Capitolo 38

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Jimin's pov

Il signore ci seguì in silenzio. Jungkook era totalmente contrario alla mia gentilezza, non si fidava di quel l'uomo. Non che io lo facessi, ma ero troppo preso dalla compassione. Chiesi in cucina di preparare qualcosa da magiare e lo portai in una stanza dove solitamente non andava nessuno.

<<Posso sedermi? Non vorrei sporcare....>>, disse titubante. Annuii e lo raggiunsi. Jungkook rimase immobile davanti alla porta costringendomi ad alzarmi per farlo sedere.

<<Non si preoccupi, mangi e poi le troveremo un alloggio ok?>>, proposi. Si inchinò di nuovo. Era molto riconoscente.

<<Posso sapere il suo nome?>>, mi domandò. Strinsi una mano di Kookie e l'altra la portai sulla suo ginocchio tremante.

<<Jimin, Park Jimin>>, risposi. Spalancò gli occhi e si alzò. Sapevo di aver un cognome importante in Corea, e di essere molto conosciuto in Giappone ma non mi aspettavo una reazione del genere.

<<S-sei il figlio di Seojun Park?>>, domandò. Come faceva a sapere il nome di mio padre...beh effettivamente era molto rinomato anche lui, l'avrà letto su qualche rivista o notiziario.

<<Sono Hyonsu Park tuo..>>, lo interruppi.

<<Nonno? Non puoi essere lui>>, affermai incredulo. Era una persona molto ricca e colta, non può aver fatto questa fine. Era a capo di quella che è oggi l'impresa più importante della Corea. È soprattutto, credevo fosse morto.

<<Jimin quanto tempo, l'ultima volta in cui ti vidi stavi muovendo i primi passi. Sei un uomo adesso, grande e maturo. Ricordo ancora quando piangevi a squarciagola perché non volevi farti cambiare il pannolino da Minseo, tua nonna>>, affermò. Ditemi che sto sognando. Non può essere lui. Non potrebbe sapere tutte queste cose senza un legame di parentela. Lui è la causa dei miei problemi.

<<Vattene da qua, subito>>, risposi autoritario. Strinsi ancora di più la mano di Jungkook, tanto da far sì che si alzasse e si mettesse fra di noi.

<<Jimin lasciami spiegare come sono andare le cose, mi dispiace per tutto, non ho potuto rimediare con tuo padre ma voglio provarci con te>>, affermò. Se lo può scordare. Ho passato 22 anni d'inferno a causa sua, con un padre che mi odiava, mi sbatteva in faccia quanto fossi ridicolo e mi disprezzava per la mia omosessualità. Ed è solo lui la causa del mio dolore.

<<Non ti voglio vedere, ti prego di uscire>>, dissi indicandogli la porta. Non si mosse di un millimetro. Mi guardò intensamente, cercò di capire cosa mi stesse passando per la testa, ma spezzai questo gioco. Distolsi lo sguardo.

<<Non volevo abbandonare tuo padre, era solo un bambino quando accadde tutto. Il fatto è che ero perdutamente innamorato di un mio collega, un ragazzo che avevo conosciuto al lavoro, ma la mia famiglia non lo accettava, mi costrinsero a sposare tua nonna e avere un figlio. Non ero felice in quel periodo, la sofferenza mi aveva accecato e questo mi ha portato a maltrattarli tutti e due. Finché gli assistenti sociali non mi portarono via, questa è la fine che ho fatto>>, spiegò. Mio padre lo odiava e questo lo aveva condotto a odiare anche me. Non potrò mai perdonargli tutto il male che aveva fatto. Mia nonna era la donna più dolce che avessi mai conosciuto, così pura sensibile, non avrebbe mai fatto del male neanche ad una mosca. Mio padre invece è nato da una costrizione e questo l'ha segnato, portandolo a sfogarsi su di me.

<<Sono stato disprezzato per anni, non ho mai ricevuto un briciolo di affetto, neanche un tanti auguri al mio compleanno. Sono cresciuto nel dolore, nei dubbio, sul perché mio padre mi odiasse così tanto, sul perché non accettasse la mia omosessualità, nelle paranoie e negli inganni. Credi di poter venire qui, chiedere scusa e far tornare tutto come prima? Non riesco neanche a guardarti, mi sale la rabbia e il rancore che ho cercato di reprimere per anni e anni>>, urlai. Mi sfogai di tutti i pensieri che mi passavano per la testa, si meritava di sapere com'era stata la nostra vita dopo la sua fuga. Non mi dispiace sapere che è un mendicante, in un cero modo sta pagando per il dolore che procurato.

<<Jimin sono così dispiaciuto. Non mi hanno permesso di vederti, i sevizi sociali mi allontanarono da qualsiasi affetto, ma giuro di averti cercato. Ho provato a contattare tutti, ma nessuno mi ha risposto>>, continuò. Le sue scuse non mi toccavano minimamente, non volevo più stare ad ascoltarlo.

<<Non mi interessa più nulla di te, abbiamo un legame di sangue, ma non ti conosco. Non so nulla di te, a parte questa raccapricciante storia ovviante>>, affermai. Jungkook mi abbracciò da dietro lasciandomi un bacio sul collo. Vorrei tanto picchiarlo, sfogare tutto quello che provo ma non posso. Non voglio sporcarmi le mani per qualcosa per cui non ne vale da pena.

<<È meglio se va, Jimin è molto scosso>>, esclamò Kookie. Questa volta fu lui a cacciarlo. Per fortuna potevo contare sul suo appoggio, ho tanto bisogno di lui.

<<Mi dispiace ancora, se puoi perdonami>>, affermò incamminandosi verso la porta. Nel frattempo, arrivò un impiegato con il pranzo. Gli feci segno di posarlo e lo ringraziai per averlo portato.

<<Adesso mangia. Quando hai finito chiedi in reception un telefono e chiama questo hotel. Prenota una stanza, lavati, e fai quello che serve. Di che pagherò io, mi conoscono, non faranno problemi. Dopodiché sparisci dalla mia vita ok?>>, gli ordinai. Annuì e prese la forchetta.

Mi sarei sicuramente sentito in colpa pe averlo lasciato lì, e dal momento che mi conosco ho preferito evitare. Lo tratterò come un essere umano qualsiasi, non come un nonno. Non occuperà mai quel posto.

Afferrai la mano di Kookie e lo portai fuori da quella stanza infernale. Mi appoggiai allo stipite della porta imprecando. Cosa diavolo era appena successo?

<<Vieni qui, andrà tutto bene, ci sono io con te>>, disse Jungkook abbracciandomi. Dio cosa farei senza di lui. Lo strinsi forte. Mi scappò qualche lacrima, faceva effetto vederlo. Lo conoscevo solo grazie a delle foto e averlo qui, in carne e ossa era spaventosamente forte.

<<Portami via, non voglio più rivederlo>>, affermai. Mi diede un bacio sulla fronte e insieme chiamammo l'ascensore.

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Love Never Gives Up (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora