Capitolo 10

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Dopo aver riportato a casa la futura madre, si recò alla villa della zia con il diario di papà appoggiato al sedile anteriore. Suonando alla porta, decise di andarci piano per via dei suoi problemi di salute; una forte emozione avrebbe provocato seri problemi a Cinzia.

"Sì?". L'anziana venne ad aprire già pallida in volto.

"Ciao zia, sono venuto a riportarti questo...". Le mostrò brevemente il diario entrando in casa. "Come stai? Tutto bene?".

"Mica tanto... non ho dormito molto stanotte... maledette gambe! Se potessi le amputerei!".

"Non dire così! Pensa a chi è paralizzato e le vorrebbe...".

"Uff... quante cose vorrei io, ma nessuna sembra realizzarsi. Non hai trovato nulla di interessante?". Gli chiese mentre si accomodarono in cucina.

"Eccome! Ho scoperto alcune cose, ma ad un certo punto diventa un manuale di spiritismo... ma veramente... sono venuto per un'altra cosa, molto più bella".

"Oh!". La zia acquistò colore sedendosi al tavolo. "Dimmi...".

"Che dire?". Appoggiò il diario al tavolo. "Una di quelle cose che desideri, si realizzerà in nove mesi, se tutto va bene...".

"Oh Gianni!". Giunse le mani diventando rossa come un peperone; in quel momento il nipote si preoccupò mica da ridere. "E' fantastico!". Un sospiro di sollievo a vederla alzarsi e baciarlo sulle guance piangendo. "Dimmi, è una bambina vero??".

"Non si sa ancora zia... siamo appena al primo mese...".

"Oh che meraviglia! Chissà come sarà contento papà...".

"Già, forse...".

"Perché dici così?".

"Da quello che scriveva sembrava più interessato allo spiritismo che a noi..".

"Hai ragione...". La zia ritornò a sedersi. "Ma dimmi: cos'hai scoperto?".

"Crederai a tutto ciò che ti dirò?". Sedendosi accanto le strinse le mani brevemente.

"Sì... credo...".

"Immagino sei al corrente della leggenda della "mia" villa, giusto?".

"Quella brutta storia... quando accadde tutto il paese sembrava scosso, diverso...".

"Ho scoperto che papà ne fu affascinato al punto di evocare lo spirito della... vecchia. Non sono sicuro se alle sedute partecipò anche Vannina, ma non riuscirono a comunicare bene con l'entità scoprendo solamente che si chiamava Ermelinda".

"Era... una strega".

"Non lo so, è così sincera, dolce".

"E tu come...?".

"Ogni volta che vado da solo alla villa mi... appare". Cinzia ritornò pallida. "Mi racconta la sua vita, mi mostra i suoi luoghi. Pare che l'ex sindaco di Ferrara l'abbia arrestata per aver ucciso un bambino e...".

"Oh andiamo Gianni! Non dire castronerie!". La zia si rialzò perdendo la pazienza.

"Ti giuro che è vero!".

"Avrai sognato... oppure fumi ancora la Majurana??".

"Si chiama Marijuana e l'ho fumata solo una volta in vita mia. Non ho più osato farlo da quando entrasti in stanza e mi diedi tante di quelle botte impedendomi di uscire per un mese...".

"Non è servito niente a quanto pare!". Cinzia strinse nervosamente le mani. "Gianni...". Guardò il nipote con compassione. "Stai per diventare padre, è la gioia più grande del mondo! Ascolta la zia come hai sempre fatto: lascia perdere queste storie di spiritelli...".

"Io... come ho detto a Marta, sento che devo andare fino in fondo. In quella casa c'è un anima che chiede... giustizia".

"Giustizia?? Per cosa?".

"Ho visto con i miei occhi il sindaco di Ferrara di allora, un certo Trotti, portarla via...".

"Via dove?".

"Non lo so... in carcere credo. Ma ho sentito che in campagna, una volta, esistevano delle "prigioni"?".

"Le prigioni...". Ripeté meditando la zia. "Quando eravamo piccoli, la nonna ci diceva di starne alla larga perché tanti anni prima era una specie di lazzaretto...". Gianni deglutì la saliva. "Più avanti lo trasformarono nelle carceri di Cona. Li ci mettevano ladri, assassini, stupratori... chiunque era un pericolo per la società...".

"Anche le presunte... streghe?".

"Quando costruirono le prigioni, quel concetto era già bello che superato. L'inquisizione non esisteva già più...".

"Ho i miei dubbi. Tutti dicono che è morta, ma esiste ancora ai giorni nostri. Dove si trovavano esattamente queste "prigioni"?".

"Non ricordo caro... è passato così tanto tempo. Ricordo solo che nei pressi c'era un piccolo altare costruito in onore di tutti gli appestati. Un giorno alcuni vandali lo distrussero e non è rimasto più niente... solo una immensa campagna".

"Capisco... beh, si è fatto tardi zia".

"Vai pure, torna a casa da Marta e lascia perdere okay?".

"Va bene zia...".

"Aspettami qui...". Cinzia salì le scale lasciando il nipote con mille punti interrogativi.

"Mah...". Sentendola frugare nella propria stanza, si accorse che ci stava mettendo troppo tempo. Quando si decise ad alzarsi dal tavolo per raggiungerla, la vide scendere con qualcosa tra le mani.

"Ecco, l'ho trovata". Gli consegnò una lunga catenina d'oro; nella targhetta venne inciso il nome della defunta madre: Ines. "Era la medaglietta della nonna. Tienila sempre con te, a me ha portato sempre fortuna... ti servirà...".

"G-grazie zia... ma ti ho detto che lascio perdere questo affare...".

"See perché io non ti conosco...". Gli diede una pacca sulla spalla mentre mise in tasca il portafortuna. "Stai attento Gianni...".

"Non preoccuparti...". Le baciò la fronte.

"Oddio! Sono così felice". Lo sbaciucchiò raccomandandosi di farle sapere ogni dettaglio della gravidanza della moglie.

Lasciando la villa, continuò a pensare all'espressione sincera di Ermelinda quando gridò al Trotti di non aver ucciso Samuele Melidoni. 

Una Strana Eredità - Seconda ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora