Mattonella dopo mattonella

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Uno degli argomenti più ricorrenti era quello delle nostre fugaci "storie d'amore", o presunte tali. Non che fossimo due Belen Rodriguez del lago, però riuscivamo sempre a trovare nuovi racconti esilaranti o drammatici.
In particolare, lei mi raccontò un giorno di un segreto sconosciuto anche ai suoi migliori amici, del quale mi sentii importante o almeno presunto tale, secondo cui lei ha avuto più di un' "avventura" con il suo migliore amico, ma solo per divertimento.
Non era importante in se', ma il simbolo stesso che esso rappresentava: significava che tenevamo l'uno all'altra.

Per motivi logistici e di caos generale in classe, dovetti spostarmi dai miei due fidati compagni e vicini per trasferirmi nella stessa fila di banchi dove stava lei: io mi trovavo sul lato sinistro, una ragazza sedeva al centro, e lei sulla destra. In quel periodo divenni anche rappresentante di classe, scelta di cui ancora oggi mi pento...
In una delle ore super interessanti inventammo le "coppie", cioè i migliori duo amorosi nella nostra classe, ovviamente cercando di unire le persone con i caratteri più affini. Da quando fui suo vicino di banco, anche durante le lezioni riuscimmo a comunicare e a cazzeggiare come dei veri diciottenni nel pieno del loro periodo ormonale. Questa parola mi ha sempre fatto pensare a scimmie sudaticce che camminano in maniera stramba, e alla fine non si discosta molto dalla realtà.
Essendo un genio, modestamente (ironia), la aiutavo anche con i compiti e gli esercizi di inglese, italiano e altre materie in cui lei aveva lacune, mentre io venivo ricambiato con salvataggi in extremis di bigliettini durante le verifiche (...ora mi sento altamente trasgressivo .)

Dalla fine di novembre, incominciò a mostrarmi la sua mania più grande: inviarmi sue foto immensamente ridicole oppure enormemente stupende . Questo permise alla memoria esterna del mio telefono e al cloud di riempirsi inesorabilmente.
Da lì a poco però il castello avrebbe subìto il primo piccolo, o apparentemente, sussulto.
Infatti qualche giorno dopo avrei compiuto i fatidici 18 anni, un traguardo non indifferente e per l'occasione, date le mie buone doti organizzative, si sarebbe svolta la festa comprendente cibo da me prodotto, alcool, oggetti stupidi per fotografie, lampade cinesi e piccoli aggeggi simili a fuochi d'artificio di vario tipo.
Purtroppo però Athena era stata invitata da un'altra compagna di classe a trascorrere il suo compleanno durante lo stesso giorno del mio, così lei decise di andare a quello dell'amica, giustificata dal fatto che si conoscevano da qualche anno rispetto a noi. Quell'episodio apparentemente non mi toccò, però nel profondo mi sentii uno stupido poichè le avevo  chiesto di venire nonostante lei avesse già altri impegni, provocandole magari sensi di colpa, anche se il pensiero non vantava di grande senso.

Nonostante l'accaduto passai oltre, la serata fu magnifica ugualmente, e negli ultimi giorni prima delle vacanze natalizie Athena ebbe una discussione con il ragazzo che per oltre quattro anni aveva avuto una cotta per lei mai corrisposta. Lo chiameremo gatto.

Il litigio fu causato dal fatto che lui manteneva un comportamento scortese e arrogante con la ragazza che era seduta tra me e Athena, che tra l'altro risultava essere la migliore amica sia di Athena che di Gatto; questo provocò un duro faccia a faccia tra i due, e il conseguente allontanamento.

L'accaduto mi permise inconsapevolmente di avvicinarmi ancora di più alle ragazze, essendo io la persona di genere maschile con cui avevano il miglior rapporto, per questo forse notai in Gatto sempre un atteggiamento di gelosia nei miei confronti.

Con Athena ci aiutammo anche per i problemi amorosi: infatti io stavo tentando di uscire da un rapporto andato male, mentre lei cercava di capire se il suo ex ragazzo poteva ancora starle accanto, visto che stava ricominciando a darle attenzion. Era titubante poichè i loro amici avrebbero potuto pensare male di lei, dato che l'aveva lasciato, ma le dissi che se la faceva stare bene doveva perseguire i suoi desideri, non ascoltando le opinioni di chi non le volesse bene.
Questo fa capire come io non pensassi minimamente a lei come fidanzata o presunta tale, poichè mi sentivo bene in quel ruolo da amico intimo e con una confidente così fantastica.

Anche gli angeli hanno ali purpureeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora