1: Merita me e non te.

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Mi sveglio di soprassalto dopo aver udito un rumore provenire dal piano inferiore. Indosso velocemente la vestaglia di seta bianca appoggiata sulla sedia della mia scrivania e apro piano la porta; faccio capolino sul corridoio per controllare la situazione, accendo la luce e inizio a scendere le scale che scricchiolano ad ogni mio passo.
Sento il cuore battere a mille, sono una fifona lo so, ma in queste situazioni perdo facilmente il controllo.
Rabbrividisco appena il freddo del pavimento in marmo bianco viene a contatto coi miei piedi scalzi. Accendo la luce della spaziosa cucina. Per ora non c'è nulla di preoccupante, così inizio a rilassarmi, ma quella sua voce profonda, che ormai conosco perfettamente da otto anni, mi fa sussultare. D'istinto porto la mano sul punto in cui il mio cuore sembra volerne uscire fuori.

<<E tu che diavolo ci fai alle tre di notte, in cucina?>>
Colton Miller con le braccia conserte, si appoggia allo stipite della porta seminudo. I miei occhi puntano su quel suo punto del corpo statuario, coperto da un asciugamano bianco che gli arriva appena sopra le ginocchia. Deglutisco rumorosamente.

<<Un rumore mi ha svegliata e sono scesa a controllare...>> spiego con la forte resistenza di non sbirciare di nuovo, e inizio a sentirmi tremendamente in imbarazzo.
<<Ehm.. in cucina?>>
Lo vedo, che trattiene una risata. Dannazione se vorrei sparire dalla sua vista in questo momento.
<<Sì, ma poi avrei controllato anche nelle altre stanze e...>> rispondo impacciata, mi schiaffeggio la fronte con una mano e lui appare sempre più divertito.

<<Tu piuttosto, perché ti fai la doccia a quest'ora?>>

La situazione si ribalta: ora sono io che provo a prenderne il controllo, con le braccia incrociate al petto in attesa di una sua risposta, ma lui fa il solito sorrisetto e alza le spalle.

<<No tesoro, non stavo affatto facendo la doccia. Cercavo di far venire la mia ragazza, quando all'improvviso ho sentito dei passi sulle scale, così sono "venuto a controllare">> imita tremendamente la mia voce, e lo trovo davvero fastidioso.

<<Bene. Allora buona.. "cascata di emozioni"!>>. E senza aggiungere altro, perché la situazione è già imbarazzante così, lo supero altezzosa e passo dal salone.
<<Oh Cristo!>> prendo un altro infarto quando Marcus, il fratello del figo presuntuoso, mi afferra dal polso e sbatto sul suo petto.
<<Voi Miller avete intenzione di uccidermi stanotte, per caso!?>> alzo gli occhi al cielo, per poi notare che il suo sguardo punta il mio, poi sulle labbra e infine sospira esausto.

<<Non volevo spaventarti, scusami Ana>> sussurra.

Quasi quasi lo lascerei anche fare ma...

<<Che cazzo state facendo!?>>
Dannazione: Colton interrompe, per fortuna o non, il momento di poca lucidità di entrambi e faccio un salto all'indietro per allontanarmi da Marcus.
<<Io vado..>> a testa china mi precipito sulle scale. Ma non rientro ancora in camera mia; decido di origliare la conversazione tra i due fratelli.
<<Che ti salta in mente?>> domanda Colton con tono basso e minaccioso.

<<Sai benissimo che Ana merita me e non te>> replica Marcus, e qui alzo un sopracciglio, confusa.

Cosa significa che io merito lui e non Colton? Io non piaccio a Colton, si sa, ma nemmeno Marcus mi ha mai mostrato segni di interesse, tranne poco prima...
Un colpo secco riecheggia di sotto, facendo interrompere i miei pensieri e stavolta trovo il coraggio di affacciarmi a vedere.

<<Bastardo>> sibila Marcus che si copre il naso con una mano, e rabbrividisco non appena noto cadere gocce di sangue sul pavimento candido.
<<Così impari a sparare stronzate. Buonanotte fratellone!>> Colton gli dà una pacca sulle spalle divertito, e se ne va.

LEFT ALONE 𝟷 (PRESTO CARTACEO...)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora