~Capitolo 1~

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15 maggio 7:34 a.m.
Eleven's POV

Sono sveglia da un po'. Sono seduta sul divanetto vicino la finestra della mia camera e le tende sono aperte per cui il sole mi arriva dritto negli occhi. O meglio, sul viso. Tengo gli occhi chiusi godendomi la sensazione del sole di maggio la mattina presto.

Non sono neanche le 8 e stamani con Will, sua mamma e suo fratello andremo a fare una gita per vedere la città in cui siamo arrivati ieri da Hawkins, Indiana, per passare le vacanze estive. New Ham, una cittadina nel New England, USA. È piccola ma molto accogliente e ci sono tutte le attrazioni che ogni adolescente vorrebbe. Io ho ormai 17 anni (proprio oggi ne compirò 18) quindi non ci faccio più caso, ma quando Will veniva qui da piccolo con la zia (mi ha raccontato) gli piaceva tanto fare un giro sulla ruota panoramica nel mini parco divertimenti in zona. Ho gli auricolari alle orecchie e ascolto un po' di musica. Rock, come piace a me. Sorrido ascoltando le note della canzone e lascio che i pensieri mi portino via con loro. Non male come inizio giornata da maggiorenne.

Indosso dei semplici pantaloncini gialli con una t-shirt bianca (con delle paperelle sopra ma volevo evitare di dirlo) e i miei adorati sandali ai piedi che mi ha regalato la mia migliore amica, Max, l'anno scorso.

In lontananza, dalla cucina, sento odore di Waffles e mi viene l'acquolina in bocca solo al profumo. Sono i miei preferiti. Specialmente come li preparava Hop. Non vedo l'ora di rivederlo. È il mio padre adottivo e, anche se vorrei molto che rimanesse qui con noi, non può per questioni di lavoro. Perciò sono qui con il mio migliore amico e la sua famiglia.

La canzone si stoppa e il telefono inizia a squillare e ciò significa che è la sveglia. Mi sarei dovuta svegliare proprio ora. Alcune notti non riesco a dormire molto bene, mi vengono delle specie di 'attacchi di panico' che mi fanno rimanere sveglia a rimurginare e rimurginare... Mi alzo dal mio posto preferito e inizio a mettere un po' di correttore e mascara per sembrare più presentabile alla giornata di oggi. Vorrei tenere i capelli scuri con le ciocche finali bionde sciolti ma poi penso che mi potrebbe far caldo perciò me li lego con l'elastico giallo al polso. Afferro il telefono, do un'ultima occhiata alla stanza (non sono una ragazza molto ordinata mentre Will è un vero maniaco del controllo) ed esco.

Raggiungo subito la cucina e trovo solo Joyce indaffarata nel cucinare e, quando mi nota sulla soglia della porta, sobbalza e con un gesto frenetico si sciacqua le mani e le asciuga con una tovaglietta.
-Tesoro, buongiorno! E buon compleanno! Gli altri dormono e proprio alla festeggiata non volevo svegliarla presto!- si avvicina e mi abbraccia. Sono molto fortunata ad essere circondata da persone così affettuose e Joyce è di sicuro la mia preferita.

Le sorrido per ringraziarla e mi siedo al piccolo tavolino. Mi guardo intorno e noto alcuni spostamenti: i piatti si trovano in un altro scomparto, i quadretti appesi al muro non ci sono più e c'è una grande macchinetta del caffè pronta per essere versata nelle tazzine.

Lei mi porge una grande tazza di tè e un piattone di Waffles. Le sorrido ancora più raggiante e inizio a mangiare. Lentamente, non essendo molto affamata.
Joyce si siede di fronte a me e mi inizia a chiedere:
-Come ci si sente ad essere maggiorenni?-

Io ridacchio e poi esclamo, comunque a voce bassa per non svegliare Will e suo fratello Jonathan: -Tutto normale, a parte il fatto che non vedo l'ora di poter iniziare a guidare l'auto di Hop-

Ride di gusto anche lei e mi prende una mano:
-Sembra passato così poco da quando avevate solo 14 anni.... tante cose sono cambiate...-

Faccio cenno di sì con la testa e bevo un'altra sorsata di tè.
Senza rendermene conto, con la mano libera stringo la collana che porto al collo da quando ero solo una ragazzina, che mi aveva regalato una persona molto importante per me. Joyce se ne accorge e domanda:
-So che non sono affari miei, ma non vi sentite più? Mike si è trasferito da molto ormai ma pensavo che continuaste ad essere amici-

-Beh, è un po' complicato... non so se per Will e Jonathan sia la stessa cosa, ma...-
Strizzo gli occhi prima di terminare la frase,  Joyce se ne accorge e mi interrompe:

-Non ti abbattere, so che Jonathan si sente ancora con Nancy quindi c'è speranza anche per voi due...-

Faccio spallucce e penso. Non stiamo più insieme da quando eravamo ragazzini e, anche se è stato una parte fondamentale per me, la nostra storia è ben diversa da quella di Jonathan e Nancy. Ora sta da qualche parte qui nel Connecticut ma non so di preciso dove. Ha lasciato da un po' di anni Hawkins con la sua famiglia e noi, i suoi vecchi migliori amici, non lo sentiamo più tanto spesso.

Ad un certo punto, si sente un tonfo dalla stanza vicino la cucina, dove dormono i due fratelli. Entrambe, preoccupate, andiamo a controllare e vediamo Jonathan stravaccato a terra che cerca di rialzarsi. Non so perché ma mi viene da ridere quando noto Will ancora dormire dopo il baccano causato dal fratello.

15 maggio, 9:56 a.m.
Will's POV

Stiamo partendo. Essere di nuovo in questa città mi porta alla mente troppi bei ricordi di quando ero solo un bambino. Mia zia viveva qui e mi ci portava ogni estate anche se è abbastanza lontano rispetto alla città dove vivo con mia madre e mio fratello. Ed ora, dopo tanti anni, siamo tornati con la mia migliore amica, Eleven. Per tutti noi è El e in questo momento sta portando il suo zaino a spalla e sta entrando in macchina. La nostra casa è piccola ma comoda dato che è proprio in città. Bastano pochi minuti d'auto per arrivare al ponte sul fiume. Mio fratello aiuta mia mamma a sistemare il pranzo a sacco nella borsa mentre io mi sento un pesce fuor d'acqua. Allora decido di seguire El in macchina, la quale, vedendomi ancora assonnato, inizia a scherzare su ciò che è capitato neanche 2 ore fa. Io le do un piccolo pugno scherzoso al braccio e ci accomodiamo in auto. Ho una polo verde e dei pantaloni di jeans e finalmente, dopo anni e anni, sono riuscito a farmi tagliare i capelli a scodella che avevo.
-Siamo tutti pronti?- esclama mio fratello entrando anche lui in auto e la mamma mette in moto.

           ***
"Happy birthday to El, happy birthday to you!" Canticchiamo in auto mentre la mamma cerca un parcheggio in zona. El è rossa come un pomodoro e io inizio a ridacchiare. Sta invecchiando anche lei ormai...
non c'è molta gente oggi e non riesco a capire il perché. Di solito questa città in estate è super affollata mentre oggi sembra che tutti siano andati via. Anche il parco giochi è vuoto e un'altalena va su e giù senza un bambino sopra. Veramente strano... sarà il vento.

Scendiamo io ed El per primi dall'auto, andiamo sul ponte dove si dovrebbe vedere tutta la città e scattiamo delle foto. C'è veramente un bel panorama. Se non fosse per il fatto che mia mamma e mio fratello non si fanno vivi. El mi guarda stranita e inizia a correre verso l'auto. Se non fosse che, arrivata a metà ponte, va a sbattere contro qualcosa e cade a terra. Io la aiuto a rialzarsi ma non riesco a capire come abbia fatto a cadere se, davanti a lei, non c'è assolutamente nulla. Infatti, in men che non si dica, il ponte si è rotto e si sentono delle urla dalla parte opposta alla nostra.

Hell Is Unexpected, Hell Is Here||MultifandomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora