October 13th, Tuesday
Scendendo di corsa le scalinate, Phoebe faceva scorrere lo sguardo su tutto l'atrio, alla ricerca dei folti capelli castani che il giorno prima l'avevano salvata dal... piccolo inconveniente.
«Phoebe, dannazione!» dietro di lei, Tessa e Michael cercavano di starle dietro, anche se con scarso successo. «Cosa ti prende?»
La ragazza non rispose, bensí si sedette su una delle panchine che circondavano il monumento commemorativo al centro dell'atrio dell'accademia, sospirando. Lo aveva cercato per tutta la scuola, ma Taehyung sembrava scomparso.
«Non abbiamo tempo per oziare, dobbiamo entrare in aula prima di Cullman», fece Michael, stringendo la cinghia del suo zaino. «O non troveremo mai i posti in fondo per copiare.»
«Michel ha ragione. Non so cosa tu abbia oggi, ma il compito in classe ora è la nostra priorità.»
Phoebe si lasciò convincere dai due migliori amici: in fondo era piú importante superare un compito in classe di algebra che cercare per corridoi infiniti un ragazzo che probabilmente non era neanche presente a scuola.༺༻
«Cos'hai risposto alla cinque?».
I tre ragazzi si accomodarono ai tavoli all'esterno per consumare il loro pranzo. L'umiditá della tempesta del giorno prima si percepiva ancora, ma il clima permetteva di godersi del tempo all'aria aperta.
«La B, credo.»
«Radice di tre?»
«Ecco... non mi ricordo.»
«Sei inutile», Tessa rimproverò l'amico con un pugno innocente. «E tu, Phoebe?»
Quest'ultima, che stava usando la forchetta di metallo per giocherellare con l'insalata, non stava neanche pensando al compito in classe appena terminato. E forse, cosí credeva, era stato uno dei peggiori che avesse mai fatto.
«Phoebe!» la richiamò Tessa, impaziente.
«Mh? Cosa?»
«Ti ho fatto una domanda!»
«Oh... non stavo seguendo, scusa.»
L'amica poggiò i gomiti sul tavolo di metallo e rivolse alla ragazza uno sguardo di disappunto. «Che c'è?»
«Cosa?»
«Hai qualche pensiero che ti occupa la mente, quale sarebbe?»
Phoebe confermò la teoria che facesse davvero schifo a mascherare il suo stato d'animo. «Nulla di importante.»
«Non negare l'evidenza.»
«No, davvero, non è niente. È solo...»
«Ehy Phoebe.»
La nominata fu costretta a voltarsi per incontrare la figura di Taehyung dietro di lei. Reggeva il vassoio della mensa e notò un altro individuo al suo fianco, dai capelli di un forte rosso rubino. Bizzarro, a dire il vero.
«E-ehy», balbettò, immaginando la reazione di Tessa.
«Possiamo sederci con voi?»
Lei annuí senza pensarci due volte, facendo spazio ai due nuovi ragazzi al tavolo. Taehyung si sedette proprio accanto a Phoebe, mentre l'amico dovette accomodarsi tra lui e Michael.
«Bhè, ecco...»
«Sono Tessa», si presentò la ragazza, senza alcuna timidezza ma, anzi, sfoderando un grande sorriso. «Migliore amica di Phoebe.»
«Io sono Taehyung, piacere», poi indicò il ragazzo accanto. «Lui è Hoseok, un mio caro amico.»
«Piacere», parlò finalmente quest'ultimo. Anche lui con un sorriso smagliante a decorargli il viso. Era davvero di bell'aspetto, dai tratti dolci e delicati. E, per quanto quel colore di capelli potesse essere strano, a lui donava particolarmente.
«Oh, e lui è Michael, l'immancabile maschio Alpha del nostro trio.»
Mentre gli altri risero all'affermazione di Tessa, Michael era piú impegnato ad ammirare il rossiccio a fianco. Lo osservava con lo sguardo di un bambino davanti ad un negozio di caramelle, pieno di gioia e desiderio. Le labbra incurvate leggermente all'insú, guance colorate di un rosa tenue.
Phoebe si schiarí la gola per tentare di attirare l'attenzione verso di sè, invano. Il rossiccio fu costretto e sorridergli e ad abbassare lo sguardo, messo in soggezione dal moro.
«O-okay, uhm... che lezioni avete dopo?» Tess prese in mano la situazione e fece risvegliare Michael dal suo stato di trance, scuotendo la testa.
Fu Taehyung a rispondere. «Ho la mia prima lezione di recitazione.»
Alzò le sopracciglia, sorpresa.
«Davvero? Anche Phoebe ha recitazione!»
La nominata si grattò la nuca, puntando gli occhi sul suo pasto ancora intatto sul vassoio. Percepiva lo sguardo del ragazzo accanto bruciare sulla sua pelle.
«E tu, Hoseok?»
«Danza moderna», rispose, inarcando le sue labbra rosee. In effetti, osservando bene la sua andatura, si poteva ben notare fosse un ballerino.
Michael, a quel punto, si morse il labbro inferiore e le sue orecchie si colorarono dello stesso colore dei capelli di Hoseok. Nessuno lo notò, oltre a Phoebe.
Il pranzo proseguí con calma, senza alcuna conversazione forzata. Taehyung era stato capace di non irritare Tessa, il che era un ottimo inizio. Lo sguardo di Michael continuò a saltellare tra il suo piatto di brodaglia al viso del ragazzo accanto, quasi ipnotizzato. Nonostante ciò, a Hoseok non sembrava dare fastidio. Anzi, i due cominciarono a scambiarsi qualche parola tra un boccone e l'altro.
La campanella scandí la fine della pausa pranzo. La prima ad alzarsi dal tavolo fu Tessa, che corse a posare il suo vassoio sul bancone della mensa sostenendo di essere già in ritardo per la sua lezione di canto. Michael la seguí subito dopo in compagnia di Hoseok, discutendo su quale dei tre saggi proposti dal corpo insegnanti di ballo fosse il migliore. Phoebe non aveva intenzione di rimanere al tavolo da sola con Taehyung. Quel giorno si sentiva tremendamente a disagio stando accanto a lui, forse ricordando l'episodio del giorno prima.
«Non ci conviene andare?» domandò lui, afferrando il suo vassoio.
Phoebe annuí, affiancandolo poco dopo. I corridoi della scuola gremivano ancora di persone, in attesa della seconda campanella. L'aula di recitazione situava al secondo piano. Prima di varcare la soglia della classe, Phoebe si fermò un paio di armadietti prima. Taehyung la guardò perplesso. Dal suo zaino tirò fuori la felpa che il ragazzo le aveva prestato il giorno prima, profumata del primo ammorbidente trovato nell'armadietto in lavanderia.
«Potevi tenertela, ero serio.»
«Non mi sembrava il caso, e poi mia madre avrebbe cominciato ad assillarmi di domande. Sai, non sono tipa da felpe enormi.»
Con un sorriso, gli porse la felpa attendendo che lui la prendesse.
«Mi avrebbe fatto piacere vederti con questa addosso, un giorno.»
Phoebe diventò un pomodoro. Ci stava provando di nuovo? O forse era solo una sua stupida impressione?
La seconda campanella e l'arrivo imminente della professoressa spinse entrambi e trovare un posto a sedere in aula. Trovarono un unico banco vuoto, in prima fila.
La porta si chiuse con un tonfo, la Thompson fece la sua entrata insieme alla solita borsa a tracolla dalle fantasie colorate e il suo immancabile “buon pomeriggio”.
Dopo un breve monologo sulle sue disavventure quotidiane, le sue iridi azzurre catturarono la figura di Taehyung.
«Oh! Abbiamo un nuovo arrivato qui!»
Taehyung sorrise lievemente, con una nota di imbarazzo.
«Non ricordo di averti visto agli esami di ammissione? Uhm, il tuo nome?»
«Taehyung Kim, Signora.»
«Giusto! Taehyung! Avevi portato un monologo di Shakespeare, non è cosí?»
Lui annuí, sentendo lo sguardo di tutti addosso.
«Avremo molto tempo per conoscerci, Taehyung.»
La lezione di quel pomeriggio si concentrò su una sorta di analisi e presentazione dei personaggi della commedia per il saggio di fine anno. Phoebe sperava in qualche modo di poter evitare quell'argomento, ma fu inevitabile. Alla Thompson si illuminavano gli occhi ogni anno. La campanella suonò nuovamente, per Phoebe e Taehyung era arrivata l'ora di canto. Ma, prima di uscire dall'aula, la professoressa richiamò la ragazza. La classe era vuota, Taehyung l'attendeva poggiato sullo stipite della porta, incuriosito.
«Ha bisogno di qualcosa, Signora Thompson?»
Lei, in tutta risposta, congiunse le mani al petto e guardò l'alunna di fronte con aria di supplica. «Ti prego di presentarti alle audizioni quest'anno. Ne ho bisogno.»
«Oh... e perché?»
«Saresti a dir poco perfetta per il ruolo della protagonista, e poi è il tuo ultimo anno! È l'occasione adatta per mostrare al mondo ciò di cui sei capace!»
L'entusiasmo della Thompson la fece quasi ricredere. D'altra parte, però, non voleva farsi umiliare dalla capo cheerleader. Il suo orgoglio era in cima a tutte le sue priorità.
«Ci penserò.»
«Promettimelo.»
Sospirò. «Lo prometto.»
La Thompson sorrise. «Se accetterai, mi trovi qui.»
Phoebe annuí, per poi voltarsi e raggiungere Taehyung fuori dall'aula. Il ragazzo la osservava sospettoso. Insomma, tutti nel corso di recitazione stavano lottando per ottenere un ruolo nella commedia. Tutti tranne lei. Quella ragazza non gliela raccontava giusta.
«Come mai non ti iscrivi alle audizioni?» le chiese Taehyung, avanzando per i corridoi diretti verso l'aula di canto.
Phoebe abbassò il capo. «Non penso di essere adatta.»
«Bhè, non ti ho ancora visto recitare, ma dal modo in cui ti supplicava la Thompson...»
«Credo che voglia solo liberarsi di Jessica. Quella ragazza ha recitato in tutte le sue opere e, diciamocelo, nessuno piú la sopporta.»
Taehyung non trattenne le risate. Giunsero al primo piano, dove situava la classe successiva. «Allora forse dovresti provare a batterla.»
«Scherzi?»
«Affatto. I momenti di gloria di Miss Stronzetta dell'Accademia dovranno finire, prima o poi.»
«Già, ma di certo non a causa mia.»
«Ti aiuterò io.»
Phoebe guardò per qualche istante il ragazzo di fronte a lei, come per accettarsi che stesse parlando seriamente. Ma l'espressione di Taehyung rimase decisa.
«Davvero?»
«Certo. È arrivato il momento della tua vendetta.»
«Non farla sembrare così crudele.»
«Eppure so che desideri sconfiggerla.»
La sua affermazione era del tutto vera. Phoebe era stanca di lasciar passare la capo cheerleader solo per timore. L'anno successivo avrebbe dovuto dire addio all'accademia e avventurarsi nel mondo della vera recitazione, ma come avrebbe fatto se l'unica cosa che aveva imparato in quegli anni era il nascondersi dietro chi, per fortuna o meno, aveva avuto più carisma e carattere?
«Allora?»
Phoebe, dopo un attimo di esitazione, annuí. Taehyung non poteva essere piú felice.
Sara dura, pensò lei, riuscire a cambiarmi.
Ma non sapeva che il ragazzo gentile incontrato il giorno prima nei bagni della scuola era fortemente determinato.
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drama » Kim Taehyung
Fanfiction"Potrei anche essere l'attore più bravo in tutta la storia cinematografica, ma non riuscirò mai a far credere che ciò che provo sia falso"