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Le camere da letto di Harry e di Miriam erano al primo piano, sopra l'ingresso.

La zia aveva trovato la scusa di una forte emicrania per andare subito a riposare e Harry si augurò che fosse davvero un pretesto e che non avesse preso freddo.

Uscì sul lungo balcone ricoperto di edera che collegava le loro due stanze.

Da lì, alzandosi in punta di piedi, poteva scorgere l'oceano, non quello di un azzurro intenso dei Caraibi, ma l'oceano grigio e metallico di Fleetness Point.

Harry vide che Louis stava arrivando a cavallo e ritornò in camera.

Lo osservò da dietro i vetri mentre passava al galoppo, forte e atletico come lo stallone che montava.

Non sembrava di certo uno di quei damerini che aveva visto a Londra, ma era rude e minaccioso.

Minaccioso, aveva trovato l'aggettivo giusto per descriverlo.

Con lui doveva essere molto, molto cauto, se voleva riuscire a sopravvivere.

Louis scese a cena vestito di nero e Harry, entrato con gli altri in sala da pranzo, si trovò seduto accanto a lui.

Charlotte faceva da padrona di casa, in assenza della madre, mentre Ernest si era sistemato alla sinistra della sorella.

La zia Miriam aveva preferito non scendere a cena, più tardi le avrebbero portato un vassoio in camera.

" Spero che la vostra camera vi piaccia" gli disse Charlotte, mentre venivano serviti in tavola vassoi pieni di prelibatezze, carni di manzo, di maiale e di pollo, che fecero brontolare lo stomaco di Harry.

Fece finta di nulla e si augurò che nessuno avesse sentito.

" È molto bella, grazie. Dalla mia finestra si vede l'oceano."

Louis reagì stranamente a quella osservazione, lo guardò incuriosito, mentre un cameriere, a un cenno di Lottie, portava via la caraffa di vino da cui lui si era già servito più volte e la sostituiva con una d'acqua, che il duca non toccò.

" Harry  è stato in Giamaica" affermò il padrone di casa.

Uno dei convitati, William Bennett, gli chiese se conoscesse una certa famiglia De la Varis.

" No. Mio padre era un invalido, non frequentavamo molta gente." Harry pensò che avrebbe dovuto prendere nota di tutte le bugie che aveva detto, per non rischiare di smentirsi. " I miei zii vivevano nella casa accanto alla nostra con mio cugino Liam" aggiunse con noncuranza.

" E vostra madre?"

" Si chiamava Anne, era una donna molto bella."

Sorrise...fin da quando era bambino si era circondato di persone immaginarie.

Quando sua madre era morta, quando il padre era ritornato con un'altra donna che voleva lui chiamasse mamma, una donna trovata in una delle tante case di tolleranza dei dintorni di Kingston e che avrebbe dovuto addirittura sostituire sua madre!

I sogni a occhi aperti gli avevano salvato la vita nei momenti di più profonda tristezza e solitudine.

" Vostro cugino Liam ha la vostra stessa età?" si informò Lottie, la più curiosa della famiglia.

" No, è un po' più grande di me."

Aveva detto che era già padre di quattro figli, era meglio che pensasse prima di parlare.

Un uomo che aveva poco più di ventun anni non era un po' troppo giovane per aver messo al mondo quattro figli?

Peggio ancora, la sua falsa identità come Liam Payne era bruciata.

Non avrebbe più potuto travestirsi da lui  per il resto del suo soggiorno in Inghilterra, per non correre il rischio che qualcuno lo riconoscesse e riferisse la cosa a Louis o ai suoi familiari.

Liam Payne era ripartito prima di tutti e purtroppo non sarebbe più ritornato.

" Gli piace leggere?"

Era stata ancora Lottie a fare la domanda.

" Leggere?"

" Credo che mia sorella si riferisca ai libri nel salotto di vostra zia. Non credo che Lady Miriam conosca l'arabo" spiegò Louis.

" Nemmeno io, se è per quello. Quei volumi appartenevano a mio padre."

" Devoto, invalido e anche studioso di lingue orientali?"

A Harry non piacque il tono incredulo in cui lo aveva detto.

" Ognuno ha le sue passioni. Io, per esempio, amo disegnare" si intromise Miss Charlotte.

" Davvero?"

" Anzi, volevo chiedervi se foste disposto a posare per me, mentre siete qui a Falder" aggiunse.

" Mi fareste vedere uno dei vostri lavori?" le domandò Harry con un sorriso, mentre pensava a come rifiutare.

Se la ragazza gli avesse fatto un ritratto, avrebbe potuto riconoscere in lui i tratti del cugino Liam, che aveva visto soltanto una volta.

" Il quadro sul caminetto, per esempio, l'ho dipinto io."

Harry rimase senza fiato: era un dipinto degno di un grande pittore, una veduta di Falder tra campi e colline.

" L'avete realizzato voi? Avete un talento notevole, dovreste organizzare delle mostre."

" Non ci ho mai pensato. Finora mi sono limitata a regalare alcuni dei miei dipinti agli amici di mio fratello, per esempio a Niall Horan e a Saul Beauchamp, ma ho fatto anche dei ritratti e sarei felice di mostrarveli."

Louis, invece, non si mostrò affatto entusiasta della proposta e Harry, vedendo la sua espressione, si sentì sollevato quando la cena finì.

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" Harry Seaton non è quello che sembra".

Era stato Ernest a parlare, quando, più tardi, si era trovato solo con Louis.

Sedeva accanto alla finestra e aveva posato una mano sul vetro, cercando invano di vedere fuori.

Quel pomeriggio, nello studio, era inciampato in uno sgabello.

Solo sei mesi prima lo avrebbe evitato senza problemi, pensò malinconicamente Louis.

" È più forte di quanto voglia apparire" specificò Ernest. " Descrivimelo, Louis, per favore."

" Non riesci a vederlo? Ha gli occhi del colore di un prato in estate, porta i capelli troppo lunghi e non si toglie mai i guanti."

" Perché?"

" Non ne ho la più pallida idea."

" Un uomo con i capelli lunghi? " si stupì Ernest.

   " Più lunghi del solito. Eppure è bello. "

" Ne sono sicuro" commentò il fratello minore. " Anche senza vederlo so che è bello."

" Da che cosa lo capisci?"

" Nel caso di certi ragazzi, non c'è bisogno di guardarli. Si capisce dalla voce. Da quanto tempo, Louis, non pensavi che un uomo fosse bello?" gli domandò Ernest.

Louis non rispose, non gli piaceva quella conversazione.

Fissò l'anello che aveva al dito, con lo zaffiro che era appartenuto a suo marito Paul e che aveva lo stesso colore del mare e maledisse quel ficcanaso di suo fratello.

Tesoro dei CaraibiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora