Prelude

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Seoul, Maggio 2021

- Ma dove mi state portando? - esclamò una voce allegra ma con una sfumatura preoccupata.

- Non ti preoccupare, Gguk, é tutto nella norma. - un'altra voce rispose, una dal timbro più acuto e sprizzante di ironia.

- Ma era proprio necessario bendarmi? Già é buio ed é tardi, in più con questo affare sugli occhi non vedo niente! - la prima voce si lamentò, sbuffando leggermente.

Ci fu un vociare di ben sei persone messe insieme, quella bendata che si lamentava e le altre che lo prendevano in giro e lo rassicuravano dicendo che é tradizione, Gguk, o fidati del tuo caro Jimin-hyung.

Stronzate.

Gguk, al secolo Jeon Jeongguk, era solo il festeggiato della serata, precisamente del suo addio al celibato; la gente avrebbe pensato non avesse niente da preoccuparsi ed i suoi amici, le cinque persone che lo avevano bendato prima di uscire di casa e che erano con lui, gli stavano soltanto organizzando il classico addio al celibato con tanto di spogliarellista.

Sbagliato!
O meglio, non proprio.

L'idea era stata collettiva tra il gruppo di amici ma, Park Jimin, frivolo gay dai modi esagerati, aveva preso in mano le redini dell'organizzazione e si sapeva, quando c'era di mezzo Jimin c'erano di mezzo guai.

- Comunque siamo arrivati, così la puoi piantare di menarla ancora per molto. - disse appunto Jimin, coloratissimi capelli arancioni che adornavano un grazioso viso fatto di porcellana, facendo fermare il gruppo davanti ad un'insegna al neon.

Jeongguk era saldamente tenuto per le braccia da Namjoon e Hoseok, altri due del gruppo di amici, che lo avevano assistito per tutta la durata del tragitto a piedi per evitare inciampasse in qualcosa bendato com'era, ed anch'essi si fermarono davanti all'ingresso del locale scambiandosi uno sguardo tra loro.

Poco più in dietro, c'erano Seokjin e Yoongi, i restanti della comitiva, che scossero simultaneamente le teste quando la comprensione si fece largo in loro.

Jeongguk captò cenni di conversazione accanto a lui ma non riuscì a distinguere una sola parola.
- Beh? Che succede? - chiese, cominciando a spazientirsi.

- Niente, caro, stavo dicendo a Hobi una cosa. - cinguettò Jimin avvicinandosi a lui. -Ma ora possiamo entrare, andiamo! -

Jeongguk si lasciò nuovamente guidare all'interno di quello che pareva, considerato il tipo di musica e l'odore e i rumori, un nightclub.
- Jimin! Sai che la mia futura sposa ha esplicitamente chiesto niente spogliarelliste! - fece con disappunto.

Sentì la risatina dell'interpellato e qualche sbuffo da parte degli altri suoi amici.

- Oh ma infatti non ci saranno spogliarelliste, Gguk, rilassati. Seguitemi. - disse quello, con fare enigmatico.

Il gruppo seguì Jimin in un'area del privé sul fondo della vasta sala, dove trovarono una semi-chiusa stanza dalle tonalità violacee e fucsia, due divani in pelle nera ed una singola poltroncina dello stesso materiale al centro di questi; da lì notarono, escluso Jeongguk ovviamente perché ancora bendato, che si godeva una vista perfetta della passerella con un palo da lap-dance al centro.

- Beh, direi che é qualcosa. - il futuro sposo sentì Yoongi dire.

- Cioé? Spiegatemi cosa sta succedendo per favore. -

- Niente, Ggukie. - intervenne Seokjin, mettendogli le mani sulle spalle e spingendolo verso sinistra. - Dietro di te c'è una poltrona, puoi sederti qui. -

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