Dolore e rimpianti.

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Tutto ciò che vi ho raccontato, riguardo quegli orribili fatti successi sull'isola, accadde cinque anni prima rispetto agli eventi della storia che porteranno Psishiki a diventare una vera leggenda.

In questo lasso di tempo il giovane si allenò seguendo gli insegnamenti del misterioso vecchio. Convincerlo ad addestrarlo non fu affatto facile, quel tipo non era molto socievole, tanto meno cordiale, ma alla fine, decise di accettare l'allievo. 

L'anziano era un tipo bizzarro con una folta barba grigia che sembrava di paglia, da quanto era ispida. Non era molto alto ne robusto e portava sempre una lunga veste, sporca, rattoppata e sgualcita con un cappuccio che gli nascondeva il volto. Un uomo riservato che si capiva ne avesse vissute tante e che non avesse tempo per curarsi dell'aspetto. Lui diceva di avere un compito da portare a termine, ma ovviamente non rivelò quale fosse al ragazzo. Non voleva nemmeno che conoscesse il suo vero nome, così il giovane lo chiamava solo "maestro".

L'identità del suo insegnante era sconosciuta a Psishiki ma sapeva di potersi fidare. Aveva molte conoscenze non solo per quanto riguardava la forza e il combattimento ma anche per la medicina, con la cui curò le ustioni riportate dal ragazzo, ed era anche ben informato su quei mostri, che chiamava "sovrammutanti". Sapeva che erano estremamente potenti per via di una mutazione ulteriore rispetto a quella dei mutanti che abitavano le tre grandi isole. Li descriveva come una vera e propria evoluzione superiore. Inoltre era a conoscenza del fatto che provenissero dal continente proibito, al di là del mare, e per qualche motivo si stessero muovendo verso le terre dei mutanti.

Quindi iniziò l'allenamento, non solo fisicamente, come il ragazzo aveva fatto fino ad allora per limitare il suo potere, ma anche mentalmente e psicologicamente, così da poter controllare la sua forza e adoperarla per diventare più potente.

Aveva bisogno di acquisire più forze il più presto possibile, aveva un obbiettivo, vendicare i suoi cari e proteggere altri ignari innocenti da quei maledetti abomini. E anche se le sue sembravano intenzioni nobili, dentro di lui, Psishiki, sapeva che a spingerlo era solo un egoistico senso di soddisfazione per dissipare il rancore e la rabbia, non solo verso i mostri ma anche verso se stesso. Si incolpava di non essere stato abbastanza forte da poter fare nulla, si incolpava di essere stato così debole da non poter salvare nessuno.

Passarono gli anni, l'allenamento ebbe luogo su un'isola deserta abitata solo da animali di grandi dimensioni. Quelle bestie venivano usate dal vecchio come strumento di addestramento e non era inusuale per Psishiki finire la giornata pieno di graffi, lividi e fratture. Ma lui non si dava mai per vinto. La sua forza e il suo potere aumentavano di giorno in giorno. Anche se il maestro non era molto socievole fu un bel periodo per il giovane, lesioni a parte. Tutte le sere si accendevano un fuoco e il ragazzo poteva mangiare tutti gli animali che riusciva ad abbattere durante la giornata. Nei primi tempi non fu facile, le bestie erano tanto grandi da spazzarlo via con un soffio. Era diventato tanto magro da parere uno scheletro. Ma il giovane allievo superò anche quella difficoltà. 

Poi, soprattutto quando era ubriaco, il vecchio faceva conversazione. Anche se un po' annebbiato, il maestro parlava dei suoi viaggi, però era sempre molto vago.  Quasi ogni giorno, l'uomo prendeva in giro e rideva del suo allievo. Eppure, anche se di carattere quel vecchiaccio non era il massimo, Psishiki si affezionò a lui e quando si separarono dopo quattro anni di allenamento in cui erano stati insieme fu molto doloroso. 

Le ultime parole che il maestro riferì al suo protetto, mentre aveva già preso il mare, furono: "Non montarti la testa, cretino! Ora sei un po' più forte rispetto a quando ci siamo incontrati, ma sei ancora all'inizio! Non immagini nemmeno quanto potere tu abbia ancora da sviluppare! Vai! Trova dei compagni! Il mondo è grande, sono sicuro che troverai delle persone che ti staranno a fianco sostenendoti e aiutandoti nella tua battaglia! Perché da solo non farai mai nulla, credimi! AH AH AH AH! ADDIO, PSIKIDIOTA!!". 

Il vecchio non si girò per non mostrare le lacrime, che gli solcavano il volto, al suo allievo. E in poco tempo la sua figura scomparve all'orizzonte.

Dopo un anno da quell'addio, Psishiki lascerà l'isola pronto a seguire il consiglio del maestro e pronto a raggiungere il suo obbiettivo.

L'ordine dei SovrammutantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora