XXXI

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la prima mattina
di un giorno di scuola.
leggera come la rugiada,
pesante come l'umidità
nei polmoni.

camminare fa sempre
più male con queste scarpe
nere come la pece,
compagne di mille avventure.

la musica alle orecchie
sempre più alta
solo per non sentire
l'amaro mondo che ci circonda,
ma nonostante ciò ci ostiniamo
a bere caffè alle cinque del mattino.

ammassi di carne che
si schiacciano sempre più
dentro la scatola di latta,
adatta ad ogni tipo di evenienza,
ma non ad ogni tipo di persona.

intravedo qualsiasi colore
dell'animo,
nonostante queste figure così anonime
su questo veicolo elettrificato:
rosso fuoco e arancione.

le ore passano rapidamente
e il respiro inizia a mancare;
un grigio scuro invade
la mente e i pensieri,
il profumo della lavanda
si diffonde nel piccolo naso.

il piatto lasciato pieno,
il cibo non consumato,
forse solo bevuto
quel poco d'acqua,
poi
corso subito sul letto a piangere:
pianto
da cui è difficile scappare.

lacrime versate invano,
mente confusa,
anima e corpo disordinati,
specchi rotti.

d'ora in poi saranno
solo colori sbiaditi,
e l'intenso aroma di caffè
a farne parte.

soffitto ingiallito
accompagnato dalla melodia
del giradischi anni ottanta
che rimbomba in tutta la stanza,
ma sempre più ovattata
all'incontro con i timpani.

undici di sera,
uscita senza una meta
sperando di tornare il più tardi
possibile e trovare i mezzi
di trasporto come la zona più
solitaria che possa esistere,
solo per stare bene.

notte
il suono dei grilli,
gente ubriaca,
rumore dei passi.

eppure tutta questa tranquillità
da quando interessa davvero?



- eccomi qui, sul precipizio dei miei pensieri, ancora una volta.
questa è una poesia, o semplicemente una lunga riflessione, che scrivo da metà settembre.
spero davvero vi sia piaciuta, ci ho messo tutto il mio animo qui dentro.
grazie per continuare a leggere questa raccolta! <3 -

autobiografia contortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora