3. Musica

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È da tempo che cammino e
Sento sempre rumori dietro me
Poi mi giro pensando che ci sei te
E mi accorgo che oltre a me non so che c'è
Ultimo, I tuoi particolari

La musica accompagna la vita di tutti noi, come una tazza di The caldo è sempre accompagnata da qualche biscotto.
Ascoltiamo la musica mentre siamo in macchina, diretti chissà dove...
Ascoltiamo la musica mentre facciamo le pulizie in casa e spesso ci lasciamo andare a qualche balletto improvvisato, sapendo che non c'è nessuno a guardarci e a dirci "Quanto balli male!"
La musica, ormai, è presente in tutte le sale d'aspetto di studi medici.
La musica è una varietà di generi, sta a noi decidere quale preferiamo e quale ci rappresenta di più.
E poi cantiamo... cantiamo a squarciagola oppure proviamo ad impegnarci per avere una voce ascoltabile.
Non so per voi, ma la musica per me è una parte fondamentale della mia vita.

È l'inizio di un nuovo giorno sulla piccola isola di Carloforte e mentre apro gli occhi le mie orecchie sono attirate da una lieve musica.
Chissà da dove proviene...
Seguendo quel suono soave, dolce e rilassante, esco dalla mia stanza dimenticandomi completamente che ho addosso un paio di leggins e una felpa che uso per dormire.
Arrivo in una stanzetta che non avevo mai visto da quando sono qui e vedo una sagoma seduta al piano e un'altra seduta su una sedia, totalmente presa dalla melodia.
Avvicinandomi ancora un po', scopro che a suonare quella musica così rilassante è Leonardo.
Sorrido, anche se sono consapevole che non ha notato la mia presenza.
Quando termina la melodia, inizia a parlare rivolto alla ragazza.
<Che te ne pare?>
<Stai migliorando, Dottore!>
<Ma come? Non ti piaceva?> Ribatte ridendo.
<No, a me piaceva tantissimo!> Continua la ragazza dai capelli rossi.
<Sono contento di averti fatta felice. Allora ci vediamo domani, cercherò di imparare qualche nuovo pezzo>
Leonardo abbraccia la ragazza e poi si avvia verso la porta.
Rimango come un'ebete appoggiata alla parete, aspettando che esca per fargli i complimenti.
<Luce! Che ci fai qui?>
<Buongiorno anche a te, Dottore. Una dolce melodia ha stuzzicato le mie orecchie svegliandomi. Volevo farti i complimenti, sei davvero molto bravo>
<Grazie Chiara. Come stai oggi?>
<Allegra! Vorrei svegliarmi così tutte le mattine>
<Me ne ricorderò, sai che farei qualsiasi cosa per vederti così sempre>
Gli regalo un sorriso sincero e spontaneo.
<Ti va se oggi parliamo proprio della musica nel nostro incontro?> Propone.
Annuisco sorridente e lo abbraccio come mi capita di fare spesso dalla sera in cui ho avuto la crisi isterica.
Da quella volta, un suo abbraccio mi aiuta a rinascere e a sentirmi protetta.
È proprio vero! Questo Dottore ci sa fare.

<Qual è il tuo genere preferito di musica?> Mi domanda appoggiandosi alla scrivania, con le braccia conserte.
<Io ascolto un po' di tutto, la mia playlist di canzoni di Spotify è di 500 canzoni per ora>
<Wow! Complimenti>
<Si, ma a dirla tutta odio Spotify: se non si ha l'abbonamento Premium, parte la riproduzione casuale e non posso ascoltare le canzoni che vorrei ascoltare in determinati momenti>
<Hai ragione, so che un' abbonamento Premium costa 10 Euro!>
<Appunto! Non ho 10 Euro da spendere ogni mese>
La sua risata fa eco in tutta la stanza e io mi beo di quel suono fantastico.
<Posso farti una domanda?>
<Tu che fai una domanda a me... Dimmi pure, ti ascolto>
<Quanti anni hai?> Gli chiedo troppo curiosa della risposta.
<Chissà perché mi sentivo che prima o poi me lo avresti chiesto. Ci hai messo esattamente... 4 settimane a chiedermelo>
<Dai! Non sarai così vecchio da voler nascondere la tua età>
<25>
Rimango leggermente scioccata dalla sua risposta: me lo sentivo che era giovane, ma non così tanto.
<Quando è il tuo compleanno?>
<É un'interrogatorio Chiara?> Mi domanda ridendo.
<Dottore! Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda>
<Hai ragione, perdonami Luce. È il 17 Febbraio>
<Ma è tra pochissimo!>
L'incontro prosegue per altri 20 minuti fin quando non si accorge che è in ritardo per vedere la prossima paziente.
<Ci vediamo domani>
<Leonardo aspetta...> Lo chiamo mentre sta per uscire.
Gli vado incontro e lo abbraccio di nuovo, lui stringe le sue braccia sul mio corpo stando attento a non farmi male.
<Aspettati qualcosa da parte mia il 17 Febbraio> E gli faccio l'occhiolino.
<Quanto mi piace vederti così allegra e felice>
<È merito tuo>
<Non solo mio>
Esce e mi lascia sola nella stanza.

<Come sarebbe a dire che ancora non c'è modo di risolvere? Che cosa la pago a fare se Diego è ancora la dentro? Sono mesi che aspetto!>
Mentre sono immersa nella lettura di un libro, vengo smossa dalle urla provenienti da fuori.
Corro alla porta e la apro leggermente per capire cosa sta succedendo.
Vedo Leonardo che sventola dei fogli mentre litiga con una signora di circa 45 anni.
<Signor Ambrioni la smetta di fare così o la situazione non sarà più a suo favore> Gli intima la donna.
<Le do tempo massimo un altro mese, se entro allora non avrà trovato un modo per riportare Diego da me lei è licenziata> Le sibila a denti stretti.
Seguo con lo sguardo la donna mentre esce dallo studio del Dottore, aspetto di vederla sparire e ne approfitto per andare da lui.
Perfortuna Antonio, la guardia, è alla fine del corridoio e non si è reso conto che sono uscita.
<Posso?> Chiedo con voce lieve, soffermandomi sulla soglia della porta del suo studio.
<Che ci fai fuori dalla tua camera a quest'ora?>
<Prometto che ci tornerò subito, appena me lo ordinerai, ma ho visto che eri arrabbiato con quella donna e volevo vedere come stai>
Lui sospira profondamente, poi posa gli occhi su di me.
<Vieni dentro e chiudi la porta>
Faccio come mi ha detto e mi siedo su una delle sedie difronte alla sua scrivania.
<Sai credo che a volte anche agli psicologi farebbe bene sfogarsi con qualcuno. Io non sono una psicologa, ma so ascoltare le persone> Lo informo.
<Grazie Chiara, ma è difficile e non voglio sovraccaricarti con i miei problemi>
Mi alzo dalla sedia e lo raggiungo dall'altra parte della scrivania.
<Lasciami essere davvero la tua Luce per una volta>
<Ma tu sei già la mia Luce>
<Fammi sentire utile...> Lo prego.
Mi prende le mani e le intreccia alle sue.
<Ti prometto che presto te ne parlerò, ma non ora. Ti fidi di me?>
Annuisco silenziosamente.
<È questo quello che mi importa ora... Vieni qui, abbracciami>
Mi abbasso verso di lui e mi lascio stringere ancora una volta tra le sue braccia.
<I tuoi abbracci sono speciali> Gli confesso.
Mi riavvia una ciocca di capelli dietro all'orecchio e mi sorride.
<Ora ti riaccompagno in camera, così puoi riposare>
<Non voglio... Quando sono sola mi intristisco> Affermo con gli occhi lucidi.
<Potresti organizzare un pigiama party con le ragazze una di queste sere>
<Potrei... Oppure potresti restare con me finché non mi addormento, come l'ultima volta> Cerco di convincerlo.
<E va bene, mi hai convinto>
Batto le mani come una bambina e mi ributto tra le sue braccia.

<Ti piacciono le stelle?> Gli domando mentre guardo quelle luminose che ho attaccato sulle pareti.
<Si, trovo che siano essenziali a far splendere la notte che, altrimenti, sarebbe troppo scura>
<Posso confessarti un segreto?>
<Dimmi, ti ascolto>
<Ho paura del buio>
<Come mai?>
<Perchè è durante la notte che i miei mostri vengono più a galla, a tormentarmi più di quanto fanno durante il giorno. Perchè sono scuri, proprio come il buio>
<Impareremo a combatterli>
<Tu cerchi di rendermi forte, ma io sono debole>
<Diventerai una guerriera, te lo prometto>
Con questa sua promessa, le sue braccia strette a me a farmi da scudo e la mia testa appoggiata sulla sua spalla, chiudo gli occhi e riposo serena.

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