11 novembre 2020
Cara Mel, va a finire che continuo ad aspettarti. All'uscita dell'università, fuori dall'orto, il sabato in pizzeria con davanti le tue solite "acqua e insalata" che puntualmente prendevi per quella dieta del cazzo. Ogni volta speravo di vederti prendere qualcosa di diverso, ma no, restavi ferma sulla tua scelta. Ma non ci spero più. E questo è un po' assurdo, vero? Aspettare senza sperare. È come crederci ancora, ma un po' no. Succede quando riponi tutto il tuo amore in una persona, quando ti fidi completamente ed è proprio lì che commetti l'errore più grande. Ti affidi, ti lasci andare, e non ti rendi conto che stai depositando una parte di te nelle mani di qualcun altro. È come tenere tra le dita una corda ormai consumata, che non puoi più usare, ma che non riesci a lasciar andare. E allora ti ritrovi in questa confusione. Pensi di non provare più nulla, di essere finalmente libero, ma poi, all'improvviso, un ricordo, un odore, una melodia ti riportano indietro. Ti colpiscono. In un attimo, sei di nuovo lì, con me, in quel passato che vorrei dimenticare, ma che allo stesso tempo mi manca da morire. A volte mi capita ancora di cercarti tra la gente.
— Chissà se la incontrerò oggi — mi chiedo quando esco di casa
Da un lato spero di no, perché incontrarti significherebbe risvegliare tutto quel dolore, tutto quel desiderio che cerco di reprimere, visto che non parliamo più da prima dell'inizio dell'università, quando ti ho lasciata. Eppure, so ancora cosa desiderassi, cosa ti appassionava. I tuoi occhi brillavano ogni volta che parlavi delle antiche civiltà e delle opere d'arte che avresti voluto vedere e preservare. Filosofia e letteratura erano diventate il mio rifugio. Sapevamo che avremmo preso strade diverse, e forse è stato proprio questo a spezzarmi. Non eravamo pronti a crescere, o almeno io non lo ero. La filosofia, in cui mi immergevo per non pensare, mi sollevava ancora più domande soprattutto su di noi, ma non dava risposte. Passavo notti a riflettere su cosa significasse stare insieme a te, mentre tu ti stavi creando il tuo futuro. Ricordo le nostre conversazioni, le risate e i sogni che avevamo insieme. Ricordo ogni dettaglio. Avere una casa con le pareti azzurre su Westshore Beach, con un Husky e un Burmese che a tenerci compagnia e a mandare avanti la libreria di nonna. Sembrava che fossimo su due binari paralleli, entrambi in viaggio. Tu eri immersa a studiare l'esame di Tipografia e Progettazione Grafica, mentre io lottavo contro me stesso. Ci allontanavamo sempre di più, e il nostro amore, pur forte, sembrava non bastare a colmare il divario. Ma senza lottare, senza comunicare, anche l'amore più intenso può diventare fragile. Le nuove amicizie che facevi mi facevano sentire un intruso nel tuo mondo. Alla fine, ho fatto una scelta. Pensavo fosse meglio lasciarti andare, ma nel farlo, mi sono reso conto che stavo spezzando me stesso. I nostri sogni, un tempo così vividi, sono diventati immagini sbiadite. Non so come spiegartelo... È come se il mio cuore non volesse arrendersi, come se ci fosse una piccola scintilla che cerca ancora di non morire. Perché l'amore, quello vero, non scompare mai del tutto, giusto? Credo che l'amore sia ciò che mi tiene in piedi. Sto andando avanti, o almeno ci sto provando. Esco, sorrido, parlo, sbaglio. A volte mi spengo, altre volte non riesco a fermarmi. C'è una parte di me che vorrebbe voltare pagina, che desidera lasciarsi tutto alle spalle, ma c'è sempre il desiderio di riaverti con me che ritorna. Lo senti anche tu, Mel? Tiene sveglia anche te la notte? Ti lascia mai completamente in pace? Quando tutto il resto del mondo si ferma e i pensieri iniziano a gridare nel silenzio. Perché sai, no, quando arriva la notte, il silenzio amplifica ogni cosa. Il buio fa da tela ai miei sogni, ai miei ricordi. Ci sei tu, là dentro. Ci sono pure io. Ma non come siamo noi oggi, distanti e disconnessi. No. Siamo quelli di un tempo, quelli che si amavano senza paura, senza riserve. Siamo noi che facciamo un passo indietro e proviamo a capirci, come facevamo allora, prima che dentro di me tutto crollasse. E la verità è che non siamo più quelli. Siamo cambiati, siamo cresciuti, e forse non possiamo più tornare indietro. E ora, guardandomi indietro, mi rendo conto che avremmo dovuto parlarne di più, avremmo dovuto essere più onesti l'uno con l'altra. Forse le cose sarebbero andate diversamente. Forse saremmo ancora insieme, o forse avrei trovato un modo per lasciarti senza causarci tutto questo dolore. Ma non posso fare a meno di sperare. È un desiderio stupido, lo so, ma è l'unico modo che ho per sentirti ancora vicina, anche se sei così lontana. Non so neanche perché io continui a scrivere queste lettere. Non so nemmeno cosa spero di ottenere. Forse è solo un modo per dare voce a tutto ciò che non sono riuscito a dirti. O forse è il mio modo di cercare di liberarmi di te, di questo amore che non mi lascia in pace. Ma non importa quante lettere scriva, non importa quante parole metta su carta, il risultato è sempre lo stesso. Tu non sei più qui, e io sono rimasto solo con i miei ricordi. So che queste parole rimarranno solo mie, e forse va bene così. Forse è il modo in cui devo imparare a lasciarti andare.
Manchi.
J.
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Mare e Lacrime
Mistero / ThrillerIn una cittadina apparentemente tranquilla della Nuova Zelanda, Napier, un jogger trova un corpo senza vita sulla spiaggia di Marine Parade. L'uomo, è stato trovato , parzialmente coperto da sabbia ed acqua, privo di documenti. Tre anni dopo viene...