Yoongi era sdraiato sul letto. Quella notte non aveva chiuso occhio e adesso era stanchissimo. Era rimasto seduto sul materasso a osservare Jungkook che dormiva abbracciando il cuscino con un'espressione serena sul volto. Si chiedeva a chi stesse pensando, chi immaginava che fosse quel cuscino. Forse Jimin? Oppure una ragazza? Non sapeva nemmeno se era etero o meno. Quindi si era messo a scrivere, incapace di chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalle dolci braccia di Morfeo. Adesso era in camera circondato dal silenzio. Affondò il capo sul cuscino e sospirò, poi ci furono dei rumori nel letto accanto.
«Hyung?»
Controvoglia alzò lo sguardo su Jungkook, il cui volto era assonnato, e rimase estasiato dalla bellezza di quel corpo. Jimin era un angelo, sì, ma lui era un piccolo diavolo che lo portava all'inferno ogni volta e che adesso lo stava guardando con curiosità. Yoongi si tuffò nei suoi occhi e nelle emozioni che scatenavano dentro di lui. «Che c'è?» Si finse annoiato, ma uno sbadiglio assonnato si impossessò della sua bocca.
Jungkook rise dolcemente davanti a quella scena. «Hai dormito poco stanotte?» chiese.
Yoongi sbuffò e appoggiò nuovamente la testa sul cuscino, continuando a guardare il suo volto da coniglietto. «Non ho proprio dormito, infatti sono stanchissimo» borbottò.
Il minore sorrise leggermente e si alzò dal suo letto. «Allora dormi» mormorò e prese i lembi della sua coperta, per poi coprirgli il corpo con delicatezza. Chiuse le persiane e poi le tende, oscurando così la stanza, e gli accarezzò i capelli, lasciando il più grande sorpreso e con il cuore a mille. «Buonanotte».
Yoongi affondò il viso nel cuscino per cercare di raffreddarlo: aveva le guance in fiamme e gli sembrava che la temperatura all'interno della stanza fosse aumentata di troppi grandi, impedendogli di respirare. Inoltre era sicuro che per quanto il suo viso fosse caldo, Seokjin avrebbe potuto farvi bollire l'acqua per la pasta. Oddio, ho voglia di carbonara, pensò e sentì il suo stomaco brontolare all'idea di mangiare qualcosa. Peccato che non aveva voglia di alzarsi.
«Tu che fai ora?» domandò poi, il viso accaldato ancora sul cuscino e la voce attutita da esso. Continuava a ripensare ai momenti di poco prima. Li avrebbe custoditi con cura nel suo cuore, ripensando ad essi ogni volta che si sarebbe sentito giù, perché Jungkook era l'unico capace di migliorargli la giornata con così poco.
«Leggo un manga che mi ha consigliato Taehyung» rispose l'altro, sdraiandosi poi sul letto.
Yoongi sentì una fitta al petto. Sapeva che Taehyung amava Jimin, eppure gli faceva male constatare che la vita della persona che amava era piena di persone che non erano mai lui. Scommetteva che Jungkook non avesse mai fatto il suo nome con gli altri, che non avesse mai messo in atto un suo consiglio pensando intensamente a lui, come stava facendo in quel momento con Taehyung.
«Hyung, dormi?»
Yoongi sbuffò e si voltò, ritrovandosi il viso di Jungkook a pochi centimetri dal suo. Avvampò ancora di più, se possibile, e aggrottò le sopracciglia. I suoi occhi si posarono sulle sottili labbra del minore e avrebbe voluto baciarlo, assaporarle. Dio, se lo avrebbe voluto! Invece si allontanò leggermente dal viso candido e perfetto di Jungkook, guardandolo male. «Stavo cercando di farlo» Lui non sorrise come era solito fare quando lo hyung si comportava in quel modo: il suo sguardo e la sua espressione erano rimaste serie e Yoongi cominciò a preoccuparsi. «Che c'è?»
«Secondo te cos'è l'amore?»
Yoongi fu visibilmente sorpreso da quelle parole. Non avrebbe mai pensato che Jungkook potesse fargli quella domanda. Si chiese a chi stesse pensando mentre gli rivolgeva quelle parole. Di sicuro non a lui. Decise di frenare quei pensieri autolesionisti, altrimenti sarebbe entrato in un turbine di dolore infinito e non sapeva se poi uscirne sarebbe stato facile. «Io... non lo so» mormorò quindi.
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HO BISOGNO DI TE, vmin kookga
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ❝È che io, per la sua felicità, farei di tutto.❞ Spesso succede di voler proteggere la felicità delle persone che si amano e di rimanere bloccati nelle proprie insicurezze... ma pensiamo mai che la felicità di quel qualcuno possa essere un'...