Capitolo 6

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Freddie sapeva che continuare a mentire sul suo impiego non avrebbe per nulla giovato a Jim, eppure non sapeva in che altro modo potesse fare. Desiderava che quella magia, quell'atmosfera che si era creata fra di loro non si spezzasse solo perché il moro era un cantante di fama mondiale.

Sperava che anche Mick lo avesse capito, questo, ed in effetti sembrava che fosse esattamente così, in quanto l'amico non aveva detto nulla, continuando a conversare amabilmente con Jim, senza nemmeno dare l'impressione di starsi annoiando.

"Allora... Mick - posso chiamarti così, vero?", iniziò Jim, ancora in imbarazzo per la situazione nella quale si trovava.

Freddie era sempre più contento di non avere detto il suo lavoro, dato il comportamento di Jim con Mick.

Quest'ultimo rise educatamente, annuendo. "Ma certo. Ormai ci conosciamo."

Il barista arrossì, e Freddie lo trovò assolutamente adorabile. Scoccò un'occhiataccia a Mick, che alzò le mani, arrendevole, come per dirgli che non ci stava provando con Jim.

"In ogni caso... che musica ascolti? Oltre ai Rolling Stones, intendo... me lo sono sempre chiesto.", disse, non comprendendo appieno lo scambio di occhiate infuocate.

Alla risposta di Mick, Freddie roteò gli occhi. "Adoro i Queen, veramente tanto. Il loro cantante è fantastico, ha una bellissima voce ed è pure una scopa-", iniziò, interrompendosi con un urlo di dolore a causa dell'ennesimo calcio di Freddie.

"Smettila.", lo rimproverò fra i denti.

"Scusami.", rispose Mick, massaggiandosi la gamba dolorante. "E poi... beh, ascolto anche David Bowie. È semplicemente sublime.", continuò, con tono sognante.

A questa sua affermazione quasi il moro non si strozzò con il drink che stava sorseggiando, e lo guardò, curioso. "Tu cosa? Trovi David sublime? E non me l'hai mai detto? Dio, pensavo che fossimo amici.", rispose tra i denti.

"Tu sei il suo migliore amico, ovviamente non te l'ho detto. Mi avresti dipinto come un maniaco e non ci avresti mai permesso di uscire insieme."

"Perché, uscireste insieme? O tu sei il solito che scopa con chiunque gli capiti davanti senza nemmeno chiedergli di uscire, prima?"

"Né tu né David siete dei santi, Freddie.", lo rimbeccò Mick, facendo zittire il moro. Aveva ragione: nemmeno loro erano santi, e questo era dimostrato dalla scena precedente tra David e la ragazza e dal fatto che Freddie, in fondo, fosse stato anche con Mick.

"Se smetteste di nascondervi dietro al vostro ego spropositato, tutti e due, magari potreste anche avere un'uscita, al posto di andare a lamentarvi dal vostro consulente di coppia. Il sottoscritto, per chiarire.", rispose dopo un po' Freddie, ancora lievemente scottato dall'affermazione di Mick.

Jim ascoltò questa conversazione immensamente confuso, continuando a chiedersi perché un membro dello staff di Mick Jagger si permettesse di rispondergli in quel modo. Non riusciva a trovare una spiegazione. "Scusatemi... vi conoscete bene, voi due? Siete... siete stati insieme?", chiese, interdetto.

Mick fece un sorrisetto. "Come ho già detto prima, Freddie è una sc-", iniziò, interrompendosi a causa di un ulteriore calcio da parte di Freddie.

"È successo solo una volta.", si giustificò Freddie, guardando male Mick e scusandosi con gli occhi con Jim.

Il barista sorrise, vedendo l'uomo imbarazzato, e gli posò dolcemente una mano sul braccio. "Capisco.", disse semplicemente, tranquillizzandolo.

La preoccupazione di Freddie era che si offendesse, o che venisse scottato da questa sua rivelazione, ma quel sorriso lo fece calmare leggermente.

"In ogni caso, penso di essere l'unico qua a non sapere chi sia David Bowie... né tantomeno i Queen.", mormorò Jim, abbassando gli occhi.

Nello sguardo di Mick passò un lampo di divertimento. "Ora ho capito... diverse cose.", sogghignò. "Sai, David Bowie è un solista che ha fatto diverse canzoni... diciamo accettabili.", spiegò, ironico. Se avesse voluto essere sincero, avrebbe iniziato ad elogiare quell'artista e non avrebbe più smesso... "Ed i Queen hanno fatto canzoni come... We are the Champions, penso che tu la conosca."

Jim arrossì. "In realtà... ecco, in realtà io non ascolto molta musica. Ascolto solo voi... voi Rolling Stones, e poco altro.", ammise.

Mick ridacchiò, lusingato. "Beh, mi fa piacere. In ogni caso, il cantante dei Queen ti potrebbe interessare... ha un carattere estroverso, chiama tutti tesoro o caro, e soprattutto è dichiaratamente omosessuale.", spiegò, sfidando con lo sguardo l'amico.

Freddie gli sarebbe saltato volentieri al collo. "Lui non è dichiaratamente omosessuale. Non si capisce che lo è, tesoro.". Il moro si maledisse per avere usato quel nomignolo, ma Jim sembrava troppo intento a guardarlo per farci caso.

Succedeva abbastanza spesso, in realtà: in molti guardavano i lineamenti esotici di Freddie con ammirazione, o con curiosità, o ancora con disgusto. Ma Jim guardava Freddie con un affetto che gli stava lentamente crescendo nel cuore, con un piacere che, ogni volta che il cliente si presentava in quel bar, Freddie alimentava.

Ed il moro era molto lusingato da quelle attenzioni, perché per la prima volta dopo tanto tempo lui non era il cantante Freddie Mercury, ma semplicemente... Freddie.

Mick alzò le mani, arrendevole. "Secondo me quel ragazzo è decisamente gay, ma se tu dici che non è così...", mormorò. Freddie scosse la testa, ridendo di fronte al carattere dell'amico.

"Comunque non penso che mi potrebbe interessare. Ho un appuntamento con una persona decisamente più affascinante, stasera.", affermò con un sorriso il barista.

Mick ridacchiò di fronte a quella frase, e guardò l'espressione di Freddie. Le guance del moro si tinsero lentamente di rosso, e le sue labbra si distesero in un sorriso.

"Non volevi conoscere il tuo cantante preferito, tesoro?", gli chiese gentilmente Freddie.

Il barista annuì. "Sì, ma... ecco, se il ragazzo con cui voglio uscire è amico del mio cantante preferito, penso proprio di potere permettermi di rimandare.", disse semplicemente, continuando a guardarlo.

Freddie ampiò il suo sorriso, prendendo per mano il barista. Si rivolse poi a Mick, che stava osservando quella scena con affetto. Era contento che l'amico avesse trovato qualcuno, alla fine. "Mick, penso che noi continueremo la nostra uscita altrove.", lo avvisò il moro.

Mick annuì, alzandosi. "È stato veramente un piacere, Jim.", gli disse, porgendogli la mano amichevolmente.

Jim sorrise a sua volta, stringendogli la mano e girandosi poi verso Freddie. "L'invito a casa tua è ancora valido?", gli chiese.

"Ovviamente."

need your loving tonight - queen, the rolling stones, David Bowie - [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora