Interlude - pt 2

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Jeongguk si recò senza vergogna all'appartamento di V lo stripper per tutta la settimana a venire, sette giorni su sette, andandosene solo quando lui si recava al lavoro e negli ultimi due giorni rimanendo lì sotto sua richiesta, anche se lui non ci sarebbe stato fino alle tre di notte inoltrata.

La famosa stanza dei cuscini era risultata, alla luce del giorno, praticamente un'alcova per i momenti pigri dello stripper, che amava passare il suo tempo sdraiato sui morbidi cuscini di svariate dimensioni a studiare o semplicemente leggere o ascoltare musica.

Sì, a quanto pareva Taehyung era studente universitario e non fuori corso o quant'altro, ma si accingeva a prendere la sua seconda laurea e Jeongguk ricordò di aver reagito alla cosa spalancando occhi e bocca, letteralmente sconvolto.
Lui era già tanto se ne aveva presa una, con gran fatica e sacrifici da parte dei suoi genitori, con i quali viveva ancora e che, alle domande su dove passasse le notti da sette giorni a quella parte, lui rispondeva dicendo di aver trovato un lavoro notturno e che, per non fare troppa strada, si fermava a dormire da un amico che abitava più vicino.

Vivendo quella tresca gay con Taehyung, il moro aveva scoperto di essere abile bugiardo e traditore senza vergogna, non che la cosa lo facesse soffrire o gli causasse drammi esistenziali, ma in fondo un pizzico di senso di colpa lo provava quando, la sua fidanzata, lo chiamava e gli chiedeva costantemente di uscire o vedersi perché, testuali parole, sono secoli che non ci vediamo, amore!.

Ma quel lieve pizzicore alla sua coscienza si dissipava e spariva quando i suoi occhi dal taglio tondo potevano posarsi su Taehyung e godersi la sua compagnia, che fosse scopando o soltanto passando del tempo insieme, sempre di più fino a credersi dipendente da lui in qualche modo e soffrire se non poteva vederlo.

Quel giorno si stava recando da lui dopo aver incontrato i suoi amici e averli rassicurati di non essere in collera per lo scherzo del nightclub gay, alle domande su dove fosse sparito tutto quel tempo rispose dicendo di essere impegnato in affari privati e loro non indagarono oltre, rispettando la sua privacy.

Tutto pareva filare liscio per lui; aveva una bella fidanzata che presto sarebbe diventata la sua legittima consorte e con la quale avrebbe formato una famiglia, aveva una cerchia di amici meravigliosi, aveva una famiglia che gli pagava da vivere e l'organizzazione del matrimonio, e infine aveva Taehyung come amante, focoso, dominante Taehyung che lo faceva impazzire di lussuria.

Cosa mai poteva accadergli per rovinare quel quadretto di perfezione?

Jeongguk sorrise suonando al citofono del palazzo dove abitava il suo amante, che senza rispondere gli aprì il portone sapendo fosse lui, salì fino al quinto piano dove c'era il suo appartamento e, mentre attendeva che il biondo-grigio gli aprisse la porta d'ingresso, si sentì come al solito invaso dalla voglia di sesso che gli causava la sua vicinanza.

Quando Taehyung aprì la porta, Jeongguk non perse tempo e gli si avventò addosso baciandolo con foga, senza dargli modo di dire una parola, richiuse la porta dietro di sé e dopo sollevò lo stripper obbligandolo ad allacciargli le gambe attorno al proprio bacino, per poi portarlo nell'alcova e cadere insieme a lui sui cuscini.

Senza scambiarsi un singolo saluto né altro, i due si spogliarono e Jeongguk scopò Taehyung con una passione sempre crescente, sempre di più ogni giorno che passava, talmente forte che pensava avrebbe potuto abbandonare tutto per lui.

Grazie alle istruzioni del biondo-grigio, il moro stava ora imparando come scopare un altro uomo e dargli piacere, con gran soddisfazione da parte di entrambi e, se da una parte Jeongguk preferiva di gran lunga essere lui a farsi sbattere da Taehyung, perché aveva scoperto che il farsi colpire o massaggiare la prostata lo faceva letteralmente piangere dal piacere, non disdegnava certo l'altra maniera.

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