1. il momento degli αddii

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"Papà...mi mancherai"

Furono tre le parole che lasciarono le labbra di Jane Bennet prima che, con una calma ferrea, lasciasse i suoi genitori sull'uscio di casa.

Gli occhi di sua madre penetravano anche attraverso la mantellina che aveva accuratamente stirato per quell'occasione, la sua sadica soddisfazione ancora ben impressa sulla retina dei suoi occhi.

Sarebbe dovuto essere un viaggio tranquillo il loro, uno spostamento che non avrebbe dovuto fare troppo scalpore. I biglietti per il treno erano già stati acquistati, la colazione, preparata da sua madre, servita un'ora prima in tavola.

Tutto era stato preparato con una cura sistematica, la valigia di Jane ricolma di tutto il vestiario sia invernale e sia estivo, benché la bella stagione fosse già quasi giunta al termine.

'Devi andartene' sembrano sussurrare anche i carini della vecchia porta in legno della cucina che all'apertura era solita cigolare come un piccolo pulcino.

E così stava accadendo. Lei, che aveva lasciato il suo paese infinite volte, in quel momento aveva davvero paura di andarsene perché non sapeva quando sarebbe tornata e se fosse tornata.

Tornata poi, da chi? Chi aveva Jane a Charlottesville?

Polvere, ecco ciò che rimaneva di quella famiglia.

Se prima lei aveva camminato con un passo cadenzato e sicuro, ora correva con la valigia che le sbatteva sulle cosce, dove provava leggeri pizzichi nei punti in cui le calze si facevano più sottili e logore a causa del tempo, segno che era giunto il tempo di comprarne un nuovo paio.

Si alzò la manica della mantellina per controllare il suo orologio da polso, indossato rigorosamente all'incontrario, come era solita fare soprattutto per comodità.

Era tardi, molto tardi.

Aveva poco, pochissimo tempo se voleva chiudere l'ultima questione in sospeso che la legava, come in filo rosso, a Charlottesville.

*

Aveva corso per un bel pezzo, le scarpe oramai completamente impolverate.

Sentiva i polmoni bruciare, ma dopo un lasso di tempo che le era parso infinito, si era sentita viva.

Jane appoggiò le mani sulle ginocchia, e sorrise in direzione non di un, ma del colle che sorgeva su Charlottesville, verde e rigoglioso.

Sul colle sorgeva una pianta di fichi, dolci e succosi. Anch'essa era rigogliosa, alcuni frutti ancora presenti, benché piccoli, ma infinitamente dolci.

Jane si arrampicò sul colle, scavato nei punti in cui era solita salire quasi ogni dí.

E lì, come ogni giorno, quell'albero l'aspettava, reduce di una battaglia combattuta quasi quattro anni prima.

*

"Sai Jane - disse lui, mentre la prendeva la manina paffutella e le indicava un piccolo albero - ho sentito dire che quell'albero è stato piantato nello stesso anno in cui sei nata" concluse, racchiudendo le sue dita tra quelle più piccole della bambina.

La piccola Jane inclinò la testa: non sapeva cosa dire. Lei era nata in Scozia e sapeva esprimersi solo con qualche parolina della lingua del luogo.

Dopotutto, aveva solo due anni.

Jane semplicemente sorrise, battendo le manine contenta di sapere di poter festeggiare il proprio compleanno con una pianta. Si chiese solo se avesse dovuto sotterrare dei dolcetti per farli assaggiare anche all'albero.

L'arte di esser giovani IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora