21. Isabel

3.7K 178 110
                                    

"Allora, ci vediamo domani?"
"Certo dolcezza, a domani."
Ci scambiamo un bacio, mi morde il labbro.
"Ahia!" esclamo per scherzo.
"Dormi bene, dolcezza."
Così dicendo mette in moto e va' via.
Scuoto la testa sorridendo e mi incammino verso lo stretto vialetto che porta a casa mia.

Sul patio vedo seduto un ragazzo, non l'avevo notato con il buio.
"Andres!"
Gli vado incontro sorridente.
"Ciao Birba."
Mi saluta con un mezzo sorriso.
"Sei elegante", osserva.
"Sono stata a una cena con Josh e suo padre."
"Hai conosciuto suo padre", mi dice fissandomi.
Io non so bene che rispondere, avverto una certa elettricità nell'aria.
Mi siedo vicino a lui nel divano a dondolo.
Restiamo un po' in silenzio, sono io a prendere parola.
"Ehi, domani sarà il gran giorno, il ritorno in grande stile come lo chiami tu", gli dico entusiasta.
"Isabel, non sono qui per questo."
Si mette le mani sul viso, lo sento sospirare.
Sembra sconvolto, scombussolato, non l'ho mai visto così.
Gli levo le mani dal viso in modo che possa guardarmi.
"Andres, che succede?"
Mi guarda per un istante e poi si alza di scatto.

"Come fai a essere così cieca, così ingenua, cazzo Isabel!" mi dice improvvisamente adirato.
Rimango a bocca aperta, mi alzo di fronte a lui.
"Cosa diamine ti prende?!"
Andres mi fissa per un istante e poi esplode.
"Possibile che tu non l'abbia capito, sono stato sveglio notti e notti cercando un modo di dirtelo, di farti capire, ma tu nulla, nulla, il vuoto più assoluto!
Mi sembra di parlare con un muro quando sono con te!"
Rimango a bocca aperta.
"Okay."
Alzo una mano, cerco di calmarmi e soprattutto di calmarlo.
"Adesso tu ti rilassi e mi spieghi che cosa succede, perché io non ho capito una mazza dal tuo monologo", gli dico.
"Non l'hai capito o fai finta di non capire, Isabel, tu non hai mai voluto guardare in faccia la realtà perché ti fa paura!"
Rimango di sasso, non so che dire o forse come dice lui, comincio a capire, ma non voglio vedere.
Non mi da il tempo di replicare nulla, si avvicina a me e pronuncia le parole in maniera lenta e calma, l'ira di poco fa sembra essersi eclissata improvvisamente.

"Ti ricordi il nostro bacio quella sera in macchina? Ti svelo una cosa, non é capitato per caso, non é stata una scemenza dettata dall'alcool, sono stato io a volerlo perché sono innamorato di te."
Rimango a bocca aperta, letteralmente.
É come essere sradicati da un luogo  familiare che conosci da tutta una vita e ritrovarsi improvvisamente in una nuova realtá, inaspettata, diversa, una realtà che non pensavi neppure esistesse.
É stato bravo a nascondere tutto questo. 
O forse sono io che non volevo vedere per paura di sconvolgere quegli equilibri che fino a dieci minuti prima erano perfetti per me.
Il cuore mi batte improvvisamente forte mentre mille scenari si formano nella mia mente, scenari di vita quotidiana, la mia e la sua che di colpo prendono tutti un significato diverso. 
Andres che mi viene a prendere a lavoro.
Andres che guarda assieme a me un film.
Andres che viene con me a fare la spesa.
Andres che cucina per me.
Andres che mi consola, mi abbraccia, mi asciuga le lacrime con le sue dita.
Tutti questi gesti non sono più conditi solo da semplice amicizia e affetto, si tingono di colpo di un sentimento più grande, piú travolgente, un sentimento ancora più profondo di quello che già ci lega.
Sconvolta come sono non riesco a dire nulla se non a pronunciare il suo nome come per attaccarmi a quell'ultimo appiglio di familiarità che mi rimane.
"Andres."
Chissà  perché anche quelle sei lettere mi sembrano diverse ora.
Lui mi guarda, le pupille grandi come una luna piena.
Si avvicina ancora di più, so cosa vuole fare, lo so, ma non mi muovo, vittima delle mille sensazioni che provo in questo momento.
Mi prende delicatamente per i polsi e mi attira a se.
Lo guardo negli occhi e per un attimo mi sento un po' meglio perché riconosco uno sguardo familiare, lo stesso di sempre, almeno questo é rimasto intatto.
Andres mi fa una carezza sulla guancia e poi di colpo, senza nessun preavviso avvicina le sue labbra alle mie.
É un bacio disperato, pieno di desiderio, come se avesse aspettato tutta la vita per farlo.
Con la lingua prova a farsi spazio nella mia bocca, ma io mi sposto all'improvviso.
"Andres, no fermati ti prego, io sto con Josh, lo sai!"
Senza volerlo quasi glielo urlo, ma lui resta impassibile, come se si aspettasse questa risposta.
"Josh in tutto questo non c'entra nulla lo sai anche tu, siamo io e te Birba, siamo solo io e te, non conta nient'altro."
Mi abbraccia e io lo lascio fare, ma per la prima volta non trovo rifugio in quelle braccia cosí familiari, non riesco a calmarmi, proprio non ci riesco.
"Non sai da quanto tempo volevo dirtelo, non ne hai idea Birba, credimi tu non ne hai idea."
Deglutisco, ogni cosa che dice mi sconvolge sempre di più.
Pensavo che non ci fossero segreti tra noi invece si é tenuto questo sentimento dentro chissà per quanto tempo.
Improvvisanente mi prende il viso tra le mani e mi guarda dritto negli occhi.
"Passa la notte con me."
Non é una domanda la sua, é  un'affermazione, pronunciata in maniera decisa e sicura. 
Sconvolta come sono ancora una volta non riesco a spiccicare una parola.
Sto persino tremando, non me l'aspettavo, giuro che tutto questo non me l'aspettavo.
"Stai calma", mi dice dolcemente. 
Mi accarezza le spalle tentando di rassicurarmi.
Mi passo una mano sul viso, lui mi guarda dispiaciuto.
"Scusa, non volevo sconvolgerti, é che non ce la facevo più a trattenermi."
Lo guardo, si aspetta qualcosa da me, una risposta, una reazione, un cenno, qualcosa, qualsiasi cosa, ma io sono inerme, non ce la faccio, adesso non ce la faccio proprio.
Penso a Josh, adesso é a casa, nel suo letto, completamente ignaro di tutto questo mentre io sono qui fuori, con il cuore a mille e il sapore del mio migliore amico sulle labbra.
Questo pensiero mi fa male, avverto una stilettata al cuore forte e chiara.
Ma é proprio questa consapevolezza che mi fa reagire, mi riscuoto dal mio torpore e pronuncio le parole con voce tremante.
"Sto bene Andres, ma per favore adesso tu devi andare vai."
La delusione nei suoi occhi é palese, la vedo chiaramente.
"Okay."
Mi dice solo questo.
Si allontana da me e si incammina per il vialetto.
Lo guardo andarsene di spalle, non si gira neppure una volta.
Rimango sul patio, stravolta e con mille pensieri per la testa.

Nocciola e Cioccolato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora