𝙨𝙞𝙡𝙚𝙣𝙯𝙞𝙤 𝙞𝙣 𝙗𝙞𝙗𝙡𝙞𝙤𝙩𝙚𝙘𝙖!

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October 16th, Friday

Quell'annuncio in bacheca pareva cosí difficile da raggiungere. Un po' come il boss finale di un videogioco, o il traguardo di una maratona. Eppure era a pochi centimetri dal viso di Phoebe, che già impugnava la penna ad inchiostro blu per segnare il suo nome.
«È piú facile di quel che sembra», la incoraggiò Tess, affiancandola. «Devi solo... scrivere.»
Phoebe non aveva voglia di scherzare. Sentiva lo sguardo di Jessica sulla schiena e, di certo, non era una bella sensazione.
«Devo proprio farlo?»
«Sí!»
«E perché?»
L'amica sospirò alzando lo sguardo al soffitto dell'atrio, chiedendosi per quale motivo avesse accanto una persona tanto ansiosa e paranoica. «O lo fai o ti ritroverai a fare l'artista di strada.»
«Ma gli artisti di-»
«Hai capito cosa intendo.»
Si zittí, continuando a guardare quel foglio come se volesse bruciarlo con il proprio sguardo. Era combattuta: da una parte desiderava presentarsi all'audizione e strappare a Jessica una vittoria assicurata, dall'altra avrebbe preferito rimanere la silenziosa studentella ansiogena con un sogno irrealizzabile in un cassetto chiuso a chiave. Sinceramente, non sapeva neanche per quale motivo avesse anche solo preso in considerazione l'idea di recitare nella commedia della Thompson.
«Ehi!»
«Cosa succede qui?»
Michael e Hoseok giunsero nell'atrio in abiti attillati e scarpette alla mano, rigorosamente pulite e appena sistemate con ago e filo. Phoebe incrociò lo sguardo dell'amico, il quale si allontanò dal compagno per tentare di capire se ciò che stesse guardando fosse davvero Phoebe in procinto di firmare per le audizioni.
«Vuoi partecipare?»
La ragazza fece spallucce. «Non so, dovrei?»
«Cazzo, sí!» esclamò, provocando il sorriso di gioia di Tess. «È da anni che aspetto questo momento!»
«Grazie per l'incoraggiamento», scherzò Phoebe, sospirando.
«Perché non vuoi firmare?» domandò curioso Hoseok, rimasto in disparte ad osservare dal suo arrivo.
«Perchè...»
Cosa avrebbe dovuto rispondere? “Oh sai, ho questo piccolo problema sociale che mi impedisce di parlare in pubblico o, piú semplicemente, stare troppo vicino agli sconosciuti”. Quando sarebbe stato ridicolo.
D'un tratto, la penna a sfera che teneva stretta fra le dita le venne rubata in un solo secondo, mentre un profumo a lei ben noto le riempiva i polmoni. Taehyung Kim si avvicinò all'annuncio con una velocità sovrumana agli occhi di Phoebe e, in men che non si dica, il proprio nome era già stato scritto solo quello di Tess.
«Ecco fatto» fece lui, riponendo la penna a penzoloni sulla bacheca. «Facile, no?»
Taehyung afferrò la spalla di Phoebe e la accompagnò con piú gentilezza possibile lontana dagli altri ragazzi, che osservarono la scena perplessi e allibiti. Mentre Jessica, poggiata agli armadietti nella parte opposta dell'atrio, stringeva i denti e si allontava silenziosa, pianificando il modo per sbarazzarsi della sua nuova avversaria.

༺༻

I divanetti colorati della biblioteca erano sempre stati scomodi per Phoebe. Aveva passato poco tempo in quella sala dell'accademia, preferiva di gran lunga studiare ai tavoli all'aperto o nel suo piccolo appartamento in cittá. Il tavolo in vetro era stato occupato in poco tempo da fotocopie ed evidenziatori di ogni tipo dall'interno dello zaino di Taehyung. Phoebe osservava come mantenesse lo sguardo incollato alle parole stampate su quei fogli, col tappo di una penna stretto fra i denti.
D'un tratto raddrizzò la schiena, posando il pugno sul tavolo.
«Le audizioni sono fra due settimane, questo vuol dire che ci rimane... davvero poco tempo per imparare le battute»
«Ehm... ci rimane?»
«Sí, ho firmato anche io, per il ruolo maschile principale.»
Phoebe era piuttosto incredula, ma mantenne un espressione quasi indifferente e annuí.
«Comunque, per delle audizioni il contenuto da portare è molto. Che ne dici di cominciare da oggi stesso?»
«Oggi?»
«Casa mia? O forse è troppo?»
«Aspetta, frena un secondo.»
Taehyung si zittí come ordinato dalla ragazza di fronte, la quale scosse la testa e poggiò le mani davanti a sè. «Stai andando troppo veloce.»
«Cosa c'è che non capisci?»
«Dalla parte in cui hai detto che parteciperai anche tu.»
Taehyung sospirò, trannenendo a stento delle risate. «Ti imbarazza tanto la proposta di venire a casa mia?»
Ed ecco che quell'atmosfera di disagio si creò di nuovo. Lui non se ne rendeva conto, ma quelle sue parole erano la causa dei molteplici mal di pancia di Phoebe.
«N-no, è che...»
Il sorriso del ragazzo si attenuò. «Ehi, stavo scherzando! Possiamo andare al parco se vuoi.»
«O-okay.»
Taehyung la guardava quasi addolcito e vulnerabile. Le gote di Phoebe si erano tinte di un rosso mai visto, cosí come la punta delle orecchie. Era diventata un tenero peperone. Si sforzò di non farci caso, anche se l'unica cosa che voleva era stringerla in un abbraccio.
«Perciò... cominciamo?»
«Ora?»
«Perché no? Casa mia è-»
«Avevi detto il parco!»
«Sh! Silenzio!»
L'attenzione dei due venne catturata dall'anziana bibliotecaria che gironzolava fra i tavoli. Il suo sguardo vitreo dietro le spesse lenti da vista squadravano entrambi con aria di rimprovero. Taehyung rise, mentre Phoebe gli rivolse una semplice occhiata di ghiaccio.
«Andiamo?»
«Al parco?»
«Tsk, sí, al parco.»

«Sei cosí priva di cuore, Alex

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«Sei cosí priva di cuore, Alex. Mia madre è stata assassinata da tuo padre, e tu mi vieni a dire che non eri a conoscenza di che razza di monstro è ín realtà.»
Phoebe quasi si spaventò da quella nuova versione di Taehyung. La sua recitazione era a dir poco spettacolare, le espressioni perfette nel minimo dettaglio. Per qualche secondo credette che ciò che stesse dicendo fosse la pura realtà. Lanciò uno sguardo al copione che teneva in mano, individuando la sua battuta.
«Non sapevo neanche che mio padre fosse coinvolto in tutto questo, mi ha tenuto all'oscuro da quando sono venuta al mondo e- credimi, Tom, sono cosí dispiaciuta.»
«Dispiaciuta? E per cosa?» Taehyung di avvicinò pericolosamente al viso di Phoebe, puntando gli occhi nei suoi. «Per non avermi rivelato di che famiglia fai parte? O di chi sia tuo padre?»
Lei rimase immobile. Deglutí il groppo di saliva che le impediva di respirare, percependo un fastidioso nodo all'altezza dello stomaco. Era in preda ad una crisi emotiva.
«Avrei preferito mi dicessi di essere una Monlack, piuttosto che venire a scoprire dalla polizia che l'assassino di mia madre è stato trovato... nonché tuo padre.»
«I-io ti giuro che non lo sapevo.»
«Come non sai chi stai perdendo.
Questa è l'ultima occasione per parlare, ora o mai piú.»
Phoebe non reggeva. Quella sua vicinanza stava rendendo il tutto ancora piú difficile. Cercò di far uscire qualche parola dalla bocca, ma era come se la sua voce fosse sparita insieme alla sua sicurezza.
Staccò lo sguardo da quello di Taehyung e si allontanò, dandogli le spalle.
«Stavi andando cosí bene!» esclamò lui, sospirando. Si avvicinò, portandole una mano sulla spalla con l'intento, forse, di complimentarsi con un abbraccio o una carezza. La risposta di Phoebe fu tutt'altro che delicata. Con un gesto fulmineo scacciò la presa del ragazzo, sedendosi sulla panchina del tavolo da pic nic in cui avevano deciso di sistemarsi. Respirava a fatica, ma cercò di non farlo notare.
«Andiamo, cosa c'è adesso?»
E Phoebe si sentí ferita. Ma cosa si aspettava? Che Taehyung capisse senza una spiegazione? Bhè, forse sí.
Cacciò il copione dentro il proprio zaino, per poi spostarlo sulla spalla destra e alzarsi a fatica.
«Senti, lascia perdere la storia delle audizioni, mollo tutto. Non sarò mai capace di affrontare un pubblico, nè tantomeno le pressioni di Jessica e della Thompson. Ti sto facendo perdere tempo e- e non è ciò che voglio.»
Un singhiozzo interruppe il suo monologo disperato. Taehyung era a pochi metri da lei, guardandola stupito. Si sarebbe aspettato di tutto, ma non una reazione del genere.
«Va... va tutto bene?»
«No! Sono completamente inutile, ho scelto un accademia dello spettacolo quando l'unica cosa che so mostrare sono lacrime e insicurezze. Davvero, Taehyung, ho fatto una cazzata, non dovevo lasciarmi convincere da te.»
«Stai dicendo che vuoi tirarti indietro?»
«Sí.»
Il ragazzo si avvicinò nuovamente, ma sta volta Phoebe non si mosse, pietrificata dalla sua stessa paura.
«Avevo detto che ti avrei aiutata, ed è quello che voglio fare tutt'ora.»
«Sprecherai energie inutili.»
«Allora voglio sprecarle. Phoebe, hai bisogno di tutto l'aiuto possibile per uscire fuori da questa tua bolla e, anche se ti conosco da poco, so quanto forte puoi essere. Sei andata contro le minacce di Miss Stronzetta dell' Accademia per partecipare alle audizioni... lo avresti fatto qualche tempo fa? Senza l'incoraggiamento dei tuoi amici?»
Phoebe ripetè la domanda del ragazzo in testa per altre venti volte prima di estrapelarne il significato. Sicuramente non avrebbe neanche letto la notizia della commedia della Thompson senza il tifo e la presenza di Taehyung, e di Tess, di Michael. Non avrebbe ricevuto il caffè bollente addosso, questo è certo, ma non avrebbe conosciuto il ragazzo che ora stava davanti a lei, intestardito.
«Allora?»
«N-no?»
«E se hai fatto questo... puoi affrontare ben altro.»
Phoebe era incerta. La ragione le ordinava di mollare tutto, ma la passione le diceva di ascoltare le parole di Taehyung, e di rischiare.
«E poi, se passerò, dovrò recitare insieme a quell'ochetta? Neanche per sogno, voglio recitare con te!»
A quel punto sorrise, abbassando lo sguardo. «E va bene, ma lo faccio solo perchè ci sei tu.»
«Indubbiamente.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 20, 2019 ⏰

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