Macchina

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Era il nostro terzo appuntamento.
Le cose andavano a meraviglia, ci sentivamo bene l'uno con l'altra e sapevamo che sarebbe potuto nascere qualcosa di importante e serio tra noi due.

Shawn era un ragazzo fantastico: era dolce, gentile, tenero e anche sull'aspetto esteriore se la cavava molto bene. Aveva quasi ventidue anni, lavorava e aveva un meraviglioso appartamento in centro a Toronto.

Sapeva anche come rendere felice una ragazza, dato che come appuntamento aveva organizzato un qualcosa di molto semplice.
Eravamo nella sua auto, posteggiati in un parcheggio quasi del tutto vuoto poco fuori la città, con delle buste del McDonald's appoggiate sulle gambe.
Parlavamo di qualsiasi cosa come se ci conoscessimo da una vita, mentre sgranocchiavamo delle patatine fritte e un hamburger tra una chiacchiera e l'altra.

<<No, assolutamente no>> ribadì, per l'ennesima volta, il ragazzo.

<<Come no?>> domandai, sconcertata. <<Gli U2 sono assolutamente migliori dei Kings of Leon>> ribattei, nuovamente.

<<No, non è vero>> controbatté.

<<Sì, invece!>>

<<Okay, okay. Se lo dici tu>> si arrese, prima di dare un morso al suo panino. <<Allora cosa ne pensi dei Queen?>>

<<Sono assolutamente i migliori>> risposi, con la bocca piena di patatine.

<<Finalmente siamo d'accordo su qualcosa>> affermò, scherzando.

Risi appena. <<Sì, infatti>>

Ci fu un momento di silenzio, in cui entrambi continuammo a mangiare la nostra cena. La cosa bella era che quel momento di silenzio non portava con sé nessun tipo di imbarazzo o tensione, anzi.

<<Sai,>> disse Shawn, pulendosi con un tovagliolo le mani e gli angoli della bocca. <<mi piace stare con te. Possiamo parlare veramente di tutto senza paura di essere giudicati. Non succede spesso e apprezzo questa cosa>>

Io, seduta a gambe incrociate sul sedile del passeggero, mi persi per qualche istante a guardarlo. Non guardavo il suo viso per provare a memorizzare i suoi dettagli, bensì per capire se credeva veramente a ciò che aveva detto almeno quanto ci credevo io. E lo faceva.

<<Sì, hai ragione>> sospirai. <<È bellissimo ciò che stiamo creando>>

Il suo sguardo profondo si incatenò al mio.
Si sporse leggermente verso di me, diminuendo la distanza tra i nostri corpi ma, con mia sorpresa, posò solo la sua mano sulla mia guancia.
Con ancora lo sguardo fisso nel mio, posò un dito sotto al mio labbro inferiore.

<<Sei sporca di ketchup>> affermò, soffiando leggermente sulle mie labbra.

Mi fu difficile trattenere una risata. <<Ammetti che volevi solo avvicinarti per baciarmi>> lo provocai, scherzando.

<<Non sarebbe la prima volta che ti bacio e non ho bisogno di stupidi giochetti per provare a farlo>> affermò, spiazzandomi, facendo un occhiolino.

<<Beh provamelo allora>> ribattei.

<<Sfrontata la ragazza>> si finse sorpreso, alzando un sopracciglio con fare scherzoso.

<<Come se non ti piacesse>>

<<Mai detto il contrario>> si difese alzando le mani, prima di far scontrare, finalmente, le nostre labbra.

Posai una mano sul suo petto, coperto solo da una t-shirt nera a maniche corte. Portai la mia mano fino quasi al cavallo dei suoi jeans - anche questi rigorosamente neri -, alzai la sua maglietta e posai le mie mani sui suoi addominali bassi.

One Shots Hot Version - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora