riesco più a trattenermi>> fu la supplica del corvino.
<<Non osare venirmi in mano puttanella>> a quelle parole tanto volgari e provocanti il minore venne nella mia mano.
<<Cosa ti ho detto circa due secondi fa?!>> gli chiesi con voce seria e autoritaria ma pur sempre roca e sensuale.
<<Mi dispiace io non... ecco io non volevo>> fu la risposta del corvino che cercò di pararsi la faccia dal probabile schiaffo che avrebbe subito.
Ed invece no, non gli feci nulla del genere, l'unica cose che quel ragazzo dannatamente sexy provò in quel momento fu una gelida folata di vento proveniente dallo sportello da me appena aperto.
<<Cosa?>> non lo lasciai continuare prendendolo in braccio e chiudendo la portiera dei posti anteriori per poi aprire con uno scatto secco quella dei posti posteriori.

Gettai letteralmente il ragazzo sui sedili posteriori della mia auto per poi lanciarmici sopra iniziando a baciarlo con foga e possessività.
Vedendolo ormai a corto di fiato mi staccai da quelle labbra dal sapore di menta e fumo per concentrarmi a succhiargli e a mordegli la spalla, lasciando enormi segni violacei al passaggio della mia bocca.
Gemiti, questa volta di dolore, si fecero largo nella gola del più giovane.

Con una mossa fulminea gli strappai i pantaloni di dosso, togliendo con essi anche i boxer neri che coprivano l'evidende erezione del corvino. Appena ebbi la vista sul suo corpo nudo, sudato e scosso dai fremiti di eccitazione non ci vidi più, dovevo farlo mio. Proprio per questo avvicinai due dita alla bocca del criminale, il quale avendo compreso il perché di quel gesto iniziò a succhiarle voracemente passando più volte la lingua su di esse.
Dopo essere sicuro che si fossero inumidite per bene, le sfilai dalla bocca del più basso avvicinandole velocemte alla sua apertura.

Due occhi celeste liquido si scontrarono con i miei blu cobalto, il che fece aumentare di innumerevoli volte la voglia di farlo mio. Per questo lo penentrai con le dita in modo secco e rude vedendo da prima una smorfia di dolore, trasformatasi piano in una di pura goduria. Accertatomi di aver allargato abbastanza le pareti della sua entrata estrassi le dita sostituendole con la punta del mio membro.
<<Prendimi>> un sussurro racchiuse quelle parole che non fecero che velocizzare le mie azioni.
Entrai prepotentemente in lui andando fin da subito ad una velocità molto elevata.
<<Ah... Ahhh....ahhhh>> adoravo sentire quei versi uscire da quelle labbra mi eccitava fin oltre il mio limite.

Un ora e mezza... Andammo avanti a farlo per un ora e mezza. Innumerevoli volte lui era venuto sul proprio ventre mentre io innumerevoli volte ero venuto dentro di lui.
Al termine di tutto ci accasciammo sui sedili abbracciati l'uno all'altro.
<<Levi... Mi chiamo Levi>>
<<Erwin.... Erwin Smith>>
Subito dopo il nostro primo e vero scambio di battute ci addormentammo entrambi con un sorriso stampato sul nostro volto arrossato.

𝘐 𝘤𝘰𝘶𝘭𝘥𝘯'𝘵 𝘭𝘰𝘷𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘣𝘶𝘵 𝘐 𝘸𝘢𝘯𝘵 𝘵𝘰 𝘥𝘰 𝘪𝘵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora