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Mi svegliai ancora in quel depressivo e noioso lettino ospedaliero che mi faceva venire voglia di suicidio.
Mi alzai leggermente e mi misi seduta mentre mi guardavo attorno e osservavo la stanza.
Sembrava davvero una noia mortale, qualcosa che ti costringe a dormire.
«Ah... Se solo qualcuno entrasse un questo momento e mi tenesse compagnia...» sospirai poggiando la testa al muro mentre la direzione degli occhi era imprecisa.
Mi girai leggermente verso la porta d'entrata e la fissavo continuamente.
«Chissà chi era quel ragazzo strano che mi chiedeva di non scherzare...» mi chiesi ripensando al giorno prima mentre parlavo al vuoto.
Sospirai e poi tirai fuori i piedi dalle coperte, poggiandoli atterra, mi alzai cercando di non fare rumore e iniziai a camminare per la stanza.
Mi avvicinai alla porta e l'aprii, mettendo la testa fuori.
Mi girai verso destra e sinistra ma nessuno si stava dirigendo verso la stanza in cui mi trovavo.
Notai solo che molto lontano c'era un ragazzo dai capelli neri a scodella, un maglione nero e un paio di jeans anch'essi neri.
Ritirai subito la testa nella stanza e chiusi la porta dietro di me. Corsi verso il letto e mi misi sul lato destro per far sembrare che stessi dormendo.
Sentii la porta aprirsi e speravo che fosse la mia migliore amica e non quel ragazzo della sera prima.
«Alien... Sei sveglia?» mi chiese lui avvicinandosi al lettino.
Si sedette sul lato sinistro del letto e mi iniziò a guardare.
Sbuffò e poi si stese sul lettino, accanto a me, guardando il soffitto.
«È inutile che fingi di dormire, ti conosco bene e so che dormi col tuo piccolo peluche Toby...» ridacchiò lui incrociando le sue braccia.
«Cosa c'è da ridere? Non è colpa mia se avevo bisogno di qualcuno che mi stesse accanto durante i momenti brutti...» dissi con un minimo d'ira.
«Va bene, va bene, calmati...» rise lui alzandosi dal letto e mettendosi in piedi.
«Vieni con me...» mi porse la mano per farmi alzare dal lettino, io lo guardai negli occhi mentre le mie sopracciglia si incurvarono.
Lui sorrideva come se trovasse la situazione divertente.
«Dove?» chiesi mettendomi seduta...
«Sul tetto, parliamo un po'... Che ne dici? Vieni?» mi spiegò lui prendendomi a mo'di sposa.
Iniziai a ridere implorandolo di farmi scendere.
Mi mise atterra e io presi la sua mano.
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Salimmo sul terrazzo dell'ospedale e io Corsi verso la ringhiera per respirare aria che non sapesse di medicine.
Lui sorrise e si posizionò vicino a me.
«Aria buona...»

sᴡᴇᴇᴛ ᴡᴏʀᴅs ↠Seventeen↞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora