♢capitolo-2♢

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Sì, avete capito bene. Rapine. Non troppo grosse ma nemmeno troppo piccole.
Oggi è stata la solita storia.
Mani in alto. Dateci i soldi. Scappiamo.
Niente di nuovo.
Ma c'è una cosa nuova, stasera. È da 5 anni che proviamo a rintracciare il responsabile della morte di Andrès, e oggi eccolo lì. Non in carne e ossa, ma almeno abbiamo la sua faccia. Era un uomo sui 30 anni, barbetta e ciuffo neri. Porta degli occhiali vecchio stile. Tiro un pugno di trionfo al tavolo e metto su il mio disco preferito. Io e Palermo balliamo sfrenati.

Ho passato tutta la notte a cercare il nome dell'uomo, ottenendo i giusti risultati:
Nome: Sean
Cognome: Finch
Indirizzo: Roma, Italia

Almeno era vicino. Comunico il tutto a Palermo, che reagisce con un batti-cinque tattico. Prima di partire andiamo a fare una rapina. Ormai sembrava che fosse l'ordine del giorno, ma oggi è andato storto qualcosa.
Eravamo entrati, solita cosa: Mani in alto, bla bla bla
Ma ad un tratto sentii un rumore. Una ragazza con i capelli corti stava chiamando la polizia. Corsi verso di lei e distrussi a terra il telefono. Le presi i polsi e la spinsi contro il muro. Lei tremava dalla paura.
*andiamo Elisa, sappiamo che vuoi farlo. Sappiamo che vuoi ucciderla.*
Le voci, ancora. Io non volevo ucciderla. La presi e la portai con noi quando uscimmo dalla banca. Ed ora eccoci, con una ragazzina piangente in macchina.
《Las Vegas, ma che cazzo ti è preso? Prendere una ragazzina? Sei pazza?》
《O prenderla o ucciderla. Non c'erano altre opzioni. E sai perché.》
Io e Palermo ci scambiamo un'occhiata e lui si zittisce. 
《Come vuoi che ti chiamiamo?》chiede lui alla ragazzina.
《I-il mio nome è...》
《No, non il tuo vero nome. Vedi, io mi chiamo Palermo, lei Las Vegas, tu?》
Un momento di silenzio in cui la ragazza pensa.
《Amsterdam.》
《Ok, Amsterdam.》
Per il resto del viaggio nessuno parla.

Appena arrivati a casa copriamo gli occhi di Amsterdam con una benda e la facciamo scendere per poi portarla dentro.
《Benvenuta a casa, Amsterdam.》
Ci togliamo i passamontagna.
《Perché ve li togliete? Non avete paura che io possa fare la spia?》
《Non la farai.》dissi io
《Come fate a dirlo?》
Io mi avvicino.
《Perché quando ci conosci, non ti verrà mai in mente di tornare dove vivevi.》
Io le faccio fare un giro della casa. Ma quando ci fermiamo davanti alla foto, quella foto, mi incanto. Vedo Andrès e Palermo. Fisso il primo e non riesco a distogliere lo sguardo.
《Heeey, senti Amsterdam, è meglio che ti accompagni io a vedere la casa. Lasciamo un attimo Las Vegas da sola.》
Così Palermo e Amsterdam se ne vanno. Mi avvicino lentamente alla figura di quello che una volta era il mio ragazzo, e appoggio la fronte al muro. Non posso fermare le lacrime. Mi ritorna tutto in mente. Quel rumore. L'elettrocardiogramma. La sua faccia. La sua cazzo di faccia. Era bellissimo.
Tiro un pugno al muro, e ne tiro un altro, e un altro, e un altro finché le mie nocche non sanguinano.
Vado in cucina e cerco di evitare il contatto visivo con Palermo ed Amsterdam. Mi lavo via il sangue dalle mani e mi lavo la faccia. Devo essere un completo disastro in questo momento.
*dolorosi i ricordi, eh?*
Sì, per una volta le voci avevano ragione. Quei ricordi erano fottutamente dolorosi.
Mi stampo un sorriso palesemente falso in faccia e mi siedo vicino ad Amsterdam.
《Quindi? Hai visto quanto è grande questa casa?》
Lei rode nervosamente.
《Sì.》
《Io, vi lascio un po' da sole.》dice Palermo per poi allontanarsi.
《Voi...siete fidanzati?》
《Ooooh no. No no no. Lui è gay. Ed io...beh, non sono più in pista, e non voglio mai più esserlo.》
Lei mi guarda stranita.
《Perché?》
*non dirglielo. Non ti puoi fidare*
《Vedi...ho perso l'amore della mia vita anni fa. Se mi innamorassi di qualcun altro, sarebbe come tradirlo.》
Lei non dice niente, ma mi sorride. Io le ricambio il sorriso.
《Fidati, anche se ora sei spaventata, quando ci conosceremo meglio, saremo un'unica famiglia.》

REVENGE||•Sequel di "Lui non aveva nulla da perdere" INCOMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora