5. non tutto è perduto

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Odore di alcol etilico. Il ticchetio di dita sul legno. Profumo di lavanda.

Jane aveva imparato che la vita può cambiare in un attimo.

Ed è in quel preciso istante che ti accorgi che ciò per cui hai tanto faticato ti viene tolto in poco, così poco tempo.

Jane aveva sperato di avere un nuovo inizio in quel collegio, lontano da casa e soprattutto, dal suo passato, dalle persone che avevano reso il suo lontano, ma così vicino passato così doloroso, ma Jane aveva imparato un'altra cosa dalla vita.

Ciò che ti è stato tolto, pezzo per pezzo, trova il modo di ritornare.

In quell'istante, Jane capí che non avrebbe avuto il nuovo inizio tanto desiderato.

"No". Un sibilo uscì lentamente dalle labbra Mary. "Vero Jane? Cosa ne penserebbe Penny?" disse voltando il capo verso la ragazza che impallidí all'istante.

<<Solo due persone sanno di Penny>> pensò Jane.

<<Solo due persone sanno che ho dato un nome alla vena che si nota sulla mia fronte quando sono nervosa>> si corresse subito dopo.

L'unica persona che potesse essere presente non poteva e non doveva essere presente, perché Jane sapeva benissimo che quest'ultima si era trasferita nella città di Bath.

E lei ovviamente non si trovava a Bath. Assolutamente no.

"Mary, conosci già Jane?" chiese il direttore, stranamente sorridente.

<<No, no, no>>

"Oh, si" disse facendo nascere sul suo viso un sorriso abbastanza rilassato.

"E mi creda, ho tutte le ragioni del mondo per averle dato uno schiaffo" disse sorridendo.

Jane sentiva gli occhi del ragazzo che aveva provato a difenderla sulla nuca, in modo quasi doloroso che non l'avevano lasciata mai dal momento in cui aveva ricevuto l'oramai famoso schiaffo sul viso.

Lame dritte nel cuore, ecco cos'era che sentiva.

Solo in quel momento rivide in quelle ciocche bionde l'immagine di una bambina sorridente dal perenne taglio corto che agitava una mano leggermente paffuta nella sua direzione, sorridendole piano, in un modo in cui solo lei sapeva fare.

Come non conoscerla; era la loro migliore amica.

Jane poté sentire anche da quella distanza il forte odore di lavanda che l'aveva sempre caratterizzata.

<<Lavanda>> pensò Jane <<la sua fragranza preferita>>

"Mary" disse Jane e di nuovo tutta l'attenzione cadde su di lei in modo lento ed estenuante.

"Potrei parlare in privato con te?" disse dopo un attimo di silenzio.

Jane sapeva esattamente che l'unico incontro ravvicinato che Mary voleva con lei era possibile solo con la presenza di un altro bello schiaffo, ma nonostante ciò, stupendo perfino Jane, acconsentí.

*

Jane aveva ricominciato a respirare.

Parlare con Mary era stato strano. L'aveva insultata per tre quarti del tempo e Jane aveva potuto solamente ascoltare. Ascoltare, ma non respirare.

"Sei un mostro" erano state le sue prime parole. "Pensavi di sentirti importante vero? Beh, non lo sei, non lo sei mai stata e mai lo sarai!"

L'arte di esser giovani IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora